WARNING: CONTIENE ANCHE CA***TE!
Pioveva quella notte sul Gran Sasso
Le fate bestemmiavano ignoranti
Gli gnomi si facevan di purganti
e gli elfi declamavano Balasso (1).
Giuseppe, detto un dì d’Arimatea (2),
si chiese: “Che ci faccio in queste rime?”
Sentì cantar ‘Signore delle cime’ (3)
ed ebbe nostalgia della Giudea.
D’Annunzio, da abruzzese un poco osé,
cantava la marina e i suoi pastori.
Gli vennero allo stomaco i bruciori
nell’ascoltare l’ultimo Bosè.
Mia madre aveva un nome, non Lucia (4)
e ignoro che vuol dire – son sincero –
aver per padre un nobile torero (5)
Però c’abbiamo entrambi l’età mia.
Cantava, quando ancora aveva il pelo:
“Bravi ragazzi siamo, amici miei,
tutti poeti noi del ‘56” (6).
Adesso con la voce tesse un velo.
Direte: “Che cce frega del Miguèl?”
Non molto, invero, forse pure nulla.
Però la mente a volte si trastulla
che par quasi che prenda pei fondel.
NOTE
1. http://www.natalinobalasso.net/
2. http://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_di_Arimatea
3. ascoltatelo in religioso silenzio, vi prego: http://www.coromarmolada.it/signore.htm
4. http://www.mymovies.it/biografia/?a=2905
5. Luis Miguel Dominguin
6. http://lyricwiki.org/Miguel_Bos%C3%A9:_Bravi_ragazzi