Lo chiamavano Toro Seduto mica per niente: si diceva non potesse reggersi in piedi per il peso delle corna che gli faceva mangiare la moglie. Di secondo soprannome faceva ‘Budda der Testaccio’ (2), per via del ventre dilatato dalle balle che gli faceva bere sempre la sua dolce consorte.
Ma che avete capito? Questo non è affatto un racconto di corna e mogli fedifraghe (1): qui ci si occupa di doppi sensi, lapsus freudiani e parolacce in genere, facendo riferimento al classico testo di Freud: ‘Tochem e sta bù’ (3).
Il fatto è che io quel giorno andai dal Sigmund perché c’era un calorifero che perdeva. Arrivo lì e la donna di servizio mi fa entrare nello studio, dove c’era il radiatore. Entro; il Maestro, con lo sguardo un po’ perso, mi fa: “Si accomodi” e mi indica un lettino.
“Lavoro scomodo, sdraiato” gli faccio io.
“Lei si distenda e non si preoccupi” mi risponde gentile ma deciso.
Il lettino è mica vicino al calorifero e la borsa coi ferri è rimasta alla porta. Faccio per andare a prenderla, ma lui mi dice secco: “Sit!”.
“Osti - gli dico io – come faccio a riparare la perdita?”.
Gli occhi gli si illuminano: “Ah, certo … la perdita … il lutto. Siamo qui per questo. Ma la prego, si distenda”.
Sai che c’è? io mi distendo, anche perché ‘sto tipo mi sembra un po’ originale.
“Dunque – fa lui – l’incapacità ad elaborare il lutto … l’incapacità a controllare le emozioni … lei controlla gli sfinteri?”
“Dio … controllo i caloriferi, i sifoni … i sfinteri proprio non so cosa sono … forse il mio collega”.
“Ha haaaa … la delega! lei non vuol vedere …. Siamo alla scena primaria! lei da piccino ha visto papà che introduceva il suo pistolino nella fessurina della mamma e ….”
“Pistolino mica tanto: il mio vecchio da giovane c’aveva sotto un tubo da almeno due pollici e la fessurina della mamma …. dottore Sigmund, ce ne stavano di tubi!!!”.
“Fantastico! tubi … simbologia fallica … penetrazione … lei è impotente!”
“Saperlo cos’è, ‘sta parola …”
“Lei ha difficoltà di erezione”
“Se mi spiega …”
“Non le tira!”
“A me?! mi scusi il punto esclamativo, ma questa è grossa, quasi come la mia. a!ha!ha! quando vado a fare le riparazioni, se ci sono donne sole faccio sempre il doppio servizio, modestia a parte”
“Allora lei cerca di emulare il padre dal pene grosso e fotte tante donne perché cerca sempre di rientrare nell’utero della madre”.
“ ’nsoma …. ho detto che c’aveva una caverna, ma esageriamo mica, non ci stavo tutto intero”.
“La caverna, lo vede? la caverna! il grande utero, caldo, umido, cieco. Lei è da manuale”
“Proprio manovale no, faccio l’idraulico; però, se le serve qualche piccola riparazione ….”.
“Ah, ritorna il motivo della riparazione del lutto!”
“Ma quale lutto e lutto! riparo caloriferi e rubinetti, io!”
“Ah … il calorifero … la vulva che emana calore! il rubinetto … il pene che gocciola!”
'Sto qua è matto e fissato …. "Maniaco sessuale, fatti vedere da un dottore!”
“Il transfert! Bravo, reagisca, se la prenda con me, che rappresento suo padre, tiri fuori le palle!”
“Uè, porco schifoso, in trasferta con te non ci vengo e le mie palle te le sogni!”
“Sìììììì, io sogno spesso palle, molte palle che galleggiano … io sono una palla nell’acqua …. e mi sento umido, bagnato”
“Per forza, cristo! c’è il calorifero che butta fuori acqua da far paura, l’acqua sta salendo e te mi fai perdere tempo con le tue porcherie! tirati via che fermo l’acqua”
“Grazie grazie, mio salvatore, poni un freno al dilagare del mio inconscio!”
“Ma quale Salvatore e Salvatore! io sono Gedeone il re del sifone!”
Cala il sipario.
Meno male che almeno il sipario cala, in un’Italia dove tutto cresce.
Anche la stupidità di chi scrive.
NOTE
1. fe|dì|fra|go
agg.
CO che non tiene fede ai patti, alle promesse | scherz., partner infedele [quadro 2]
2. quartiere di Roma (http://it.wikipedia.org/wiki/Testaccio)
3. traduzione in antico celtico di ‘Totem e tabù’ (http://www.bol.it/libri/scheda/ea978883390048.htm)