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many2o
Autori ed editori professionisti, italiani e non, piccoli o grandi, accusano la SIAE: è la più costosa ed è pesantemente indebitata. “Calpestati i nostri diritti”.
La SIAE come l’Alitalia? Lo scenario prospettato da editori e autori italiani - riuniti sotto le tre sigle di FEM, ANEM e FA - è dei più allarmanti. La società che dal 1882
protegge i diritti d’autore non solo “è diventata la più costosa” tra quelle di “collecting europee”, ma - scrivono nella lettera inviata alla presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministero dei Beni Culturali, al direttore generale, al CDA e all’Assemblea SIAE - “ha un debito verso gli associati autori e editori che raggiunge cifre da manovra finanziaria, circa 800 milioni di euro, una cifra enorme se comparata con il debito che hanno le altre società europee”.
Un timbro SIAE
Le prospettive immaginate da editori e autori sono pessime. Eppure, poco più di anno fa, il Corriere della Sera aveva pubblicato una prima missiva contenente l’invocazione di “riforme improrogabili per
modernizzare l’Ente”. Da allora, i passi in avanti sono stati pochi.
La lista delle accuse è lunga e appare in tutta la sua pesantezza. Nella lettera si fa riferimento a diritti “calpestati quotidianamente da chi ha fatto della SIAE un proprio territorio di caccia fatto di clientele”, a occupazione per anni delle sedie dei vari comitati di partecipazione, a gente che insegue “solo il gettone di presenza, i rimborsi spese e i propri tornaconti personali”, e a chi, in generale, va a caccia di “posizioni di potere personale”.
La conclusione è però accomodante e costruttiva. Le tre sigle, infatti, si augurano di “trovare una strada comune per
proteggere la SIAE e avviare un serio piano di rilancio che permetta alla Società degli Autori e degli Editori di competere con le altre società di collecting europee sul piano dell’efficienza, della modernità e della reale tutela del patrimonio culturale del nostro paese”.
sono diventati propio ladri