Ma guarda che ti Fo:
Quando satireggio su Dario Fo mi prende una libidine, perche’ ‘ il Maestro indiscusso di tutti noi guitti, che e’ stato proiettato suo malgrado nel Gotha della Letteratura, lui Artista della parola e del Gramelot, che caso unico al mondo, prima ha vinto il premio Nobel per la Letteratura e poi ha scritto un libro. Forse bisognava dargli il Nobel per la Chimica, visto che e’ riuscito a trasformare in Oro i testi teatrali di (Franca) Rame...
Mah.
Sta di fatto che io a questo “Matto”, malgrado qualche recente sbandamento, gli voglio bene, e non solo perche’ so per certo che in famiglia qualche volta mi leggono ( ho ricevuto piu’ di una mail di apprezzamento dalla signora Rame) ma anche per come ha vissuto la sua vita, fulgido esempio di coerenza e di furore iconoclasta nei confronti delle ingiustizie...
Ma veniamo al punto: ha messo insieme con Albertazzi ( altro grande Maestro di cui tra non molto rimpiangeremo il non averne sfruttato il talento) uno spettacolino difficilotto, poco televisivo, con un sacco di difetti ma che la televisione di Stato ( ma guarda tu in che stato e’ la televisione) avrebbe dovuto valorizzare, se non altro perche’ realizzato da due veri Mostri Viventi.
Da qui le polemiche, le ripicche, le conferenze stampa per accusare questo e quello, finche’ ai due Maestri della Parola vine in mente un’uscita a dir poco geniale: acquistano un paginone di Repubblica e lanciano il loro J’accuse.
E cosa ti scrivono come titolo a caratteri cubitali”
QUAL’E’ LA RAGIONE DI TANTO SILENZIO?
Lasciando intuire al corto e all’inclinata che la grammatica non e’ proprio il loro forte, poveracci.
Evabbe’, invitandovi a fare altrettanto, io mi rilasso rileggendo una poesia dell’illustre letterato:
La luna e’ una lampadina
che galleggia nell’acqua
come fosse un limun
e mi sun chi suta al lampiun ( ed io son qui sotto al lampione)
che me fa mal i pe’ (che mi fan male i piedi )
o Nina
Oh, ye