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LUCE (Claudio Cisco)

  1. #1
    CLAUDIOCISCO
    Utente bannato

    Predefinito LUCE (Claudio Cisco)

    L U C E











    P R E F A Z I O N E

    Leggendo gli scritti che Cisco propone in enorme quantità, attentamente col cuore predisposto e aperto alla poesia, mi convinco sempre più di quanta ricchezza vi sia in questo autore così particolare, in quest'anima solitaria, forse incompresa, meravigliosamente creativa. Cisco non balza agli occhi di chi lo legge solo come poeta, come uno dei tanti scribacchini persi nell'immenso viale della letteratura. No! Egli è di più di questo, molto di più, non può e non merita di essere confuso nella massa. E' il dramma interiore d'un uomo originalissimo e perennemente inquieto che risalta prepotentemente all'attenzione. Nella vita come nell'arte Cisco è uguale, non distingue i due aspetti, è coerente, vero, incredibilmente sincero, è lui, sempre e solo lui, senza maschere o finzioni di nessun tipo, degno anche per questo, ma non solo, d'essere apprezzato e seguito. Cisco è nella vita reale lo stesso che si mostra nei suoi scritti, e cioè quell'eterno bambino che mai crescerà e si realizzerà nella vita pratica, un'eterna impossibilità di essere che si manifesta chiaramente in ogni sua poesia, in qualunque sua narrazione, nei suoi scritti in genere. Non ho mai conosciuto in vita mia un modo di essere così particolare come quello suo, drammaticamente chiuso ad ogni contatto con la società e col mondo reale ma paradossalmente ricco di idee, pensieri, emozioni, cose da dire e comunicare, un vero vulcano di creatività, un flusso inarrestabile di sensazioni, di elettrizzante energia capace di travolgere chiunque lo legga. E' un esempio di vita interiore, di profonda meditazione cercata, voluta, desiderata, oserei dire quasi bramata, un contatto diretto col proprio io che sente la necessità e il bisogno di esiliarsi per ritrovarsi ancora una volta, esprimendosi e rinnovandosi continuamente. Cisco è talento naturale ed istintivo prima di tutto, è anima vivente che trova nella sua arte l'immortalità, trae dalla fervida fonte dell'ispirazione, la sua linfa vitale, quell'energia in grado di lasciar spaziare uno spirito così libero ed etereo, fuori dalla misera prigione del suo corpo mortale e la sua poesia piomba nel trascendente sospinta dalla forza del pensiero e della mente, dalla vittoria dell'immaginazione sulla banalità della vita pratica. Davanti a quest'ottica di valutazione del tutto singolare, qualunque suo scritto, anche una virgola o una semplice parola, diviene ricco e palpitante di idee, di emozioni, di poesia nel vero senso della parola. E' impossibile insomma inquadrare Cisco in un contesto letterario ben specifico: E' la sua anima che si frappone prepotentemente davanti ad ogni valutazione, scardinando ogni identità letteraria. La sua inconfondibile e grandiosamente patetica figura d'uomo è al centro di ogni possibile giudizio; per questo motivo mi sottraggo volontariamente dalle tematiche riguardanti l'opera in questione perchè essa, sia pure fondamentale e valida, passa quasi in secondo piano eclissata dalla potenza espressiva in genere del proprio autore. In conclusione, auguro con tutto il cuore al mio amico, prima di ogni cosa, e poeta Cisco di continuare il gratificante cammino letterario in perfetta simbiosi con questo suo strano vivere, per formare una comunione di emozioni uniche, vive e sempre nuove che dura da sempre rinnovandosi continuamente, arricchendo il lettore ma soprattutto egli stesso.



    FRANCESCO RINALDI
















    LUCE

    Quando nel buio della notte
    perdutamente solo
    come un bambino prego,
    sento nascermi dentro una forza improvvisa
    calore ed energia mi esplodono nel corpo,
    ed è di nuovo LUCE nella mia anima
    di nuovo LUCE dentro i miei occhi
    gioia nel cuore
    festa di sorrisi.
    Quando invincibile
    il male sembra sconfiggermi
    ed ombrosi pensieri mi spingono verso la morte
    una potenza positiva forte come un fuoco
    scorre divampando nelle mie vene
    ed è di nuovo LUCE nella mia anima
    di nuovo LUCE dentro i miei occhi
    pace nel cuore
    libertà nella mente.
    Quando con brividi di freddo
    la paura mi assale
    ed io credo di non farcela più
    una voce intima mi infonde coraggio
    pronta ad aiutarmi mi tende la mano
    ed è di nuovo LUCE nella mia anima
    di nuovo LUCE dentro i miei occhi
    amore nel cuore
    equilibrio nella mente.
    Quando terrorizzato d'invecchiare e di morire
    solo senza compagna e senza amore
    sono schiavo del terribile pensiero che la mia vita non abbia senso o valore
    tu cancelli di colpo questa mia agonia
    la tua presenza rende preziosa la mia esistenza
    ed è di nuovo LUCE nella mia anima
    di nuovo LUCE dentro i miei occhi
    serenità nel cuore
    comunione con te attraverso la mente.
    E' di nuovo LUCE, LUCE e soltanto LUCE!
    E spariscono le tenebre
    fuggono da me fantasmi e demoni
    è sconfitto il serpente.
    Solo LUCE, LUCE, e per sempre LUCE.
    Ed io ora so
    che non smetterai mai di illuminarmi.






    VIALE ALBERATO D'AUTUNNO

    Cade una foglia
    soffice piuma
    leggera
    volteggia nell’aria
    come una ballerina che danza sulle punte
    poi
    si posa per terra
    sul tappeto di questo viale alberato
    anch'essa
    parte d'una coperta
    ingiallita
    di foglie morte.
    L’autunno è arrivato
    con la sua malinconica dolcezza
    ed ogni albero si sta spogliando
    del proprio vestito.
    I rami ormai nudi
    sembrano tendere
    le proprie braccia al cielo
    quasi come ad abbracciarlo.
    In un amplesso tenero ed appagante,
    io mi stringo a te,
    alma Natura,
    voglio cogliere ogni tuo palpito
    e respirare il tuo stesso respiro,
    vestendomi dei tuoi colori.




    CASTELLO ANTICO

    Il castello
    sta
    là,
    disteso sul colle
    come statua imponente.
    Guarda
    nebbie e fantasmi
    terre ed oceani
    monotoni e spettrali
    nel tempo che passa.
    Ricorda
    lotte e tormenti
    amori e passioni
    nel volgere lento
    dei secoli.
    Fra quelle mura antiche e millenarie
    trova ancora rifugio un vecchio gabbiano
    ammalato e stanco
    che mira da lontano
    le immense acque solcate nei voli.




    MONTAGNE

    Maestosi giganti addormentati
    o eruttanti fuoco fra le gole,
    vi osservo in silenzio su pendii boscosi di valli ridenti
    brillare al sole come rocce ardite.
    Cime svettanti che austere sfidate il cielo
    incontrastate padrone dei grandi silenzi
    accogliete le aquile, scrutate i mari
    riconciliatevi con l’immenso.
    Dolci declivi bianchi di pura neve,
    inesplorati paradisi e regno di purezza,
    siate finestra aperta verso l’infinito,
    dove quiete e pace dànno ebbrezza.
    Voi segno di grandezza vera,
    espressione della potenza della natura madre,
    noi al confronto tante formichine,
    prede di paure e confusioni.






