Pirandello: "La vita o si vive o si scrive"

Pirandello diceva: “La vita o si vive o si scrive”… Se vosse vero ci sarebbe da chiedersi che senso ha scrivere di una cosa di cui non si sa niente, perchè se uno non vive è difficile che poi abbia qualcosa di interessante da scrivere.
Voi cosa ne pensate di questa frase? :)

Allora sarebbe giusto andare in ordine cronologico.
Uno si fa la sua vita e poi,se vuole,si mette a scrivere delle sue esperienze o osservazioni.
Un sorta di diario,no?

Quote:

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Originariamente inviata da Tenshi

Allora sarebbe giusto andare in ordine cronologico.
Uno si fa la sua vita e poi,se vuole,si mette a scrivere delle sue esperienze o osservazioni.
Un sorta di diario,no?

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Si, sarebbe giusto così come dici tu però Pirandello pensava che una persona nella propria vita o la passava vivendo (senza avere tempo di scriverla) oppure scrivendo (però senza viverla), ma io oggi mi chiedo quali idee può avere un qualsiasi individuo se non sa neppure cos'è veramente la vita?
Bah, per adesso mi accontento della domanda. La risposta la rimedierò solo vivendo e solo se mi avanzerà tempo la potrò scrivere...

Lo scrittore ha bisogno di due cose per scrivere:
- vivere
- osservare
In assenza di una delle due cose sarà incompleto.
Credo di trovare un senso di quella frase in una considerazione: è sì indispensabile vivere, ma il processo creativo deve separarsi dal dolore per evitare di "perdersi". Sono indispensabili le due cose, ma un eccesso di vita o di sofferenza rischia di "guastare" lo scritto perché può portare a una perdita di lucidità.

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Originariamente inviata da Holly

Lo scrittore ha bisogno di due cose per scrivere:
- vivere
- osservare
In assenza di una delle due cose sarà incompleto.
Credo di trovare un senso di quella frase in una considerazione: è sì indispensabile vivere, ma il processo creativo deve separarsi dal dolore per evitare di "perdersi". Sono indispensabili le due cose, ma un eccesso di vita o di sofferenza rischia di "guastare" lo scritto perché può portare a una perdita di lucidità.

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Già. Che belle parole! *__* Sono d'accordo con te. :)

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Originariamente inviata da Gio97

Pirandello diceva: “La vita o si vive o si scrive”… Se vosse vero ci sarebbe da chiedersi che senso ha scrivere di una cosa di cui non si sa niente, perchè se uno non vive è difficile che poi abbia qualcosa di interessante da scrivere.
Voi cosa ne pensate di questa frase? :)

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Penso che sia una frase adatta a Pirandello e ad altri autori che apprezzo, ma non la attribuirei a tutti i generi. Ad esempio, mi riesce difficile pensare che l'autrice di Harry Potter abbia ideato la sua saga consumando un caffè con un surrogato di mago Silente. O forse è una visione troppo limitata la mia, ma d'altronde non sono una scrittrice.

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Originariamente inviata da Eurasia

Penso che sia una frase adatta a Pirandello e ad altri autori che apprezzo, ma non la attribuirei a tutti i generi. Ad esempio, mi riesce difficile pensare che l'autrice di Harry Potter abbia ideato la sua saga consumando un caffè con un surrogato di mago Silente. O forse è una visione troppo limitata la mia, ma d'altronde non sono una scrittrice.

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La creatività di alcuni autori/scrittori è davvero eccezionale.

Per me questa frase lascia un po' il tempo che trova. La scrittura è un'attività troppo libera ed indefinibile per lasciarsi imbrigliare da assiomi così perentori; l'esperienza di vita non è indispensabile per essere buoni autori, molti grandi poeti hanno avuto esistenze decisamente aride; né lo scrivere, a meno che non diventi patologico, un'occupazione a tempo pieno, può impedire di vivere. Penso che Pirandello con questo volesse solo esprimere il proprio personalissimo rimpianto di non aver potuto vivere più intensamente.

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Originariamente inviata da Eurasia

Penso che sia una frase adatta a Pirandello e ad altri autori che apprezzo, ma non la attribuirei a tutti i generi. Ad esempio, mi riesce difficile pensare che l'autrice di Harry Potter abbia ideato la sua saga consumando un caffè con un surrogato di mago Silente. O forse è una visione troppo limitata la mia, ma d'altronde non sono una scrittrice.

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Credo che per "vita" però non si intenda proprio l'esperienza in sé, quanto determinate sensazioni/reazioni o altre cose ricollegate a una verisimiglianza psicologica che, per quello che io penso, si possono conoscere solo attraverso un'esperienza diretta e osservando gli altri. Uno scrittore che non è anche un osservatore è un po' incompleto :D

Non ho mai letto Harry Potter, ma credo che si innamori, abbia amici e roba varia, oltre a far le magie XD per descrivere quelle bisogna in qualche modo "vederle" e "conoscerle"... :D

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Originariamente inviata da Holly

Credo che per "vita" però non si intenda proprio l'esperienza in sé, quanto determinate sensazioni/reazioni o altre cose ricollegate a una verisimiglianza psicologica che, per quello che io penso, si possono conoscere solo attraverso un'esperienza diretta e osservando gli altri. Uno scrittore che non è anche un osservatore è un po' incompleto :D

Non ho mai letto Harry Potter, ma credo che si innamori, abbia amici e roba varia, oltre a far le magie XD per descrivere quelle bisogna in qualche modo "vederle" e "conoscerle"... :D

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@Lucien ha spiegato in maniera ottima quello che non sono stata in grado di scrivere..!

