Da anni si parla di Stevia Rebaudiana, una piantina originaria del Paraguay con un effetto dolcificante pari a 300 volte lo zucchero. Si gridava a gran voce in rete che la Stevia fosse adatta anche ai diabetici, che non intaccasse i denti, che non alzasse l’indice glicemico e addirittura che avesse ZERO calorie. Come si fa ad ignorare una pianta con tutti questi benefici? Come spesso accade, l’industria e lo stato utilizzano come scusante la vecchia frase propagandistica: “Non esistono abbastanza studi a riguardo”. La Stevia viene utilizzata da decenni come additivo alimentare in Cina, Giappone, Brasile e altri 9 paesi senza alcun effetto collaterale. Finalmente, zitti zitti, buoni buoni, la FAO insieme all’OMS e alla Commissione di esperti sugli additivi alimentari, hanno pubblicato nel dicembre 2006, una valutazione sulla sicurezza degli additivi alimentari; all’interno di essa ci sono dati molto importanti riguardanti questa piccola pianta.
La Stevia, conosciuta anche con il nome di erba dolce o erba di miele, è una pianta medicinale nativa del Sud America, dove è stata utilizzata per secoli dagli Indiani Guarani per dolcificare cibi e bevande. Si è stimato che in Nord e Sud America crescano spontaneamente 280 varietà di Stevia. Comunque, l’unica specie che ha destato un profondo interesse per le sue proprietà dolcificanti è quella conosciuta con il nome Stevia rebaudiana.
Nonostante gli ostacoli posti dalla sfida delle regolamentazioni che i prodotti ricavati dalla Stevia hanno affrontato nel corso degli ultimi 15 anni, le vendite continuano a salire anno dopo anno sia nei mercati biologici che in quelli convenzionali. Attualmente, le vendite di Stevia e di tè medicinale con aggiunta di Stevia ammontano a 14.4 milioni di dollari nel canale biologico, fino al 32 percento in più rispetto all’ anno antecedente. Le vendite totali in dollari sono più basse nel canale convenzionale, ma sono aumentate di quasi il doppio nello stesso periodo dal 63 percento ottenuto nel corso dell’anno antecedente fino a 3.6 milioni di dollari. (Le cifre si riferiscono alle 52 settimane correnti con termine il 15 Luglio 2006, in riferimento ai dati tratti dai canali biologici e convenzionali dalle analisi dello SPINS).
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