    PRESAGIO DI MORTE

    Ho un presagio,
    qualcosa serpeggia nell’aria,
    striscia invertebrata nella memoria,
    credo sia angoscia,
    spettro del mio respiro pesante.
    Ansimo,
    ho il fiato corto,
    sarà paura,
    e m'abbandono,
    vinto.
    E' punta di spillo che penetra le mie carni,
    solitudine
    vuoto,
    è vento di ghiaccio che invade
    rapida mi scava nelle ossa.
    Schiava la mia mente di lei e del suo male
    vorrei almeno vederla, comprenderla
    ma ella non si mostra,
    mi osserva,
    la si sente e basta.
    In un muto silenzio
    come trasparenza nascosta
    penetra profonda nelle mie pupille,
    non posso che subirla ma adesso so cos’è:
    presagio di morte.




    L'ANTICAMERA DELLA MORTE

    La paura dilata il tempo come un elastico
    il cuore palpita disordinatamente,
    ansima il respiro.
    Occhi catturati dall’inquietudine,
    sguardi impietriti dal terrore,
    il volto è una maschera.
    Il corpo dapprima si oppone,
    si dimena,
    poi affoga in una lenta agonia.
    Mentre il torpore immobilizza gli arti,
    il cervello resta lucido qualche altro istante,
    poi si perde la concezione dello spazio e delle ore.
    Confusa e impaurita la mente,
    l'abbandono può sembrare dolce e soffice,
    l'ultimo respiro sembra seta.
    L’uomo ora è rigido,
    si adagia smarrito,
    perduto.
    L’attimo che segue è l'anticamera della morte,
    il tempo immoto,
    gli occhi pesanti, opachi, vitrei.
    A malapena distinguono i colori,
    si allontanano dalla vita,
    graffiano la memoria.
    Alle luci dell’alba
    sguardi deliranti sigillano le tenebre
    le labbra spalancate in una smorfia amorfa.
    La morte brinda in calici d’argento,
    il silenzio diventa
    perfetta armonia.






    LEI MI SEGUE

    Ovunque io vada
    lei mi segue
    in silenzio
    discreta
    e senza farsi notare.
    Ogni tanto mi sembra
    di sentirne il respiro
    dietro ogni angolo
    ogni porta
    ogni passo.
    Non serve correre
    rifugiarsi
    scappare chissà dove
    lei è la mia ombra
    e ci sarà sempre.
    Non riesco proprio
    ad allontanarla da me
    mi ossessiona
    sono l’unico ad accorgermi di lei
    soltanto io riesco a vederla.
    Ma forse una soluzione c’è
    no! non cadrò nelle sue braccia
    non sarò il suo burattino abbandonato
    ormai ho deciso
    sarà la mia poesia a farmi fuggire da lei per sempre.






    IL MIO DESERTO


    Non ho mai conosciuto amore alcuno
    in quest'orrido deserto
    che è la mia vita,
    solo miraggi d'amore inesistente
    sete d'acqua mai bevuta.
    E' il deserto
    quello nel quale mi ritrovo,
    ricordo che è stata la mia culla,
    momenti di intensa solitudine,
    di preghiere inascoltate rivolte al cielo.
    In fondo è sempre in esso che mi sono ritrovato
    dopo lunghe corse affannate ad inseguire il vento,
    a sognare di raggiungere le stelle,
    nei miei occhi neanche un raggio di quel sole,
    solo freddo nell'anima e nulla più.
    Sento la notte nel mio cuore,
    alitare con lunghi interminabili silenzi
    giovinezza sfuggita fra le dita e perduta per sempre
    sogni svaniti all'alba.
    Non mi è rimasto che rifugiarmi nel deserto, amico fedele
    lì anche se triste ogni cosa è mia,
    è solo sabbia lo so, echi di silenzio
    ma almeno non posso perdere
    ciò che non ho mai avuto.
    In questo mio deserto
    il niente è tutto per me,
    e il mio tutto è niente per il mondo,
    oggi è la mia casa,
    domani, la mia tomba.







    SOLO

    Pagina di giorni inutili
    spesi a pensare e piangere,
    muta amica di parole confidate ad un diario
    silente fanciulla triste ma accattivante.
    Con la tua veste leggera di tulle
    mi inviti a ballare
    un giro di danza e mi dici perfino:sai che amo ballare con te! Mi afferri le mani e me le stringi forte
    ed io mi sento cosí bene,
    è tutto incredibilmente assurdo
    incomprensibile.
    Ma non vedi la contraddizione
    nella nostra amicizia?
    Io con te dovrei sentirmi…
    solo!





    PULEDRINO

    E’ una piccola bellezza la sua
    in tutti i sensi,
    con quelle gambette ancor deboli.
    Venuto alla luce da una settimana,
    ha sempre un’aria incuriosita
    per tutto ciò che di nuovo gli sta intorno.
    E’ completamente nero come la notte,
    con soltanto un piccolo raggio di luce sulla fronte;
    fa tenerezza con quel corpicino che appena nato muove i primi passi.
    Non so... ma questa piccola creatura
    possiede una bellezza estranea a questo mondo, una novità
    due occhietti dolci che osservandoli ti fanno innamorare di lui.
    Ora, disteso fissa il vuoto
    chissà a cosa pensa!
    le sue orecchie attente aspettano qualcosa di curioso.
    Appena la sua mamma si muove
    lui la segue come se avesse paura di rimanere da solo,
    in questo mondo che sente ancora straniero.
    Con quelle lunghe gambette e tutto il suo corpicino
    scoprirà pian piano la vita
    e non sarà più un gioco.
    E chissà,
    forse un giorno sarà libero di correre lungo i campi
    da solo con la sua raggiante bellezza.




    AL MIO CANE

    La tua presenza
    colmava il vuoto
    della mia oziosa solitudine,
    spesso mi contrariava
    il tuo lungo abbaiare
    che ora mi manca da morire.
    Mostravi tutta la tua gratitudine
    stendendoti ai miei piedi
    e mi contemplavi,
    parlavi con gli occhi
    ci capivamo
    nell’incrociarsi dei nostri sguardi.
    Ci ritrovavamo sempre
    nel nostro mondo
    pieno d’abitudini,
    forse
    non ero solamente il tuo padrone
    ma il vero amore.
    Oggi non ci sei più
    la tua festosa compagnia
    si è dissolta
    nella morte
    ricoperta
    dalla nuda terra.
    Ma per me
    rimani sempre una ferita aperta
    incancellabile ricordo dentro al mio vuoto
    nel ripiombato abisso
    d’un’altra e più profonda
    solitudine.



    FARFALLE

    Le ali son come petali
    di fiori colorati,
    e con eleganza
    volano posandosi sui prati.
    Ed è in festa la radura
    per quelle piccole creature sospese in aria,
    sorride gioiosa
    la natura tutta.
    Un’esistenza tanto fragile
    quanto bella e preziosa la loro
    che dura solo qualche giorno,
    il tempo di imparare a volare e farsi ammirare.
    Ma a differenza degli uomini
    accomunati dallo stesso destino,
    son felici ugualmente mostrando di apprezzar la vita
    e spensierati si godono
    la loro breve gita terrena.
    Son consapevoli
    d’aver concorso fino in fondo
    a far stupire gli uomini
    e colorare il mondo.





    L'AQUILONE

    Un esile ma robusto filo
    ci lega l'uno all’altra
    e tu mi conduci senza esitazioni,
    ed io posso andare più in alto
    e scorgere paesaggi sublimi.
    Corri veloce
    ammiro il mondo oltre la collina,
    al di là delle montagne fino al mare
    dove il cielo dona voce solo al mio respiro
    mentre l'infinito abbraccia i miei pensieri.
    Qualche nuvola all’orizzonte
    accompagna il mio volo sempre più leggero
    ed il vento mi sostiene l'anima
    innocente e bambina in questo cielo azzurro,
    più su di così io non sono stato mai.
    Non so se le mie ali sono davvero forti,
    o sei tu che mi incoraggi,
    da quassù ogni segreto,
    ogni promessa,
    sembrano più veri.
    Di quella terra lontana non scorgo più nulla,
    quasi fosse ormai dimenticata e perduta
    qua in alto tutto sa di eternità,
    sto assaporando lentamente
    la magia che mi circonda.
    Vorrei descriverti ogni cosa che vedo
    trasferendoti le emozioni che provo
    ma tu continui sempre a dirigermi,
    non ho paura di volare, sai
    mi sei vicina nei pensieri.
    Ora conosco i desideri del cuore
    vivono scolpiti in me
    ed io volerò per sempre
    e ti porterò con me ovunque
    al di sopra di queste montagne, oltre l'orizzonte
    nello spazio infinito.





    TU

    Tu!
    un vento gelido che consuma il respiro,
    un bacio di lapide
    dal sapore di terra,
    tu mi indichi il cammino verso la morte.
    Tu!
    sei la notte del vampiro
    che sorge dalle macerie della mia disperazione
    triste riflesso di luna piena,
    tu godi della mia rassegnata sconfitta.
    Ma tu non sai
    di quella scritta scolpita sul legno
    di un ulivo arso dal vento,
    che perde sangue lasciando un segno eterno di riscatto.
    Tu sconosci
    che quella morte mostrava la vita
    non più pioggia di dolore ma riso di angeli
    in quella croce la definitiva vittoria.





    C'E' QUALCOSA

    C'è qualcosa che immagini
    quando sei bambino
    e che poi perdi da grande.
    E' una sensazione magica
    figlia della tua innocenza
    vivida d'una luce quasi immortale.
    Ma se da adulto riuscirai a ritrovarla,
    davanti ai tuoi occhi
    come per incanto si aprirà l'universo.
    E le sue leggi lo governeranno con amore
    e sarà armonia
    bellezza cosmica.
    L’oceano non ti farà più paura
    e vorresti essere una goccia d’acqua
    per unirti al mare.
    E scoprire il tutto
    essere in simbiosi con la natura
    ammirarne il fascino.
    Vorrai dare agli altri
    la ricchezza che avrai dentro,
    fino ad entrare in comunione con Dio.
    Sentirai il bisogno di parlargli nel silenzio del tuo cuore
    ringraziarlo per averti donato la vita
    con le sue meraviglie sempre nuove.





    SOGNO SVANITO

    Sono in un prato,
    un grande prato fiorito,
    pieno di pace
    e silenzio,
    lì vedo i miei sogni perduti
    impossibili
    finiti.
    Ci sei anche tu con essi
    mi tendi le braccia con i capelli al vento
    accenni un sorriso
    ed io ti corro incontro,
    ma di colpo mentre sto per sfiorarti
    il mio sogno si spezza,
    e il prato ridiventa il mio letto.
    Il cielo torna ad essere un bianco soffitto,
    tutto intorno si trasforma
    il sole diventa luna,
    il giorno notte,
    ed è caos nella mia mente,
    tormento nel cuore,
    mi ritrovo solo.
    Non più il tuo sorriso
    ma lacrime nei miei occhi,
    quella brezza leggera è ormai vento freddo sul mio viso,
    addio mio dolce sogno inghiottito dalla realtà
    di te mi rimarrà solo il ricordo
    e la speranza di incontrarti di nuovo,
    intanto mi consumo nella mia tristezza.




    AD UN PASSO

    La tua esile figura,
    trasfigurata nello specchio dell’universo
    come spicchio di luce scende dall’alto
    e attraversa cieli
    strati di lucide gemme.
    Entra così nel giardino della mia vita
    fiore rigoglioso che affonda radici
    nella terra della mia carne,
    mutando destinazione
    orientandosi su di me.
    Ed è amore
    puro
    asceso come in un vortice
    alimentato dalla forza della speranza,
    pervaso da particelle fuse di materia.
    Imponente figura
    regina e sovrana
    giri le spalle
    all'ultimo sguardo della tristezza
    ormai
    ad un passo dall'amore immortale.






    CONCHIGLIA

    Come una conchiglia
    che racchiude in sè
    i profumi e i segreti del mare,
    attendi che le mie mani calde
    si posino su te,
    forti e gentili,
    per raccogliere la tua essenza.
    Spuma di mare e salsedine sulla mia pelle,
    accarezzi il mio involucro
    fragile eppur millenario con te vicino
    mi osservi mostrandomi la tua fiduciosa nudità,
    per poi sussurrarmi all’orecchie
    suadenti parole d'amore
    in un mistico erotismo.
    Portami con te
    nell'intimità di un pensiero ribelle,
    cullami,
    come onda che lambisce le coste,
    scaldami,
    con carezze e sguardi penetranti
    infine vivimi.
    Tu sarai per me fantasia che non teme realtà
    ed io sarò per te complice silenzioso e compagno di giochi
    di fughe e ritorni,
    innocenze e malizie
    brezze di desiderio
    che spirano gioiose
    e rallegrano il cuore.
    E saremo
    semplicemente noi,
    attimi di vita,
    creature senza tempo
    anime viventi
    liberi
    indelebili.



    MARIONETTE

    Cantavo il mio romantico sogno nella notte,
    sul palcoscenico buio di un teatro
    dove piccole marionette
    allibite mi guardavano.
    Tutto intorno
    il vuoto più assoluto
    non percepivo umana presenza
    all'infuori di quei ridicoli pupazzi colorati:Solo noi possiamo comprenderti, sappiamo ascoltarti, abbandona gli umani e salta qui sul palco da noi! mi dissero in coro.
    Così feci
    e diventai burattino tra i burattini
    rinunciai alla solitudine d'essere uomo
    scelsi i colori, il teatro, le marionette
    diventai uno di loro.
    Su quel palcoscenico
    recuperai la mia vera dimensione
    mi ritrovai folle e disperato
    ma libero e felice.





    ISTANTE ETERNO

    Mi svegli di sopprassalto,
    la notte è carica di misteriosi segreti.
    Esco dalla mia morbida tana
    ed inseguo una fata irrequieta.
    Mi conduce lì,
    in luoghi soavi ed incantati.
    Boschi incontaminati, fiumi e laghi scintillanti
    profumi nascosti eppur quasi reali.
    Lì incontro gli elfi, mitiche originali creature
    e anche gnomi, folletti, e tanti strani esseri sconosciuti alla realtà.
    Rimango a braccia aperte sotto cascate d'acqua cristallina
    poi volo libero tra vulcani e nuvole.
    Guardo affascinato ma non domando nulla
    non oso chiedere dove sono.
    So soltanto che è stato un istante eterno,
    spazzato via troppo in fretta dalla bufera della vita.








    IL VUOTO DI UN PAGLIACCIO

    Ti aspettiamo
    e ora che entri in scena
    indossa la tua maschera
    con quel grosso sorriso stampato sul viso,
    ed il trucco che ormai fa parte di te.
    Nella voce e nei gesti,
    un po' mimo e un po' attore
    sai far tacere il tuo cuore
    t'illudi di tornare bambino
    dimentichi in quegl'istanti la tua tristezza.
    Cadi, rialzati, ubriacati,
    balla, grida, scherza
    e noi saremo lì,
    a guardarti, a ridere, ad applaudirti
    sei un attore e come tale devi essere trattato.
    Nessuno di noi in platea si domanderà chi sei,
    proprio nessuno si preoccuperà delle tue sofferenze,
    per noi sei solo un pagliaccio
    una maschera e nulla più
    ci interessi per come appari, non per quello che sei.
    Quando le luci del palco si spegneranno,
    tu ti troverai solo con te stesso
    come sempre del resto
    e l’immagine tua vera riflessa
    non potrà più far ridere.
    Non sarai in grado di mentire
    e quel grosso sorriso si trasformerà in lacrima
    una lacrima amara
    che scenderà sul tuo viso
    fino a scioglierne il trucco.
    Ti auguro, caro pagliaccio
    che la tua vita sia come la scena
    felice e divertente
    e che tolta quella maschera
    non ci sia più il vuoto.






