Intel, il colosso americano dei microchip, ha registrato vendite record per il sesto trimestre consecutivo, allontanando i timori su un indebolimento del mercato dei personal computer e traendo vantaggio dai nuovi notebook. I risultati hanno fatto da traino al titolo che, già in rialzo del 22% negli ultimi 12 mesi, guadagnava nell’afterhours a Wall Street il 3,72% a 24,26 dollari per azione (aveva chiuso in aumento dello 0,52% a 23,40 dollari).
Nel terzo trimestre, le vendite sono cresciute del 28% a 14,2 miliardi di dollari, il massimo di sempre e all’interno del range tra 13,5 e 14,5 miliardi di dollari previsto dalla società a luglio. “E’ stato un risultato fenomemale”, ha detto il direttore finanziario Stacy Smith, sottolineando che la domanda è stata forte soprattutto in Cina, India, Turchia e Indonesia.
Intel ha inoltre riportato profitti per 3,47 miliardi di dollari, 65 centesimi per azione, in rialzo dai 2,96 miliardi, 52 centesimi per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. Escludendo le voci straordinarie, l’utile è stato di 69 centesimi per azione, meglio dei 61 centesimi previsti dagli analisti. Per il quarto trimestre, la società prevede un fatturato tra i 14,2 e i 15,2 miliardi di dollari, con un margine lordo tra il 63 e il 67%, mentre il consensus parla di vendite per 14,24 miliardi con un margine lordo del 64,5%.