condivido in pieno
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Ahahah Alfano sta alla giustizia come il marchese del Grillo alla serietà.E intanto a Palermo,in Procura,è finita la carta per le fotocopie e si ricicla quella usata da Falcone per gli ordini di servizio.
:D peccato le sia successivamente stata data ampia risposta.
eh si, la combatte proprio eh...
il governo berlusconi e la mafia vanno a braccetto.Quote:
Dopo le rivelazioni di Spatuzza si corre ai ripari per evitare nuove imputazioni
La proposta firmata da Valentino, ex An, relatore del processo breve e vice di Ghedini
Nuovo blitz nella maggioranza
Arriva la legge anti-pentiti
di LIANA MILELLA
http://www.repubblica.it/politica/20...ebb969285e.jpg
ROMA - La fabbrica delle leggi ad personam made in Berlusconi è riuscita a sfornarne un'altra, stavolta addirittura sulla mafia e sui pentiti. Per cancellarne anche l'esistenza e azzerare le loro dichiarazioni. Niente maxi processo di Falcone. Niente Buscetta. Battezzarla anti-Spatuzza o salva Dell'Utri? L'uno e l'altro. Perché il risultato dei due articoli che il senatore Giuseppe Valentino, giusto il relatore del processo breve, ha presentato il 27 novembre a palazzo Madama è sicuramente uno: impedire che i pentiti si riscontrino vicendevolmente.
Tra la fine di ottobre e il 4 dicembre 2009, quando cominciano a circolare le prime indiscrezioni sui verbali di Gaspare Spatuzza che poi depone a Palermo al processo Dell'Utri, sui giornali si scatena il tam tam di una possibile incriminazione per mafia ai danni di Berlusconi. Ed ecco che, in chiave preventiva almeno per lui, successiva ma salvifica per Marcello Dell'Utri, comunque in anticipo rispetto a un'imputazione che in quel momento sembra probabile, la macchina delle leggi salva premier si muove.
Entra in campo il senatore Giuseppe Valentino, calabrese per nascita, di professione avvocato, avverso ai pentiti per via di un'inchiesta che lo coinvolse nel 2004 per voti della 'ndrangheta, ex aennino finiano dato ormai per seguace del Cavaliere, vice di Niccolò Ghedini nella consulta pdl per la giustizia. Si produce in un ddl che a palazzo Madama porta il numero progressivo 1.912, comunicato alla presidenza a fine novembre, e che dal 26 gennaio figura tra quelli che saranno esaminati, discussi, approvati in commissione Giustizia. Due articoli, niente norma transitoria che regola l'applicazione ai processi in corso, ma va da sé che trattandosi di norme più favorevoli per l'imputato non possono che applicarsi immediatamente. Dell'Utri compreso.
Il relatore è Piero Longo, avvocato di Berlusconi assieme a Ghedini. Una scelta che si commenta da sola. Il titolo della proposta, di per sé, pare anonimo: "Modifica degli articoli 192 e 195 del codice di procedura penale in materia di valutazione della prova e di testimonianza indiretta". Sono quelli che regolano per l'appunto i mezzi di prova e stabiliscono quando una testimonianza può avere valore oppure no in un processo. D'ora in avanti, se passa il testo di Valentino, la regola sarà scritta così: "Le dichiarazioni rese dal coimputato del medesimo reato o da persona imputata in un procedimento connesso assumono valore probatorio o di indizio solo in presenza di specifici riscontri esterni".
A Palermo, a Reggio Calabria, a Napoli, quando i magistrati apprendono di una norma del genere entrano in fibrillazione. Perché essa trasforma in perentoria disposizione quanto scrive l'attuale articolo 192, comma 3, del codice di procedura: "Le dichiarazioni sono valutate unitamente agli altri elementi di prova che ne confermano l'attendibilità". E se è vero che esiste una giurisprudenza ormai acquisita della Cassazione sulla necessità dei cosiddetti "riscontri obiettivi", tuttavia altra cosa è stabilire per legge il valore probatorio "solo" in presenza di "specifici riscontri esterni".