    SUSSURRI

    Solo sussurri
    parole senza voce
    sovvien la morte,
    riverberi di luna
    a illuminar la notte
    ritagliano paure ancestrali.
    Occhi negli occhi
    scorre l'ultimo sangue
    mani giunte in preghiera,
    antiche speranze in Dio
    amor oltre la vita
    sigillato in eterno.






    IL GIOCO DELLA MORTE

    Si è fatta bella
    la morte,
    che con mano gentile
    dell'inferno m'ha schiuso le porte.
    Stanotte ha indossato per me
    l'abito da sera,
    soffiandomi lieve sul viso
    un alito di primavera.
    E' Bella!...E' santa!... Così vestita da *******,
    giarrettiera, pizzo e calze a rete.
    Con mosse seducenti s'aggiusta la gonna tra le gambe,
    mentre si aggira furtiva con la sua falce intorno a queste tombe.
    Intenso il suo odore,
    inebria come vino l'aroma del peccato,
    gocce di mistero i suoi occhi,
    sensuale si manifesta il profumo del tormento.
    Malizioso e penetrante il suo sguardo grigio fumo
    m' ha legato con robuste catene
    e posseduto sull'altare del piacere
    attimo di fugace emozione.
    Come rito sacro
    di gran sacerdotessa,
    intenta a celebrare
    messe nere.
    Pezzi di carne cruda
    e sangue offerti in sacrificio,
    calice di fiele per acquietare
    l'ansia nell'oblio.
    Incantevole, dolce ella appare
    e io l'ho amata
    su un letto di passione impudica e discinta
    intensi orgasmi i nostri tra lenzuola di seta,
    nettare d'ambrosia e miele il suo calice.
    E' cosi bella....Così dolce ....Mio Dio !
    sul viso vivida
    risplende una luce.
    Sembra innocente e pura
    come una bambina,
    il mio nero angelo
    invece mi tenta come una sfrontata sgualdrina.
    La cerco!... La voglio ... La bramo!...
    non conosco il suo nome
    ma in silenzio
    la chiamo.
    Da questo mucchio di cenere e ossa
    dove e' sepolta sotto nuda terra,
    la mia sconsacrata fossa
    è già pronta.
    Leggera come un'odalisca
    ella volteggia su opposti cieli,
    sinuosa muove i passi di una strana danza,
    sventolando lunghi veli.
    E' allegra...libera... e mi sorride!

    Mentre cerco di afferrarla con le dita scheletrite,dimmi come ti chiami! le chiedo finalmente, me lo scrive con rossetto color porpora
    su una lavagna azzurra
    illuminata da una stella:Amor mi chiamo io! E dolore e'... l'eterno compagno mio!mi risponde.





    PREGHERO'

    Pregherò per chi mi ha creato
    e per te che mi sei sconosciuto,
    per chi nel deserto arso dal sole
    brama un sorso d'acqua
    e per chi nel freddo degli inverni
    batte i denti esposto alla neve.
    Pregherò per chi crede di cambiare
    qualcosa con una guerra,
    e allo stesso modo pregherò
    per chi suda nella valle della vita,
    mentre scuote con fatica
    le zolle della propria terra.
    Pregherò per chi cura le piaghe del corpo
    non vedendo le ferite della propria anima,
    pregherò anche quando da te
    sarò cacciato, non capito
    perché solo di parole sarò vestito
    e di fede consolato.
    Pregherò accettando
    il tuo passo nel mio confine
    condividendo senza spartire,
    imparando a servire prima di mangiare
    porgendo rispetto perché anche tu come me
    non rimanga da solo ma faccia parte di un tutto.
    Pregherò per chi è rinchiuso
    dentro o fuori le mura,
    che sia prigioniero d’ingiustizie
    o per le proprie colpe,
    per chi è un re e si sente povero
    e per chi è povero ma si sente un re.
    Pregherò per i tuoi azzardi
    perché non di sola mano sarà il peccato
    ma conteranno anche gli sguardi
    di chi umilia con occhi e gesti,
    pregherò per chi non crede
    e per chi da poco ha imparato a farlo.
    Pregherò senza giudicare perchè ho peccato più di te
    io che non so neanche il tuo nome,
    pregherò senza limite alcuno
    e ancor più per chi ha offeso
    nella speranza che scopra
    il valore di un perdono.
    Pregherò
    chiunque tu sia
    alla luce del sole
    o nel buio di questa notte
    perché tu mi abbia al fianco
    qualunque sarà la nostra sorte.





    LA BAMBOLA GONFIABILE

    Per quante notti
    ti ho tenuta stretta a me, mio pneumatico amore
    sotto le lenzuola come una vera amante!
    Ti ho baciata, accarezzata, posseduta
    quanto liquido seminale ho versato su di te
    e quante dolci parole d'amore ti ho sussurrate.
    Eri giovane in viso con trecce infantili
    seducenti le tue forme
    ti mostravi sempre pronta e disponibile.
    Oggi rido di te
    dell'assurdità di averti comprata
    e tenuta nel letto con me per così tanto tempo.
    E' stata solamente follia
    o la mia solitudine forse è la chiave d'ogni risposta
    ma non c'è nulla di logico in questa pazzia che è la vita.
    E' la mente umana
    specie la mia nella propria lucida follia
    ad esser così ammirevolmente imprevedibile.




    CARITA'

    Siede un mendico
    lungo la strada
    con voce querula
    tende la mano.
    Passan le donne
    lo sfioran gli uomini
    nessuno sguardo
    verso il vecchio scarno.
    Eppur egli tende
    più smunto il viso
    sempre protesa
    la mano tremante.
    O perchè mai
    indifferente l'uomo
    alla miseria resta
    del proprio fratello?



    ATTESA

    Felici tanto
    al tremulo trillar d'un campanello
    i bimbi escono da scuola.
    Ed erra una gran gioia tutta intorno
    che irrompe impetuosa nel cortile
    fra dolci braccia trepide d'attesa.
    E' tutto un luccichio di mille speme
    di palpiti e d'amore
    su cui sorride intatto l'arco dei cieli.






    MIA STREGA

    Balla mia strega
    balla per me muovendo più forte i fianchi
    balla con il corpo e con l'anima.
    Balla sotto questa luna piena
    colora d'argento i miei sogni
    nei tuoi occhi vedo riflessi cosmici diamanti.
    Non ho bisogno di bere il tuo filtro
    mi hai stregato solo con lo sguardo
    mi hai in tuo potere ormai.
    Riempimi i sensi e l'anima di te
    abbandonati tra le mie braccia
    e regalami la tua follia per sempre.





    LA BELLEZZA DEL SILENZIO

    Chiuso in un silenzio
    senza fine
    la solitudine mi fa compagnia.
    E' bello il silenzio
    è di una bellezza
    che fa paura.




    COLORI SPENTI

    Tu, bambino che abbracci un fucile e spari,
    dimmi cosa guardi lassù.
    Io vedo solamente un cielo di fuoco che illumina la notte,
    cammino tra i campi ed urto contro… la morte.
    E tu, bambino che schiavo fai la guerra imbracciando un fucile,
    dimmi, raccontami di quando nei prati vedevi fiori bianchi.
    Io… non li vedo più!
    osservo solo occhi che non guardano più alcun colore,
    orecchie che non sentono più alcun rumore
    cuori che non provano più alcun dolore.
    Erba spezzata, prati calpestati, fiori contaminati.
    Io bambino Italiano chiedo a Dio per te,
    un infinito giardino, che risvegli il tuo cuore e ti riporti a giocare.





