Originariamente inviata da
darkness creature
Capisco il tuo ragionamento, Lo_Zio ma personalmente (e non ergo ciò che sto per dire a verità assoluta, ci mancherebbe) ci vedo un vizio di fondo:
Il coniugare i verbi, dal tuo esempio, segue regole OGGETTIVE ed ASSOLUTE, o che per lo meno noi da tempo immemorabile abbiamo reso tali, un po' come l'emblematico 2+2=4....quello è, e non c'è spazio per deviazioni nè per dubbi su chi abbia "ragione" fra uno che dice 2+2=4 e uno che, magari, dice 2+2=5.6
I rapporti interpersonali sono, sempre a mia opinione, MOLTO ma MOLTO più complessi e non sottoponibili a nulla di così rigoroso ed "esatto" come sono invece le regole matematiche o della grammatica di una lingua. Non solo.....conoscere la matematica o la grammatica di una lingua è l'unico modo per poter effettuare un certo tipo di operazioni (calcoli, o il farsi capire dagli altri, cose impossibili senza quegli strumenti di fondo), e soprattutto non coinvolgono emozioni o opinioni di stampo sociale.
Per queste ultime non ritengo si possano mettere paletti così rigorosi, proprio perchè, come tu stesso convieni, sarebbe un'imposizione violenta il far frequentare a qualcuno persone che non vuole accanto a sè......analizziamo quest'ultima cosa: quali sono le motivazioni per cui uno magari non vuole certa gente accanto a sè? Magari pregiudizi con non molti fondamenti? Perfetto, a te può sembrare ridicolo, magari potrebbe sembrarlo anche a me, magari lo sembra ad altri........A MOLTI ALTRI ANCORA NON LO SEMBRERA', e considerando che la percentuale di questi ultimi non diminuisce ma anzi probabilmente è in aumento in questi anni, già questo esclude qualunque regola rigida di stampo "matematico".
Ora, se pure è vero che concordo che uno con molti pregiudizi (che pure, ribadisco, non ha comportamenti particolarmente violenti o ingiuriosi, eh) possa essere considerato male da molte persone, è altrettanto vero che ad altri importerà molto poco......e che, soprattutto, a mio parere è giusto che finchè si limita a PENSARE e PARLARE senza insultare o menar botte, debba rendere conto solo alla propria coscienza di questi suoi pensieri