assegno di mantenimento al coniuge

Secondo voi, in caso di separazione, con uno dei due coniugi più debole senza reddito o con reddito basso; il giudice per valutare l'entità dell'assegno di mantenimento, per quanto riguarda il reddito del coniuge più forte, si riferisce soltanto all'importo dello stesso o tiene conto se tale coniuge ha un lavoro dipendente e quindi sicuramente tutto dichiarato oppure è un libero professionista che potrebbe "nascondere" parte dello stesso?

Il caso reale è quello di un libero professionista che in sede di separazione ha pattuito consensualmente un certo assegno alla moglie e che decorso il tempo necessario, in sede di divorzio, presenta una dichiarazione dei redditi dimezzata rispetto al momento della separazione, col forte dubbio che stia facendo il paraculo...

E' il caso di accettare consensualmente la nuova proposta, vista la provata nuova condizione
reddituale, oppure potrebbe essere opportuno impuntarsi comunque?

Che tipo di verifiche può fare un giudice in un simile caso?

ah dipende! cioè lui ha il diritto di chiedere che l'assegno venga ricalcolato in base al reddito attuale (in linea di principio potrebbe anche non esserci nulla di illecito, magari come tanti ha avuto un calo degli affari).
E in linea di massima il giudice basa le proprie decisioni sui documenti prodotti dalle parti, quindi dichiarazioni dei redditi, ecc.
In questi casi il giudice ha comunque un potere discrezionale di rivolgersi alla guardia di finanza e far compiere verifiche fiscali e patrimoniali (ed è chiaro che se la moglie ha motivo di credere che si sia sotto del nero può ben richiamare l'attenzione del giudice su eventuali incongruenze, cercare di provarle e stimolare l'uso di questo potere).

http://www.avvocatorotale.it/2012/09...ia-tributaria/

E se non ci fosse nero, ma questi lavorasse in uno studio associato con un altro professionista suo figlio che fatturi lui il grosso dei lavori?
La ex è fregata oppure il giudice può fare e tener conto di un certo tipo di verifiche?

mah se non c'è nero e in effetti lui incassa quello che dichiara non vedo grossi spazi di manovra..o intendi che fanno fatturare al figlio e poi gli passano sottobanco dei soldi?

Ma perché dovrebbe essere pattuito un assegno di mantenimento per un coniuge se il figlio risulta incassare presso lo studio del padre?

Padre e figlio che compartecipano a un'attività e poi si dividono UFFICIALMENTE i proventi in proporzioni non eque dell'80% e del 20%.

La domanda era: l'essere consociati ha un valore per il parere del giudice oppure, essendo poi le dichiarazioni dei due soci distinte, ognuno risponde per quel che dichiara anche se poi, di fatto, attingono ai proventi dell'attività in egual modo?

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Quote:

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Originariamente inviata da Sedna

Ma perché dovrebbe essere pattuito un assegno di mantenimento per un coniuge se il figlio risulta incassare presso lo studio del padre?

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L'assegno di mantenimento non si ipotizza per il figlio, ma per la moglie separata/divorziata priva di reddito proprio.

Penso che la base sia la dichiarazione dei redditi; se poi si vuole sostenere che di fatto la situazione sia diversa e che il padre prelevi una quota maggiore degli utili rispetto a quella che gli spetterebbe si può anche fare, il problema è riuscire a dimostrarlo.
Il semplice sospetto che la divisione formale degli utili sia fittizia non è sufficiente