    OCCHI SENZA LUCE

    Ti guardi riflessa allo specchio,
    sei giovane ancora,
    ma come sei diventata adesso?
    chi sei?
    Hai il viso di sempre,
    i gesti, le smorfie
    non son cambiate,
    ti manca il sorriso lo so
    ma sei tu,
    sei quella di prima,
    la stessa che un tempo correva felice
    ingenua, innocente, serena
    con gli occhi pieni di sogni,
    diamanti di luce
    sei sempre tu,
    son solo passati due anni!
    tu non puoi sentirti già vecchia.
    I sogni
    ti sono stati rubati dal destino
    e tu,
    sei da sola nel mondo,
    fantasma vagante senza pace
    inquietudine nell'anima.
    Dolore?
    Sì,
    tu l’hai conosciuto, vissuto
    ma ora non è tempo di morire come credi
    devi reagire
    risorgere dalle macerie
    vedrai cambierà solo se tu ti ritroverai
    e ritornerai ad essere quella di ieri.
    Adesso anche gli occhi
    sembrano spenti
    e non è rimasto che vuoto,
    un corpo riflesso allo specchio,
    privo d'identità, senza reazioni
    che non sa chi sia,
    giovane ancora,
    ma vecchio dentro,
    vivo
    ma senza sangue nelle vene,
    con un viso che non sorride
    e due occhi senza luce.







    MELODIE DEL CUORE

    Ho riascoltato oggi,
    dopo anni,
    una musica che non sentivo più:
    liuto, violino, arpa e chitarra.
    Una cascata di suoni
    che prima, la mia tristezza,
    mi impediva di apprezzare;
    le scale di chitarra
    percorse da dita alate;
    i trilli del violino
    suonati da un archetto fatato;
    le note del liuto
    toccate con dolce armonia;
    le fantasie dell’arpa
    cercate fra una miriade di corde;
    ma la mia anima, prima, non era serena;
    e non c’è mente più chiusa di quella
    che non si vuole concedere!
    Ma oggi, di nuovo,
    ho apprezzato quelle melodie
    e che gioia sentir cantare nuovamente il cuore!




    LA VOCE DEL CREATO

    Musica nell’universo
    come di mille strumenti
    agli occhi nascosti
    ma palpitanti di ancestrali note.
    Armoniose spirali si diffondono,
    vagano sospinte dal vento,
    cullate dalle onde del mare,
    vestite della tenerezza di un’alba,
    del riverbero infuocato di un tramonto.
    Melodie piovono dal cielo stellato,
    scivolano sui raggi di luna
    e si librano nel silenzio della notte
    come nenia al sonno degli umani.
    Suoni sublimi rapito percepisci
    se incontri il languido sguardo di una donna
    o il candido sorriso di un bambino,
    se chi soffre con gli occhi ti ringrazia,
    grato apprezzando una tua carezza.
    Non soltanto gli artisti hanno sensi
    per cogliere il bello della vita:
    basta lasciare fuori da se stessi
    il fragore del mondo
    ed ascoltar la voce del creato,
    di ciò che ci circonda e che ci parla
    di quanto la Natura ci ha donato.








    STILLE DI SENTIMENTI

    Stille di sentimenti
    imperlano i miei occhi,
    scavano solchi sul viso,
    scendono lunghe e piovono
    su questo foglio vuoto.
    Lacrima il mio pensiero,
    piange il ricordo
    di un passato lontano
    che più non può tornare
    immobile come mummia imbalsamata.
    Di quel che avevo in mano
    e distratto lasciai cadere,
    di ciò che allora non colsi
    ed incosciente sciupai
    nulla più mi rimarrà.





    GLI OCCHI DI UN BAMBINO

    Guarda la luce
    negli occhi
    di un bambino,
    osservane la purezza,
    la voglia di scoprire,
    l’innocenza.
    Guardala attentamente,
    fanne tesoro,
    proteggila,
    è il riflesso d'un angelo,
    melodia del paradiso,
    ninnananna e girotondo di eternità.
    Solo quella luce autentica
    riuscirà a rimetterti
    in pace col mondo,
    sarà l'unica ragione
    per cui valga la pena
    vivere e sperare nel domani.








    ELEVATI POETA

    Elevati, poeta!
    agita forte le ali della fantasia
    e portati in alto,
    dove non giunga il rantolo
    di questa umanità morente,
    il fragore delle armi,
    la disperazione degli oppressi.
    Allontana dallo sguardo
    le brutture di un mondo
    contaminato e contorto.
    Immergiti nell’argento lunare
    e fatti specchio per riflettere
    su questa derelitta terra,
    un raggio rubato al sole
    che illumini le menti
    e sia speranza d’un futuro migliore.
    Eleva, ispirato Aedo,
    un canto di pace che come neve
    scenda ad ammantare le valli
    ed addolcire i cuori.
    Celebra la Natura,
    che pur maltrattata e stanca,
    ogni giorno si veste di bellezza
    per far felice l’uomo.





    I VECCHI

    E guardo questi volti stanchi
    il mio cuore e la mia anima
    si aprono a nuove sensazioni profonde
    di indicibile tenerezza
    che mi conducono alla scoperta di un mondo
    a me prima sconosciuto.
    Provo a ridisegnare la vita di ciascuno di loro
    anime vaganti in un limbo immaginario
    ma così terribilmente reale
    quasi tangibile.
    così disperatamente soli, avviliti, scoraggiati
    invecchiati di fuori ma tornati bambini di dentro.
    Menti brillanti un giorno ormai lontano
    ora prigioniere di se stesse
    dove le parole che escono dal cuore
    diventano solo suoni col sapore salato
    delle loro lacrime non viste,
    vecchi considerati morti ancor prima di esserlo.
    Sarebbe così semplice capire, provare nella profondità di noi stessi
    tutti i sentimenti che ci propongono
    inconsapevolmente queste anime silenziose
    che forse non hanno avuto il tempo di dire, ieri:
    “Io vado. Esco di scena.
    Ti lascio il palco della vita; il prossimo atto è tuo”.






    SCONVOLGIMI

    Trascinando la mia anima per i capelli
    portami negli oceani più tumultuosi,
    facendo ondulare nelle profondità
    il mio esile essere come un fuscello.
    Poi di corsa
    trascinami nei deserti più arroventati,
    con migliaia di serpenti ai miei piedi
    in modo che io possa atterrirmi.
    Quando tu mi prendi il cuore e lo stomaco
    sei peggio di un cancro
    non hai pietà
    mi annienti, mi distruggi.
    Spingimi da altissime cascate
    e lanciami giù per lasciarmi affogare nelle acque impazzite
    facendomi percepire il vuoto assoluto
    più terribile della stessa imminente fine.
    Segregami in caverne
    popolate da infimi animali
    che possano succhiare
    quasi tutto il mio sangue.
    Fammi sostare in vallate sconfinate perennemente ghiacciate,
    abitate da enormi rapaci
    pronti ad affondare i loro poderosi artigli
    nella mia povera carne.
    Sii spietata e crudele con me
    perchè sai esserlo se vuoi
    questa è la tua essenza di donna angelica
    pronta all'occorrenza a diventare diabolica.
    Svegliami nel cuore della notte
    accelerando i miei battiti all'impazzata
    e poi via nelle foreste più nere
    tra il rumore assordante delle piogge battenti.
    Voglio che tu mi faccia sentire
    il suono minimale della follia,
    mordimi quando fai l'amore con me
    mischia sangue e orgasmo, orgasmo e sangue.
    Fammi raggiungere le cime delle montagne più alte
    ed ascoltare il fortissimo sibilo del vento,
    poi giù nelle grotte più oscure e remote
    dentro l'occhio di uragani giganteschi.
    Sarò nudo come un verme
    ma tu indifferente ai miei lamenti
    mi lascerai schiavo di dolorose tagliole
    coi miei piedi lacerati da piaghe.
    Insieme a te avrei voluto tante volte morire,
    guardami!
    mi è rimasta soltanto
    un po’ di compassione per me stesso.
    Se mi farai tutto questo
    io ti amerò di più,
    amore mio
    sconvolgimi!