Ma non basta. Perché la legge di Valentino aggiunge altri due commi, il bis e il ter, all'articolo 192. Nel bis è scritto: "Le dichiarazioni di più coimputati o imputati in procedimenti connessi assumono valore probatorio o di indizio ove sussistano le condizioni di cui al comma precedente". Quindi, al di fuori di questa regola, è tutto da buttare via. Ma ecco l'ultima botta, la più micidiale, il comma ter: "Sono inutilizzabili le dichiarazioni anche in caso di riscontri meramente parziali". Vale l'esempio che propone, nell'intervista qui sotto, Gianrico Carofiglio a proposito di un pentito che parla di cinque omicidi. Oggi si può condannare per le prove trovate per i primi quattro e assolvere per l'ultimo. Con le regole di Valentino le rivelazioni del pentito diventeranno carta straccia per tutti.
Non contento, il senatore va avanti e cambia l'articolo 195, allargando ulteriormente le maglie dell'"inutilizzabilità". Se oggi le dichiarazioni di un testimone che ha appreso notizie fondamentali per il processo da un altro si possono sempre usare "salvo che l'esame risulti impossibile per morte, infermità o irreperibilità", da domani solo "l'infermità temporanea" lascerà campo libero. E quindi il poliziotto che raccoglie l'ultimo fiato della vittima di un killer e che fa il nome del suo assassino non potrà darne testimonianza, né tantomeno potrà farlo chi ha raccolto le confidenze di un immigrato che nel frattempo è scomparso nel nulla. Garantismo o morte della giustizia? Il "processo" alla proposta di legge di Valentino è aperto. Ma tutto si può dire tranne che giochi a favore della lotta alla mafia. Nuovo blitz nella maggioranza Arriva la legge anti-pentiti - Repubblica.it
Quote:
Veltroni e la legge anti-pentiti
"E' impunità per i reati mafiosi"
Sulla legge anti-pentiti che il governo sta preparando, interviene Walter Veltroni, membro della Commissione Antimafia: "Invece di sostenere gli enormi sforzi che magistrati e forze dell'ordine
stanno compiendo con grande successo contro le mafie militari, Governo e maggioranza ultimamente mi sono sempre più impegnati nella direzione opposta.
Leggi come scudo fiscale e la previsione di vendita all'asta dei beni
mafiosi o ancora disegni di legge come quello che riguarda la limitazione
dell'utilizzo delle intercettazioni, il famigerato processo breve stanno già
dando un colpo duro alla possibilità di indagare e colpire le cosche.
"Ora si affaccia anche un progetto di legge che punta a sterilizzare uno
degli strumenti più efficaci nella lotta alla mafia come le norme sui pentiti
che la magistratura ha dimostrato di saper utilizzare con capacità di
giudizio ed equilibrio.
"Se tutte queste previsioni dovessero essere approvate - conclude Veltroni- si rischia di
proteggere i livelli criminali più pericolosi: i mafiosi dal colletto bianco
che muovono centinaia di miliardi di Euro ogni anno e che hanno porte aperte
anche nella politica e nell'amministrazione di questo Paese.
"Con queste norme si va verso l'impunità dei reati mafiosi".
Veltroni e la legge anti-pentiti "E' impunità per i reati mafiosi" - Repubblica.it
si, non mi sorprende che un MAFIOSO non possa combattere la MAFIA.
purtroppo a noi sta bene così.
quando all'estero ci dipingono con la voce roca del padrino hanno pienamente ragione.
Ma poi tanto arrestano sempre qualche pericolosissimo boss,con tanto di coppola e lupara...:o
si ma requisito fondamentale per la cattura di un mafioso è che il premier venga accusato di collusione con la camorra o che si riapra qualche bocca pentita per dire qualcosa su di lui :lol:
d'ora in poi dovremo agire di conseguenza...
io per esempio vorrei tanto delle strade che non sembrino quelle di Sarajevo '97, quindi ora accuserò il premier di andare di notte a creare buche, dissestamenti e spargere il ghiaino proprio in uscita di curva..
sono sicuro che il giorno dopo risistemerà le strade per poter far dire a studio aperto "IL GOVERNO RICOSTRUISCE LE STRADE, L'AMORE DI CEMENTO VINCE LE CALUNNIE COMUNISTE" :lol: