LA MOGLIE DI CESARE
Quando Pompea, la terza moglie di Giulio Cesare, di quattordici anni piu’ giovane di lui e sacerdotessa della dea Bona venne processata per oltraggio al pudore e alla religione,
Giulio Cesare si dichiaro’ convinto dell’innocenza della moglie. Era accaduto infatti che il giovane Publio Claudio Pulcro, innamorato della donna, si fosse travestito da suonatrice di flauto durante una cerimonia ad una festa in onore della dea. Scoperto l’inganno, si sospetto’ che il giovane fosse l’amante di Pompea e da qui lo scandalo.
A Cesare che la difendeva, venne chiesto come mai, convinto dell’innocenza della moglie, l’avesse invece ripudiata come fosse colpevole e l’uomo rispose che alla moglie di Cesare non bastava essere innocente, ma DOVEVA PURE APPARIRE TALE.
Scrivo queste poche righe a memoria di D’Alema e Fassino e di quegli innocenti che non capiscono il motivo della polemica in corso.
Detto questo, mi e’ capitato ieri di uscire di casa e vedere il mio dirimpettaio che aveva inforcato la sua bicicletta e pedalava felice col suo fucile a tracolla.
“Andiamo a caccia, eh?” gli ho chiesto.
Poi mi sono ricordato che la frase assomigliava maledettamente a: “Allora abbiamo una banca…” ed ho sorriso.
Il machiavellismo (?) di Fassino
Ne parla Pansa al Corriere:
«Fassino sapeva chi erano davvero Consorte e i suoi compagni di merende, Fiorani, Ricucci, Gnutti? Gente accusata di associazione a delinquere? Se non sapeva, allora denota un difetto di informazione inammissibile per un segretario di partito: forse qualcuno gli nascondeva notizie cruciali. E’ possibile però che Fassino sapesse, ma non se ne preoccupasse, e per spregiudicatezza abbia continuato a "fare il tifo" nella convinzione machiavellica che il fine giustificasse i mezzi».
Poi, di notte, sulla Sette l’ho sentito dichiarare, con grande scandalo dei presenti, che RAITRE gli fa schifo perche’ e’ una rete assoggettata ad un unico partito, eccetera eccetera.
Lascio a Pansa l’onere della dichiarazione, ma visto il bailamme suscitato dalle sue ultime dichiarazioni ( e dal suo recente libro) mi domando:
E’ mai possibile che Pansa sia un giornalista illuminato (tanto da agevolarne la brillante carriera) quando dice peste e corna di una parte dello schieramento politico e invece improvvisamente soffra di demenza senile quando stigmatizza l’altra parte?
P.S.
Quest’ultimo discorso vale anche per Giorgio Bocca.
*
Lo ripeto.
Io la faccenda BNL la sintetizzerei cosi’:
Sopra la banca Fassino sbianca
Sotto la barca D’Alema crepa