Trama:
Wladyslaw Szpilman è un pianista ebreo che suona per la radio di Varsavia, città nella quale vive quando inizia la persecuzione della Germanianazista. All'inizio è costretto a suonare in alcuni locali per soli ebrei, poi perde anche quella possibilità.
La famiglia viene deportata, ma egli si salva perché un poliziotto ebreo riesce a sottrarlo alla fila di gente che viene caricata sul treno della morte.
Per il protagonista inizia così un doloroso percorso esistenziale: prima viene nascosto da una coppia di amici, poi da un altro amico. Ogni volta deve fuggire; coloro che lo proteggono di volta in volta sono scoperti e catturati. Gli alleati stanno per avanzare, quando trova rifugio - solo e malato - all'interno di una casa diroccata nel ghetto di Varsavia, ormai deserto.
Lì un ufficiale tedesco, dopo averlo sentito suonare al pianoforte ancora depositato nella casa ormai abbandonata, lo aiuta a porsi in salvo. Per il pianista è il momento dell'estremo batticuore (ma anche dell'estrema liberazione): l'ufficiale, in una pressoché inspiegabile dimostrazione di compassione, gli risparmia la vita e gli dona il suo cappotto. All'arrivo dei sovietici, inizialmente viene scambiato per un ufficiale nazista, poi viene portato in salvo. Successivamente i sovietici fanno prigionieri i soldati tedeschi e viene catturato anche l'ufficiale tedesco che aiutò il pianista. In seguito, il protagonista tenta di salvargli la vita, ma invano, l'ufficiale è stato trasferito con tutti i prigionieri.
L'ho visto anni fa e mi è piaciuto moltissimo