Con l’erpice mi son squarciato il petto
in ottica, diciamo, esistenziale
con meriggiare un poco alla Montale
per dare fiato e corpo al mio non-detto.

Ho illuminato l’anima furtiva
Ho acceso fuochi in fondo alla caverna
Ho scritto per la gloria sempiterna
anch’io una poesia ma introspettiva.



Un giorno finirò in antologia
tra quelli che non si capisce niente:
ossianico ed un poco decadente,
diranno quelli che san di poesia.

E posto prenderò tra gli immortali
famosi in tutti e cinque i continenti
per esser sconosciuti anche ai parenti.
Sprecati come perle coi maiali.