TUTTI ne parlano, e molti dicono di usarlo regolarmente, ma è qui la sorpresa. Secondo la società Nielsen Online, che misura il traffico su internet, il 60 per cento degli utenti di Twitter - noto servizio online con cui è possibile condividere un breve messaggio con altri utenti - ha abbandonato un mese dopo l'iscrizione.
Una sentenza senza appello, emersa da una ricerca sul successo a lungo termine dell'ultimo famoso social network usato da celebrità come la conduttrice Tv a stelle a strisce, Oprah Winfrey, e la pop star Britney Spears. "Il tasso di mantenimento dell'audience di Twitter, o la percentuale di utenti di un certo mese che ci sono ancora il mese successivo, è di circa il 40 per cento", ha confermato online David Martin, vice presidente di ricerca primaria alla Nielsen Online. Come a dire: il restante 60 per cento saluta e ringrazia, senza farsi più vedere.
Creato tre anni fa come un servizio internet in grado di permettere agli utenti di scambiarsi e leggere brevi messaggi da 140 caratteri, Twitter è stato recentemente investito da un'ondata di popolarità inarrestabile, da quando celebrità come il giocatore di basket Shaquille O'Neal o lo stesso presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, lo hanno usato e ne sono diventati loro malgrado importanti testimonial. Come nel caso dell'attore Ashton Kutcher, che ha sfidato la Cnn, scommettendo che avrebbe raggiunto quota un milione di sostenitori su Twitter prima del gigante informativo, o sua moglie, l'attrice Demi Moore, che avrebbe addirittura impedito a una donna in California di suicidarsi grazie al sito.
E sempre secondo i dati diffusi da Nielsen Online, il sito avrebbe registrato 7 milioni di visite a febbraio di quest'anno contro le 475.000 di febbraio dell'anno scorso e si imporrebbe come vero e proprio fenomeno del momento insieme a Facebook e pochi altri.
A tre anni dall'ascesa di questo enfant prodige del Web 2.0, lo studio di Nielsen Online mette però in guardia i fondatori del sito - recentemente diventato preda ambita da parte di Google - sottolineando che un tasso di mantenimento del 40 per cento limiterà la crescita del sito.
"Semplicemente a un certo punto non ci saranno abbastanza nuovi utenti per controbilanciare quelli che abbandonano il sito", ha spiegato David Martin, aggiungendo che siti concorrenti come Facebook e MySpace, hanno tassi di mantenimento degli utenti pari a circa il doppio rispetto a Twitter. Parola di chi, proprio sulla piattaforma di microblogging più famosa al mondo, ha pensato bene di lanciare l'allarme.