Qualcuno l'ha letto?!?!
Io devo leggerlo per scuola, ma mi hanno detto che è noiossissimo...non è che qualcuno ha qualche appunto o roba simile?!?!
Grazie
Qualcuno l'ha letto?!?!
Io devo leggerlo per scuola, ma mi hanno detto che è noiossissimo...non è che qualcuno ha qualche appunto o roba simile?!?!
Grazie
ciò che segue è una recensione che avevo fatto l'anno scorso, purtroppo senza averlo letto (faccio spesso di queste cagate -_-')
mi sono affidata ad internet e alle intuizioni che ne riuscivo a ricavare... se hai bisogno, eccola qua
(non garantisco l'italiano, in quanto scritto di tarda notte al pc -_-)
MACHIAVELLI, LA MANDRAGOLA
Commedia in prosa in cinque atti preceduti da un prologo in forma di canzone. La datazione non è sicura, ma è certo che la Mandragola fu composta, rappresentata per la prima volta e data alle stampe tra il 1518 e il 1520. Il prologo si rivolge ai «benigni auditori», presenta i personaggi - caratteri moralmente disdicevoli, ad eccezione della protagonista femminile - narra l'antefatto e recita la propria apologia, giustificando la composizione di un'opera "leggera" con la contingente impossibilità di dedicarsi ad imprese più virtuose. La vicenda, che si apre nel nome di Amore, ha, in realtà, come protagonista il calcolo dell'utile, cui volentieri si accompagna l'inganno, nelle forme della finzione, della menzogna, dell'ipocrisia e del travestimento. L'azione di Callimaco è guidata da alcuni valori già espressi e analizzati nel Principe, ma, essendo calata in una realtà meschina e avendo come antagonista la stupidità umana, si rivela troppo poco impegnativa per essere considerata un'alta impresa. Conoscitore e debitore della commedia latina e delle storie fiorentine di beffe, l'autore mostra la sua abilità nella gestione dell'intreccio, e nella costruzione dei tipi umani: sembra studiare le forze che si scontrano e si combinano nelle situazioni umane, con lo stesso rigore con cui studiava le forze che agiscono nella storia o nella politica. Sul piano linguistico l'effetto comico scaturisce da scelte lessicali ed espressioni che giocano volutamente sull'ambiguità del vocabolario.
Atto I. Callimaco, appena rientrato in Italia, è vittima di un amore "di lontano" per la fiorentina Lucrezia, le cui lodi ha sentito tessere a Parigi. Lucrezia è l’onesta moglie di messer Nicia Calfucci, "el più semplice ed el più sciocco uomo di Firenze". Il giovane, deciso a conquistare la donna a tutti i costi, sa che i due coniugi sono tormentati dal desiderio, ancora insoddisfatto, di avere figli. La stoltezza di messer Nicia e il tormento dei due coniugi permettono a Callimaco di tessere un inganno che lo porterà a raggiungere il suo scopo, grazie alla collaborazione di Siro, suo servo, del parassita Ligurio, assiduo frequentatore di casa Calfucci, di Sostrata, la madre di Lucrezia, e del poco spirituale frate Timoteo.
Atto II. Callimaco si finge medico e prescrive una pozione di mandragola contro la presunta sterilità di Lucrezia, avvertendo messer Nicia dell'unica grave controindicazione: la morte del primo uomo che farà l'amore con la donna, dopo che essa avrà assunto la pozione. Lo stesso Callimaco suggerisce una facile soluzione: messer Nicia sarà così saggio da cedere, per una notte, la propria moglie ad un "garzonaccio" (naturalmente, Callimaco travestito) che egli stesso, Callimaco (fra' Timoteo travestito), Ligurio e Siro preleveranno in strada. A questo punto rimane un unico inconveniente: la difficoltà di convincere Lucrezia, donna religiosa, «onestissima e al tutto aliena dalle cose d'amore», a sottoporsi alla terapia proposta.
Atto III. Sostrata e frate Timoteo riescono a persuadere Lucrezia dell’ineccepibilità delle azioni dettate da buone intenzioni.
Atto IV. E' arrivata la preannunciata notte degli inganni. Ligurio, Siro e messer Nicia si travestono per l'agguato al "garzonaccio", accompagnati da fra' Timoteo, travestito da Callimaco. Callimaco, a sua volta, si traveste da "garzonaccio". Sarà proprio l'ignaro messer Nicia ad introdurre il "malcapitato" nella camera della moglie.
Atto V. E' mattina. Cacciato via il "garzonaccio" da casa propria, messer Nicia si compiace con Ligurio e Siro della buona riuscita dell'impresa. Accomiatatosi da Nicia, Ligurio incontra Callimaco. Il giovane racconta di essersi rivelato a Lucrezia, di averle dichiarato il proprio amore e di avere trovato la donna disposta ad accettarlo come suo amante, in nome della "celeste disposizione" che fu causa degli ultimi avvenimenti. Anche la timorata Lucrezia, dunque, nel finale rivela che la sua saggezza è tale perché sa adeguarsi alle circostanze.