    PICCOLO RIVOLO

    Ascolto il ruscello
    mentre lento ma eterno
    scorre assieme ai miei pensieri,
    ai ricordi di una vita.
    Gocce distillate
    dal suono fresco di purezza
    scendon giù dalla montagna
    per finire chissà dove.
    Solo io e te piccolo torrente
    potessi seguirti,
    tornando ad esser innocente bambino,
    e lievemente carezzar le tue sponde.
    Percorrere strade di verità
    che solo tu sai attraversare
    che noi umani abbiamo da tempo perdute
    sulla nostra zattera ormai alla deriva.
    La sapienza è sconfitta
    la ragione calpestata,
    è la speranza del domani che è morta
    e con essa l'amore.
    Ormai niente di questo mondo
    somiglia più a te, casto ruscello!
    Lascia che io stia qui vicino a te piccolo rivolo
    ad imparare cose che solo tu puoi dirmi
    con la musica delle tue limpide acque
    col silenzio delle tue magiche parole.






    PRIGIONIERO

    Non ho mai chiesto di esser nato
    ma è ugualmente avvenuto,
    non è quello che volevo
    indossare ogni giorno una maschera diversa
    tanto da non sapere più chi sono
    per chi vivo e perchè.
    Prigioniero di questo corpo
    prigioniero di questa anima
    prigioniero di questi pensieri
    pensieri che ogni giorno si infrangono in me come onde forti
    spinte dalla rabbia del mare
    senza smettere mai.
    L’odio, l’amore
    la vita, la morte
    la gioia, il dolore
    che senso c’è in tutto questo?
    se non il fatto di essere prigioniero di me stesso
    prigioniero sino all’ultimo respiro.
    E poi alla fine di questo incubo che cosa resta?
    Una fredda tomba?
    Solo il pensiero della pace
    può darmi sollievo
    quella pace che non ho mai avuto
    da prigioniero di questa carne,
    una pace vera, finalmente!
    senza più onde.





    DI NOTTE

    Di notte tutto è diverso,
    e cambia aspetto
    e anche il freddo
    può divenire calore.
    Di notte tutto è più intimo,
    c’è chi si abbraccia per dormire,
    chi per passeggiare,
    chi per far festa,
    e anche un randagio,
    cane o uomo che sia,
    può suscitarti tenerezza.
    Di notte puoi essere quello
    che di giorno non sei,
    forse perchè non ne hai il coraggio,
    c’è chi si spoglia di quelle vesti non sue
    obbligato ad indossarle col sole
    finalmente libero di essere se stesso.
    Di notte puoi sognare,
    nasconderti
    amare
    fare ciò che la mente vuole
    ed entrare in contatto con anime
    che di giorno non puoi mai vedere.
    Di notte tutto è più romantico,
    ti guarda la luna dal cielo
    e brillano su te le stelle
    torni dentro le favole dei bambini.
    Di notte fai l’amore nei posti più incantevoli,
    in quelli più assurdi
    spariscono i tabù, si cancellano le inibizioni.
    Di notte rifletti
    preghi
    crei opere d'arte.
    Di notte non ci sono fantasmi
    esistono solo di giorno nella tua psiche
    ma con l'aiuto delle ombre puoi liberartene.
    Altro che tenebre,
    la notte è vita,
    magia.
    Di notte ti ritrovi,
    di notte vivi
    di notte avverti le emozioni più forti.
    Di notte tutto è possibile.





    VAGO

    Vado
    ma in realtà vengo sospinto,
    verso un destino ignoto
    e vago senza luce;
    avanzo a passi incerti,
    non ho meta,
    neppure so dove la via conduce.
    Spesso smarrito
    guardo alle mie spalle,
    alla già lunga strada che ho percorso
    ed avvilito resto a meditare
    quanto del tempo mio
    sia già trascorso
    e quanto ancora me ne rimane.
    Rivivo ore di dolore e gioia,
    rivedo visi amati,
    e sento a volte in lontananza
    suoni di campane
    scandire l’ore al buio della notte
    quello stesso suono che avvertivo
    nelle mie inquiete notti di fanciullo.
    Mi ritrovo di colpo
    ragazzo spensierato,
    giovane speranzoso ed incosciente,
    capace d’inseguire con coraggio
    sogni che dominavano la mente;
    non so esattamente cosa mi prende
    ma in quegli attimi io mi sento rinascere.
    Ma cosa resta in fondo
    di ciò nel mio presente?
    forse un po’ d’esperienza ormai acquisita
    qualche gioia che mi diletto a ricordare,
    tristi rimpianti d’un’età beata
    ma nulla più
    che possa riempire questo incolmabile vuoto.
    Vorrei sedermi un poco a riposare,
    ma l’impietoso tempo non consente:
    bisogna andare avanti senza pause,
    incontro all'al di là, a cercare il niente,
    darei miniere di soldi, maturità e saggezza dell'età adulta
    pur di riavere in cambio anche solo un briciolo
    della mia perduta adolescenza.





    VOCI NOTTURNE

    Scende la notte
    sulla valle intorno
    brillano in cielo
    da lontan le stelle
    la vita immersa
    in un languor di pace.
    Pur nel silenzio
    voci vaghe s'odono
    a tratti
    altre
    più ancor
    distinte.
    Fremiti di fronde
    gracidii di rane
    squittir d'alati
    e d'animal notturni,
    poi silenzio assoluto, più ombre e nulla
    e fioche luci lontane.
    O immenso buio
    chi può dirmi
    se riposa alfin
    ciascun mortale
    e se son pianto
    le notturne voci?







    SORRIDI

    Sorridi!
    Il tuo sorriso
    illumina la stanza.
    Sorridi!
    E' un giorno in bianco e nero
    che si veste di arcobaleno.
    Sorridi
    E l’uva si fa vino
    il grano pane.
    Sorridi!
    Come un bambino che gioca
    come una ragazzina nel suo primo amore.
    Sorridi!
    I primi raggi del mattino
    han già vinto le ombre.
    Sorridi !
    La tristezza andrà via
    ogni lacrima scomparirà dai tuoi occhi.
    Sorridi!
    Fà che ci sia allegria nel cuor
    non abituarti mai al dolore.
    Sorridi!
    Fino a stancarti le labbra
    mostrando i denti.
    Sorridi!
    Fino a quando non ti addormenterai
    sorridi ancor e sempre.




    VOLARE IN ALTO

    Tentare, osare, ardire,
    senza posa cercare,
    nulla dietro lasciare.
    Non affogare nella tristezza
    reagire senza mai arrendersi
    credere in se stessi.
    Degli audaci è la vittoria,
    di chi al cielo dirige lo sguardo
    e mediocrità disprezza.
    Sono i vermi che strisciano
    presto preda dei rapaci
    che volteggiano nell’aria.
    Indirizzare la mente
    verso grandi ideali,
    ambire l’irraggiungibile.
    Inseguire i propri sogni
    anche per spinosi sentieri,
    incuranti degli insuccessi.
    Pretendere il meglio in assoluto,
    volare alto e un dì potersi dire:
    ho fatto tutto ciò che ho potuto.







    A ME STESSO
    Non può esser finita se non è manco cominciata!
    Hai toccato il fondo,non puoi scendere di più. Solo quando
    sei nel punto più basso,
    puoi dire che è arrivato
    il momento di tornare su
    ma come si fa a risalire
    se non si ha il coraggio
    di cambiare?
    E se cambiare
    per te vuol dire solo
    ritornare
    al punto di partenza?
    Allora datti una smossa finalmente
    non piangerti addosso e reagisci.
    Forse all'inizio ti sembrerà duro o impossibile
    ma poi cambierà vedrai
    ma solo se tu lo vorrai veramente
    dipende solo da te
    e da nessun altro.
    Guarirai solo quando lo crederai davvero
    e sarai un uomo nuovo se ti convincerai di riuscirci
    sì! ce la farai, tu vincerai.





