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Ciò che segue non ha pretese d'esser poesia.
Non ha pretese d'esser nulla, se non pensieri.
Pensieri notturni. Stessa prassi di sempre.
Leggete per diletto, se voglia avete.
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[.Hollow.]
[.Rifuggo gli sguardi. C'è quello strano senso di sospensione, nell'aria. Mi intorpidisce.]
Non riesco a spostarla. Non riesco. Ho la mente bloccata come uno sguardo in fissa.
Vorrei che le note divorassero i secondi. I minuti. Vorrei che le note mi divorassero.
Apatica. Apatia Apatica. I violini suonano distorti, ora. Lontani. Musiche d'altri mondi.
Pioggia battente si accumula in grigie pozzanghere. Buttatici dentro. Chiudi gli occhi.
Non muoverti più. Non esiste più nulla. Solo violini d'altri mondi che suonano distorti.
Eppure non capisco. Così normale nella sua anormalità. Così anormale nella sua normalità.
Mi stringo nel cappotto. Struscio di vestiti neri. Fa freddo. Cerchi e luci nelle pozzanghere.
L'auricolare destro precipita nella sciarpa di lana. Sento mezzi violini e mezzi clacson.
Lo ripesco frettolosamente. Non voglio avere niente a che fare col resto del mondo.
Non ora. Fa troppo freddo. Troppi sguardi alieni. Troppi vetrine riflesse nel cemento.
Cammino spedita. Mi sento soffocare. Acqua negli occhi. Acqua nei polmoni. Umidità.
Non riesco a spostarla. Non riesco. Ho la mente bloccata come uno sguardo in fissa.
Vorrei morire nelle note. Schiantare il corpo contro terzine e accordi in la minore.
Disintegrarmici come l'ultima magnifica stella morente. Esplosioni in cambio di vita.
Vita autentica. Non sopporto questi giorni anestetizzanti. Li crocifiggerei. Li farei sanguinare.
Pozzanghere. Cerchi e luci nelle pozzanghere. Torbido oblio d'acqua in cui annegare.
[.Non muoverti più. Non esiste più nulla. Solo violini d'altri mondi che suonano distorti.]
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