Personaggi*
Callimaco, fin dalle battute iniziali della commedia, sembra essere in grado di onorare il suo nome, derivato dal greco, che significa colui che combatte bene. Infatti, pur essendosi innamorato di una donna irraggiungibile, non rinuncia a propositi battaglieri, a differenza dei vari innamorati tramandatici dalla letteratura precedente, che si limitavano a struggersi nell’impossibilità del loro amore. Sembra essere una sorta di "Principe", capace di agire tralasciando ogni morale. Si rivela tuttavia un personaggio mediocre, perché delega l’azione a Ligurio, e da questo momento in poi subentra in lui l’esaltazione della passionalità, non solo in termini alti e raffinati, ma anche "volgari". Riuscirà a passare una notte con Lucrezia, non grazie alla sua virtù, bensì grazie a quella di Ligurio, a conferma della tesi di Machiavelli secondo cui i fiorentini avevano perso la capacità di agire.
Nicia incarna i difetti dei fiorentini, che avevano perso "l’antica virtù", come affermato nel prologo. Rappresenta l’ottusità della classe dirigente fiorentina: attaccato ai soldi, desidera un erede per paura della dispersione del suo patrimonio. Per questo è disposto a costringere la moglie ad avere un rapporto con un "garzonaccio", onde evitare gli effetti letali della mandragola anti-sterilità, preoccupandosi solo delle possibili conseguenze giudiziarie e non di quelle morali per la morte del "garzonaccio". Infine, il giudizio che Nicia ha dei suoi concittadini, a suo dire "cacastecchi", sembra ancora più pesante considerando da quale pulpito viene la predica.
Ligurio viene presentato come un parassita, ma non organizza l’inganno per ricevere soldi da Callimaco: possiede, infatti, l’attivismo energico ed eroico del "Principe" di Machiavelli, di cui rappresenta una proiezione in scala, in quanto capace di modellare il reale secondo i suoi progetti e i suoi calcoli.
Fra Timoteo rappresenta la corruzione del clero, pertanto su di lui il giudizio morale non può che essere negativo, ma nonostante ciò, Machiavelli ne evidenzia l’intelligenza e le capacità affabulatorie. Quindi, messa da parte la morale, è un personaggio che Machiavelli ammira per le sue qualità, ed è per questo affine a Ligurio, ma a differenza di quest’ultimo si presta all’inganno solo per ricevere denaro.
Lucrezia incarna una certa superiorità morale rispetto agli altri personaggi. Proprio in questa luce appare contraddittorio il cambiamento del personaggio, che dopo aver passato la notte con il "garzonaccio", decide di tradire stabilmente il marito. Ma la sua è una forma di saggezza nel valutare l’utile, e di duttilità nei confronti del variare della Fortuna, forza troppo impetuosa perché si possa dominare.
Ti ringrazio..
Io l'ho letto non è poi così noioso anzi a volte mi sono anche divertita per le vicissitudini del personaggi. Io ti consiglierei di leggerlo perchè se il professore ti farà delle domande, non è poi così scemo da chiederti le cose del riassunto, o almeno il mio è stato più furbo dei miei compagni e ha chiesto delle particolarità che loro non hanno saputo rispondere io invece per fortuna in quella circostanza me la sono cavata con un bell'otto.
Grimmy ti adoro!!!!!!!! beneeeeeeeee me li salvo anke io gli appunti ke devo leggermelo x scuola pure io!!!!!!!!!!!
di nienteOriginariamente inviata da Anna_89
La Mandragola del Machiavelli riflette la catarsi del mondo moderno, che si innesta nello spirito palliativo del tempo rinascimantale, divenendo il fulcro della cultura che spezza il tempo medievale , innescando quelle scintille che generarono poi l'influsso mitteleuropeo nella cultura pop che diede lo spunto alla conquista del nuovo Mondo, e che gettò le basi per gli attuali problemi e con flitti mediorentiali.
Machiavelli, volle in questa incomparabile opera "fotografare" anticipando di secoli, il pensiero duista, la contrapposizione delle due grandi forze a sostegno dell'uomo: la competitività e la contraccezione, di qui nasce la Mandragola che descrive nel suo disincanto ieratico, la sfiducia dell'uomo moderno di fornte ai ribaltoni della politica, incapace di cogliere le esigenzwe della gente di fronte ai problemi delmondo.
Con quest'opera si chiude il periodo unum-quantistico mediceo, che aveva caratterizzato allora la storia d'Italia e venrgono gettate la basi per un nuovo rinascimento che si pone come obiettivo quello di conciilare l'uomo con l'elemento primario, da qui poi nasceranno le commedie dell'arte che seppelliranno allegramente la ieraticità dei poteri condivisi
hai fatto dei voli da un argomento all'altro che pindaro ti faceva un baffoOriginariamente inviata da qualsiasi
non è male come storia, anzi è forte sembra una telenovelas, povero quel curtnutazzo
Te lo stanno facendo leggere? Oddio.
Io ricordo che ho dovuto solo accennarla tra le opere. La mia professoressa la riteneva una parentesi...
Quando ne ho letto la trama le ho dato ragione.
Ok, è Machiavelli, tanto di cappello... ma l'argomento trattato? Vi prego...