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Originariamente inviata da Lucien

Per me questa frase lascia un po' il tempo che trova. La scrittura è un'attività troppo libera ed indefinibile per lasciarsi imbrigliare da assiomi così perentori; l'esperienza di vita non è indispensabile per essere buoni autori, molti grandi poeti hanno avuto esistenze decisamente aride; né lo scrivere, a meno che non diventi patologico, un'occupazione a tempo pieno, può impedire di vivere. Penso che Pirandello con questo volesse solo esprimere il proprio personalissimo rimpianto di non aver potuto vivere più intensamente.

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Già, lo penso anch'io.

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Originariamente inviata da Eurasia

@Lucien ha spiegato in maniera ottima quello che non sono stata in grado di scrivere..!

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Ma io non concordo con @Lucien XD anche perché lui ha parlato di poesia nell'esempio, non di narrativa. Credo che le due cose siano molto diverse... :D

Certo che non esistono degli assiomi, però se rimaniamo attaccati alla definizione aristotelica di arte come "mimesis", mancando di vita (e questa vita si può assimilare in tanti modi), uno scrittore manca di materia.

Per scrivere di qualcosa si deve anche avere una minima esperienza di quel qualcosa.
Ovviamente entra in gioco la fantasia, l'inventiva dell'autore, ma un minimo di esperienza su quello che si racconta ci vuole.

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Originariamente inviata da Holly

Ma io non concordo con @Lucien XD anche perché lui ha parlato di poesia nell'esempio, non di narrativa. Credo che le due cose siano molto diverse... :D

Certo che non esistono degli assiomi, però se rimaniamo attaccati alla definizione aristotelica di arte come "mimesis", mancando di vita (e questa vita si può assimilare in tanti modi), uno scrittore manca di materia.

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Penso sia impossibile mancare di materia. Dal momento che un autore vive, la carta, la penna, le chiappe su cui sta seduto possono diventare oggetto di lavoro. E da quando i barbagianni categorici alla Croce sono stati relegati al barzellettiere della critica con grande sollievo di tutti, non esiste più una soglia minima di dignità per scegliersi i propri argomenti, né una condizione di vita al di sotto della quale non si possa più scrivere.

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Originariamente inviata da Lucien

Penso sia impossibile mancare di materia. Dal momento che un autore vive, la carta, la penna, le chiappe su cui sta seduto possono diventare oggetto di lavoro. E da quando i barbagianni categorici alla Croce sono stati relegati al barzellettiere della critica con grande sollievo di tutti, non esiste più una soglia minima di dignità per scegliersi i propri argomenti, né una condizione di vita al di sotto della quale non si possa più scrivere.

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Ma io non ho mai detto questo.
Non ho parlato di soglia minima di dignità, ho semplicemente detto che uno scrittore ha bisogno di rintracciare materia da imitare da qualche parte, e, a mio parere, lo può fare o vivendo o osservando.
Non ho messo in mezzo altre cose, ho solo espresso un parere molto più semplice.

D'accordo, ma allora il punto è: come fa uno scrittore a mancare di materia? Vive suo malgrado, è annegato nella materia su cui potrebbe scrivere... Non ha neppure bisogno di cercare, a meno che non lo voglia.

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Originariamente inviata da Lucien

D'accordo, ma allora il punto è: come fa uno scrittore a mancare di materia? Vive suo malgrado, è annegato nella materia su cui potrebbe scrivere... Non ha neppure bisogno di cercare, a meno che non lo voglia.

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Infatti mi riferivo alla narrativa. Uno scrittore che non è un bravo osservatore non ha materia. Non tutti vivono con gli occhi aperti. E, in ogni caso, a parte felicissime eccezioni, lo scrittore che vive nel suo guscio mancherà sempre di qualcosa. E quel qualcosa non è materia, è indefinibile e ineffabile...

Volevo puntualizzare che la frase completa è

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La vita o si vive o si scrive, io non l'ho mai vissuta, se non scrivendola.

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quindi penso che lo scrittore intenda dire che lui ha deciso di provare l' emozioni che tutti noi proviamo sulla nostra pelle grazie alle nostre esperienze pratiche, tramite i suoi racconti, quindi in un modo piu intenso piu intimo "almeno per lui"

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Originariamente inviata da Lucien

Per me questa frase lascia un po' il tempo che trova. La scrittura è un'attività troppo libera ed indefinibile per lasciarsi imbrigliare da assiomi così perentori; l'esperienza di vita non è indispensabile per essere buoni autori, molti grandi poeti hanno avuto esistenze decisamente aride; né lo scrivere, a meno che non diventi patologico, un'occupazione a tempo pieno, può impedire di vivere. Penso che Pirandello con questo volesse solo esprimere il proprio personalissimo rimpianto di non aver potuto vivere più intensamente.

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Sposami. :049: