Mega-network energetico tra paesi Europei e l’Italia continua a “trastullarsi” con l’atomica !
Nove paesi europei, mancano Italia e Spagna all’appello, si sono accordati per creare un mega-network che si propone di collegare diversi impianti e generare energia pulita a gran parte d’Europa.
Detto e fatto: nove paesi europei hanno varato il primo progetto di Interconnessione Ecoenergetica, 6000 chilometri di cavi ( parte sottomarini) collegheranno centrali eoliche, marine ed idroelettriche, la Norvegia funzionerà da “Batteria ricaricabile” (170 milioni gli abitanti serviti, 30 miliardi gli Euro investiti, entro quest’ anno i piani operativi, entro un decennio il completamento). In Italia, invece…
Sono piuttosto sfortunati i nove paesi del Nordeuropa (Irlanda, Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Belgio, Olanda, Francia e Lussemburgo) perché non hanno il sole mediterraneo: in compenso, però, hanno vento, pioggia, e maree, con cui già producono ecoenergia: centrali eoliche, centrali marine, centrali idroelettriche.
Però hanno anche un grosso problema logistico: l’ energia prodotta da ciascun impianto non è sincronizzata con i consumi degli utenti (vento, pioggia e maree sul territorio hanno ritmi e tempi ben diversi dai… consumi elettrici umani)
E allora se la sono fatta da soli… la prima “Rete Elettrica intelligente”, che risolverà brillantemente il problema. Così:
- preleverà l’ energia da dove viene prodotta e la trasporterà fin dove viene consumata, anche a grandi distanze
- accumulerà i “Surplus Energetici” caricando acqua nei grandiosi Invasi Idrici di cui è ricca la Norvegia
- nei momenti di “Deficit Energetico”, preleverà tutta l’ energia necessaria dagli Impianti Idroelettrici Norvegesi
NB: mentre la nuvolosissima e fredda Germania partecipa al grandioso progetto con l’ energia prodotta dai suoi pannelli solari… nella e calda e fin troppo assolata Italia, invece, Berlusconi e Scaiola continuano ancora a trastullarsi con un (sempre meno probabile) Nucleare Italiano.
www.progettogaia.it
siamo un paese triste