    L'IMMENSO

    Nè più ti basterà
    guardare il granchio
    assiso sulla riva,
    il sasso assiderato,
    il lombrico nella crepa
    e svolazzi radenti
    di lucustre.
    E più in là, sulla battigia,
    il cannolicchio pesto,
    e scheletri di carpe,
    e legni secchi,
    come gemiti di croce,
    pallide alternative al vivere
    in un mondo fatuo.
    Tenderai lo sguardo oltre
    l’azzurro planare dei gabbiani,
    dei densi fumi che chiudono
    della marina l’ultimo orizzonte
    ov’uomo eterna, l’arcano.
    Finalmente avrai l’Alternativa
    ti arricchirai d'immenso.







    SERENITA' INTERIORE

    Vivi in serenità
    per come ti riesce
    e ricorda ogni giorno
    che non può piovere per sempre.
    Nelle mattine di primavera
    segui con gioia
    il risveglio della natura
    ed il sole che diventa più giallo.
    Non pensare che il mondo
    sia sempre pronto a prendersi gioco di te
    ma fai in modo, con tutte le tue energie
    che questo non accada.
    Nei pomeriggi d’estate
    respira profondamente l’aria dopo i temporali
    e apprezza liberando la mente
    quei pochi attimi di frescura.
    Con i tuoi cari e con il prossimo
    sii sempre leale e sincero:
    il rispetto per gli altri
    è la più grande virtù.
    Nelle sere d’autunno
    osserva le prime nebbie
    che avvolgono la terra
    e comincia a mandare i pensieri lontano.
    L’essere umile ti aiuterà con forza
    ogni giorno
    anche quando dovrai lasciare
    tutte queste cose.
    E ti siano d’ausilio tali pensieri
    per poter guardare il buio delle notti d’inverno
    con tranquillità, con la stessa tranquillità
    con cui avrai seguito il sole di primavera.





    E' LA VITA

    Una margherita gialla in un campo di grano
    guardarla e di colpo scoppiare a ridere senza motivo
    che buffo!
    e sentirsi improvvisamente bambino
    e ridere, correre, aver voglia d'abbracciare
    tutto ciò che s'incontra per la strada:
    un cavalluccio marino sulla sabbia
    una giornata di vento,
    un mandarino sull'albero,
    mille chiese
    una rondine che vola
    sola!
    Tutto sembra un meraviglioso e pittoresco quadro
    dipinto di colori coi pennelli
    dal più grande artista di tutti i tempi.
    E continuare a guardarsi intorno
    scoprendo ogni cosa con stupore e meraviglia:
    un gatto sul tetto dormire come fosse in un comodo letto,
    il sorriso smagliante di un viandante,
    il rumore di pioggia battente, la luce del sole,
    il gallo che canta, l’arcobaleno che ride,
    è tutto così strano, così...magico!
    E’ la vita,
    semplicemente la vita!
    le sue forme, i suoi colori, i suoi odori, i suoi sapori.
    E’ la vita che ti prende
    ti porta con se'
    e voli su immagini di sogni
    fantastici ed irreali
    fanciulleschi e spensierati.
    E non smettere proprio mai di ridere, correre, abbracciare
    lo sguardo sereno si posa su ogni cosa, il mondo sembra tutto rosa
    mentre l'anima si sveglia immersa nel giallo dell’autunno,
    si abbandona all'ebbrezza dell’estate,
    alla neve bianca dell’inverno
    ai papaveri rossi di primavera.
    E il pensiero corre… corre come un fiume in discesa
    e s'infiamma come la brace sul fuoco
    poi diviene alato come un airone libero
    mentre corro senza stancarmi, guardo il cielo felice, respiro l'aria
    mi sento vivo…vivo...vivo... vivendo la VITA!







    RECITAZIONE

    Contorti, sofferenti
    i miei pensieri ballano tetre danze
    nella mente sconvolta da antico dolore;
    gelido il sorriso sulle mie labbra,
    forzato, quasi un ghigno beffardo,
    mistificazione di gioia, paravento
    di un’amarezza che tutto mi pervade
    e che stroncare mi vuole.
    Arduo è vincere la voglia di cedere,
    di arrendersi senza un grido, un lamento,
    dicendo solo: basta… hai vinto!
    Poi l’abbandono cede alla speranza,
    alla rabbiosa riscossa, al sano orgoglio:
    rispetto mi devo, risorgere occorre,
    ridestarsi dal torpore!
    Ed anche se a denti stretti
    e nascondendo le lacrime,
    mi ridipingo un sorriso sulla faccia
    e riprendo a recitar la mia commedia.






    VIVI

    Vivi ogni momento
    come se fosse
    prossimo a sbocciare,
    come il gambo
    ha il suo fiore,
    come l’alba
    il suo sole
    e poi...
    viversi
    sfiorarsi,
    lasciarsi andare,
    quanto è delizioso
    sorprendersi!
    Ma non temere
    non c’è un tempo
    per appassire,
    e nel tramonto
    non c’è fine
    sai,
    nella tua purezza
    ogni vita si rigenera.





    NELLA VALLE DEI SOSPIRI

    Notte tetra, l’anima è in tormento
    nella vicina foresta sibila il vento,
    occhi stanchi, tristi e doloranti
    scorgono immagini aberranti,
    i solchi della mente luoghi speciali
    per accogliere pensieri innaturali,
    sarà stanchezza o malinconia
    oppure un eccesso di fantasia,
    vedo gli avvenimenti del passato
    che sino a qui mi han trascinato,
    pezzi di un mosaico mai risolto
    umana condizione che affligge molto,
    come un rebus senza soluzione
    ti conduce all’eterna dannazione;
    rifuggo in un sonno riparatore
    come una preda dal cacciatore,
    la mia anima vagabonda all’infinito
    cercando il sollievo che m’ha tradito,
    naufrago smarrito nel mare dei pensieri
    amici ambigui di oggi e di ieri,
    giungo sulla riva immaginaria
    di un isola fatata e solitaria,
    percorro il mio strano cammino
    noto solamente all’ente divino,
    vedo anime raminghe e vessate
    con colpe non ancora scontate,
    giungono le voci e i molteplici respiri
    di spiriti che abitano la valle dei sospiri!




    NON HO ALIBI

    E non ho alibi
    in questa mia follia
    spartito senza note
    per muto concerto.
    Non ho domande
    in questo mio deambulare
    nel baratro
    del vuoto.
    Vago nel sentore
    di una parola senza senso
    partorita dall’astrazione
    della non memoria.
    Come onda del mare
    si abbatte
    irruente
    sullo scoglio,
    così
    i ricordi miei
    incontenibili
    tornano.





    LA SOLITUDINE DEL POETA

    Nella spirale dell’indifferenza
    a denti stretti plasmi parole,
    e la notte dipani nuvole di sogni
    per adagiarvi morenti illusioni
    crocifisse ai remi
    del quotidiano andare.
    Poeta, troppo spesso la tua gioia
    è fatta solamente di parole:
    germogli nutriti di dolore.
    Vesti abiti di solitudine,
    nascondi le tue delusioni
    dietro maschere di cortesia,
    chiuse nel bozzolo del silenzio
    indelebili le tue speranze
    attendono ancora il sorgere d’impossibili aurore:
    sempre spente
    dal cader dello sguardo nel riflesso
    inesorabile dello specchio.
    Sulle labbra costantemente preme
    insoluta la domanda:
    Quale la mia sorte?
    Il senso vero di me?
    sei solo poeta
    molto più solo di chi ti legge.







