Questo è un frammento di una roba che sto scrivendo, o forse lascerò così, chi lo sa...
<center> E scorre.
Cosa?
Non lo so.
Com’ogni cosa arriva e poi passa. Non lo diresti vero.
Ma di cosa stai parlando? Scrivi, scrivi, spingi forte sui tasti, si ma poi?
Poi…poi…beh, poi ci rimani male, perché non è come t’aspetti, come lo avresti creduto possibile.
Possibile, possibile, certo…Ma ti ascolti quando parli? Un bluesman è meno patetico. O almeno ha un vocabolario tendenzialmente più ricco.
La verità è che non dovremmo mai aspettarci nulla di buono o almeno mai pensarla troppo in là. Futuro, progetti, illusioni, sogni, speranze…mandarli allegramente a cagare. Ti sembro stupido? Direi che forse, così, ce la possiamo vivere meglio.
Credi davvero a quello che stai dicendo? O hai bevuto, come al solito?
Una bella cravatta nera stretta, intorno al collo, più stretta. Si così. Che ti manca il respiro. E tuffarsi, senza chiedersi il perché. Perché di perché si muore o s’impazzisce o si vive male.
Stai dicendo, quindi, che dovrei studiare, amare, soffrire, lavorare, senza neanche chiedermi il classico “dove – come – quando e…”
Perché? Perché mi riesce tutto così dannatamente facile? Perché piango in un attimo, soffro in due e scoppio a ridere in tre? Non dovrebbe essere tutto un po’ più difficile? Di solito la cantano così, la vita…quella dura, difficile, dove c’è da sudare. Perché tutti stanno male? Perché per tutti tutto gira a rovescio…e io non riesco neanche a sporcarmi la maglia con le dannatissime linguine alle vongole?
Quest’uomo è un pezzo da novanta, stagionato il cervello santoddio.
Uhm, no. Quel neo sul naso non va proprio bene, ma non facevano di quegli interventi con laser e roba simile? Tipo chessò, bombardarlo di robe X e fallo sparire, smagrire, imbellire, trucidare, soffrire?
Sono robe costosissime, quasi quanto un pensiero sano.
Sano, si sano…dovrei rimettermi a correre o smettere finalmente di tirare fumo giù nei polmoni da quelle dieci, venti, trenta, settecento, sigarette. Che qualcuno fulmini chi le ha tirate fuori. Respirare al ritmo del mio passo, una canzone qualsiasi a perforare i pensieri. Sano…non suona male no?
Suona male invece. Non avresti il coraggio di allacciarti bene le scarpe. Scusa più che ottima per fermarsi ogni dieci - venti metri.
E sudo anche troppo, Meglio allargarsi la maledetta cravatta. Meno stretta, più pericolosa certo, magari mi passa qualche parola di troppo dalla gola, si ma vabbè, meglio abbondare che de…
Deficiente. Proprio oggi al Tg hanno detto che “pensare” non va più di moda. Perciò su, smettila di perderti e cerca almeno oggi, di arrivare in orario.
Orario…i minuti…che belli, mi fanno pensare a quando, beh, saranno ormai una ventina d’anni fa, lo maledivo perché troppo lento. Avevo la ragazza, all’epoca.
Epoca. Dio santissimo, non sei poi così vecchio…
Si, me la ricordo bene, si. Bella. Dio se era bella. Mi ci perdevo come un bambino su quella pelle… le piaceva osservarmi.
Una cultrice dello schifo, insomma…
Bella, lei, mi ha insegnato che le cose vanno male.
Una donna solare...
E poi boh, è finita, così, non c’è sempre bisogno di un perché, è andata…
Come ogni buon film che si rispetti è il maschio della bilancia che lo prende nel culo.
Ci sarà abbastanza benzina in macchina?
E’ arrivata la macchina nuova, finalmente.
Concessionaria maledetta. Ma si può aspettare sette mesi per una macchina? E prima non si fa sentire, poi la nonna prende un infarto, la nonna di questo misterioso dipendente della concessionaria è un punto che non mi è mai stato chiaro del tutto. Insomma e io lì, a viaggiare con autobus, o sulle macchine di amici. No, no, così non va bene la cravatta, meglio ristringerla va, si perde il filo poi. E non son bravo a risistemare le cose.
Ma che ore sono? Sarai in ritardo? Come al solito.
Mah, su questa camicia bianca, io direi…uhm…la vecchia giacca marrone, quelle con pezze ai gomiti. Si, un po’ da schifo ci si deve sempre vestire. Fa pen-dant con la testa.
La mamma ti urlerebbe di correre a cambiarti.
La mamma è morta.
E il boss? Quel vecchio orso del cazzo?
Ma è possibile che mi si apra la porta della stanza e che entri mio padre con faccia gioconda dicendo: “ Dobbiamo essere protagonisti!!! ” e se ne va.
La pazzia sfiora tutti prima o poi!
O forse si sente soltanto dannatamente solo.
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