Che pensate dell'ultimo album dei Verdena?
Rispetto al suo predecessore questo nuovo lavoro, a primo impatto, mi sembra più aggressivo e meno orecchiabile. Non che sia un difetto, anzi… credo sia uscito fuori un album sporco e affascinante. Gia a partire dalla copertina decadente, che riporta alla mente certe atmosfere visive dei Velvet Underground, ci troviamo davanti ad un disco attraente e misterioso.
Ovviamente se non vi piace questo gruppo, cosa ammissibile per i fan più accaniti dell'hard rock e del progressive, non vi consiglio minimamente di accostarvi a "Requiem". I Verdena ormai li conosciamo, non possono di certo cominciare a suonare come la Jimi Hendrix Experience da un giorno all'altro.
"Marti In The Sky" inizia l'album con alcuni spari: quasi un richiamo all'attenzione. Ed infatti veniamo trainati immediatamente nella raffinata crudezza di "Don Calisto" Tra i pezzi più interessanti del disco da segnalare l'ondata elettrica di "Non Prendere L'Acme, Eugenio", le splendide ballate semiacustiche "Angie" e "Trovami Un Modo Semplice Per Uscirne" e le lunghissime divagazioni musicali de "Il Gulliver" e la conclusiva "Sotto Prescrizione Del Dott. Huxley". "Aha" e "Opanopono" sono brevi frammenti che vedono cimentarsi Luca rispettivamente alle percussioni e al sintetizzatore.
Dopo il successo de "Il Suicidio del Samurai", i Verdena non hanno virato verso qualcosa di più morbido e accessibile, ma hanno rincarato la dose di chitarre elettriche e hanno ripescato le suggestive melodie di "Solo Un Grande Sasso", per poter finalmente ricavarne qualcosa. Consigliato ****