Bucarest. Francesca è una maestra d'asilo sulla soglia di una decisione importante. Tramite un intermediario ha trovato un lavoro in Italia, come "assistente" di un anziano a Sant'Angelo Lodinese. Avrà, vitto, alloggio e stipendio. Vuole partire, ha i soldi, ma cerca anche l'approvazione dei suoi. Eppure tutti sembrano vedere nell'Italia un pericolo certo, un luogo violento, un finto miraggio.
Fa sorridere questo spaccato dei discorsi privati e pubblici sul nostro paese, sembra di passare per un attimo attraverso uno specchio e osservare una realtà simile e contraria. Fa sorridere fino ad un certo punto, Francesca, debutto nel lungometraggio di Bobby Paunescu, perché poi il pericolo affiora davvero ed è molto più vicino del previsto, viene dalla propria gente, con modalità universali, le modalità del ricatto e della violenza.
Un paese ex comunista a cui l'Europa propone una nuova identità, ma la storia non procede per automatismi e il neorealismo di Paunescu, perciò, non è il racconto di una rinascita in corso ma quello di una resistenza fra le macerie, dove il compromesso è prassi e la corruzione istituzione.
Ben dialogato e recitato, scandito sul tempo reale dei lunghi piani-sequenza e delle inquadrature fisse, il film procede senza mai cadere nella trappola della tesi o del messaggio da gridare al mondo, semplicemente diritto verso una fine sempre più prevedibile ma non per questo evitabile.
Il capitale investito ha un nome proprio, Monica Birladeanu: nota (come Monica Dean) negli Stati Uniti, si cala credibilmente nel ruolo di un'ignota (per noi) trentenne rumena divisa tra i sogni e gli affetti. Il resto è cinema di pochi mezzi ma più che sufficienti, che non si segnala per novità ma si fa apprezzare per lo stile sincero e la leggerezza del tocco, nel maneggiare temi di cui è impossibile negare il peso.
Francesca - Scheda e Trama del Film