    RIFLESSI DI LUCI

    Mi perdo nei suoi occhi
    nelle notti che mi mancano,
    approdo nelle sue labbra
    come vascello nella quieta baia,
    godendo attesi ritorni
    di perpetue partenze.
    Rileggo la mia vita
    nello specchio del suo volto,
    lancio la mia anima nel baratro dell’infinito
    per coglierne il senso pieno
    e inalterato da scure visioni,
    rapito da trepidanti attese.
    Ripercorro i viali alberati,
    odorosi di glicini essenze,
    ritrovo garrule le rondini
    e miti le primavere consumate
    e tutto mi appare buono,
    e tutto mi appare vero;
    Dal posto del suo sguardo
    anche l’universo sembra più lieve,
    distanti
    riflessi di luci
    mi riportano indietro nel tempo
    rapito da antiche memorie.





    LINFA VITALE

    Linfa vitale
    uscita intatta dal tempo dei millenni
    come il respiro della storia all'albe di tutti i giorni
    come melodia d’infinito
    rubata ai venti della tua terra
    come i presagi
    rapiti a nuovi orizzonti
    per la salute dei vivi.
    Ma la luce dei tuoi anni va oltre il tempo
    ed accende riflessi nuovi
    la morta gora dei secoli.
    Oh, i giorni laboriosi
    nella vecchia casa degli ulivi!
    Intorno alle derelitte pietre
    che sanno di stagioni spente
    un albeggiare di primavere
    accoglie l’umile ancella
    mossa dal fiato di Dio.
    L’esile rete luminosa
    infiammerà l’infinito
    ed aprirà ai secoli il nuovo tempo.
    Ora
    sul tuo volto d’estasi
    che ogni nube dislega
    l’essere profondo del tuo amore di Madre
    affranca l’anelito e l’ansia dei vivi.
    E non importa se dolore a dolore
    ti recheranno ancora figli
    domani:
    come ieri, come oggi, come sempre,
    le tue mani s’illumineranno di grazia
    e i tuoi occhi piangeranno di luce.





    VECCHIA SIGNORA

    Su di un comodino scordato,
    stipato in un angolo scomodo,
    riposano gli impolverati belletti:
    perlate polveri ed odorosi olii,
    antiche maschere artificiali.
    Solo Follia ora copre i tratti,
    sfatti dalla voluttà e dal tempo,
    truccando a suo modo il volto:
    sangue sulle languide labbra,
    cenere copre gli stanchi occhi.
    Davanti allo specchio venato,
    cerchiato di stelle spente,
    scende il sipario sullo spettacolo:
    malsano ghigno s’apre tra le dita,
    rigide sbarre tra Lei e la realtà.





    LA MIA ESISTENZA SOLITARIA

    La mia vita è una strana vita, solitaria, incomprensibile, senza senso. Continue rievocazioni della mia adolescenza, sogni irrealizzabili, emozioni intensissime, una impressionante anche per me creatività che mi spinge a scrivere sempre, e poi amori platonici ed immaginari verso ragazze giovanissime, forse per illudermi pateticamente di ringiovanire. Chimere di eternità le mie, che non hanno nessun riscontro pratico destinate a morire e a dissolversi nel nulla. Su tutto questo sfacelo regna sovrana la signora Solitudine, è sempre e solo lei a starmi accanto fedele, fino ad incitarmi a dialogare con me stesso, parlando naturalmente e tranquillamente da solo, io con me stesso e nessun altro, in fondo sto bene col mio io e mi amo, forse questo è anche un bene che mi permette di tirare avanti senza deprimermi. Non ho una compagna che mi ami e mi dia calore dormendo al mio fianco, non ho figli da educare e crescere, nè soldi per campare, niente lavoro per realizzarmi e rendermi utile, nemmeno amici per scambiare quattro chiacchiere, niente di tutto questo: sono il chiaro esempio di come non si dovrebbe mai vivere. Sono anche ossessionato dal continuo timore d'invecchiare e di morire o di essere preda di malattie corporali e questa specie di nevrosi mi perseguita da sempre, giorno per giorno, ora per ora, attimo per attimo. Temo la vecchiaia e la morte perchè paradossalmente amo fortemente la vita anche se nella maggior parte dei miei scritti, trasmetto tristezza. Possiedo però una grande virtù che non tutti hanno la fortuna di avere: sono tremendamente sincero nell'arte come nella vita. Le ragioni di questo mio non fare, sono da ricercarsi nel fatto che mi son convinto ormai da tempo che non vale la pena impegnarsi nella vita pratica di tutti i giorni perchè la morte arriverà prima o poi per tutti e saremo costretti ad abbandonare ogni cosa di questa terra quindi non ha senso impegnarsi in nulla di materiale, e mi ritorna in mente a tal proposito la famosa frase: gli ultimi saranno i primi! ed io mi sento orientato proprio verso gli ultimi della scala sociale, mai verso coloro che osservano dall'alto. Lo so, davanti ai tuoi occhi, caro lettore che mi leggi in questo momento, sembrerò pazzo, tanto da aver bisogno di mille psicologhi ma ti prego rifletti per un attimo prima di giudicarmi e almeno sforzati di comprendermi. Durante questa mia assursa e solitaria esistenza non ho costruito proprio nulla di pratico e nulla ho intenzione di creare per il mio futuro. Preferisco rimanere immerso fino al collo in questo personalissimo mare di inguaribile monotonia e piattezza con una sola ma importante novità: sto cercando Dio con tutto me stesso, forse per riempire quell'enorme vuoto che ho dentro, chiedendo a Lui e solo a Lui tutto quell'amore che ho sempre cercato e non ho mai avuto. Non so spiegare nemmeno a me stesso il perchè debba vivere così, forse è stata una mia libera scelta in sintonia con la mia anima inquieta e tormentata, o forse i continui e micidiali attacchi d'ansia sempre presenti sin da piccolo in me, hanno inevitabilmente condizionato tutta la mia esistenza, rendendomi totalmente schiavo di paure ed inibizioni. Ma non ho alibi adesso e non cerco giustificazioni di nessun tipo, sono così e basta e forse, paradossalmente e consapevole di una lucida follia, sono anche felice e orgoglioso di esserlo. Io sono questo, sono fatto così ormai e non mi piango addosso ma, al contrario, mi accetto e mi amo per quello che sono. Ho però dentro di me quell'inquietudine, quell'eterna immotivata per certi versi insoddisfazione che sarebbe giusto chiamare angoscia, che mi rende scrittore, artista, creativo e senza la quale non potrei mai esserlo.
    Non so se sono davvero un poeta nonostante abbia scritto un'infinità di versi ma non m'importa affatto di saperlo, lo sento dentro di me e non devo dimostrare a nessuno di esserlo. L'unica cosa che so di certo è che scrivere mi fa sentire veramente bene, mi trasporta in alto, liberandomi dall'ansia e dalla materialità di questo mondo. E' difficile spiegare, anche per me che mi reputo uno scrittore, quello che provo nell'intimo tutte le volte che ho una penna in mano: è una sensazione di forza, potenza, libertà, eternità mischiate tutte insieme e mi lascio trascinare via dalle parole che scrivo e che mi sommergono come un fiume in piena, incontrollabile, inarrestabile che vuole straripare. Credo che solo quando scrivo riesco ad essere veramente realizzato: sono me stesso, libero!







    B I B L I O G R A F I A

    -Come sono dentro
    -Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi
    -Il vecchio e la ragazza
    -La mia anima è nuda
    -Il silenzio nel silenzio
    -La fine della cicogna
    -Sensazioni
    -La luna di Peter Pan
    -Eros e morte
    -Tutto su di me
    -L'anima del mare

    Immagini allegate Immagini allegate
    Ultima modifica di CLAUDIOCISCO; 19/5/2009 alle 19:51

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