Disco orario a motore, denunciati
Verona: così non pagavano il parcheggio
Avevano escogitato un disco orario motorizzato e lo esponevano nell'auto in sosta. Ma sono stati smascherati dalla Polizia municipale e segnalati all'autorità giudiziaria per truffa aggravata. Gli ingegnosi automobilisti sono una decina di veronesi, scoperti mentre sistemavano sul cruscotto il dispositivo. A rendere nota la bizzarra trovata è il sindaco, Flavio Tosi, insieme con il comandante della Polizia municipale Luigi Altamura.
Gli automobilisti avevano parcheggiato la vettura in zona Cittadella, area nella quale, dopo la prima mezz'ora di sosta gratuita, scatta la necessità di pagare il "Verona Park". Per evitare di versare il dovuto all'Amt, la municipalizzata che gestisce le aree di sosta scaligere, i conducenti avevano pensato di barare sull'orario di arrivo, grazie all'uso di dischi orari elettrici.
Ad avere l'idea sono stati un gruppo di veronesi di età compresa tra i 20 e i 45 anni, prevalentemente liberi professionisti e studenti. "L'invito dell'amministrazione comunale - ha detto Tosi - è naturalmente quello di non utilizzare questi sistemi, che talvolta possono essere adottati con leggerezza, favorita dalla sensazione di fare soltanto una bravata, ma che in realtà rendono passibili di denuncia per truffa aggravata, con condanna penale particolarmente pesante".
L'indagine della Polizia municipale era scattata a febbraio. Le persone denunciate dovranno ora rispondere di truffa, reato che prevede, in caso di condanna, la reclusione da uno a cinque anni e un'ammenda da 309 a 1.549 euro. "Si tratta di un fenomeno in espansione - ha spiegato il comandante Altamura - probabilmente legato alla facilità di reperibilità su Internet dello strumento, legata a una sottovalutazione delle conseguenze del suo utilizzo". Già, su Internet: il dispositivo si trova facilmente anche su noti siti di e-commerce.
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