occhei è vero me sento il dio delle recensioni...

THE KINGDOM:
L’attempata signora Drusse insegue le tracce del fantasma di una bambina -una canzone che si propaga nello spazio attraverso i riflessi dell’acqua ne narra la triste storia. Mary è stata gasata dal padre, medico del Regno, nel 1919 e da allora il suo corpo è conservato sotto formalina in quello che ora è lo studio di un malinconico ematopatologo (e la scoperta è tanto più sconvolgente quando ci si rende conto che è sempre stato lì, sotto i nostri occhi, fin dall’inizio). Intanto il neurochirurgo Helmer cerca di insabbiare il proprio "crimine": quello di aver ridotto la piccola Mona allo stato vegetale. E qualcosa ci dice che c’è un legame fra le due bambine: una sembra il riflesso dell’alt ra e poi entrambe hanno lo stesso cognome, Jensen...



Ispirazione improvvisa, gioco: il potere delle immagini e degli eventi narrati deve riuscire a sospendere l’incredulità, a trascinare lo spettatore nella favola nera del Regno; e se la coerenza scricchiola (come accade talora in The Kingdom II), l’ispirazione, il gioco intervengono a salvarla nascondendo le falle con gag fatte di comicità corrosiva, come a dire: "non cercate a tutti i costi la coerenza, pensate a divertirvi!"
Il cast è composto da attori che con von Trier hanno già lavorato e che egli conosce molto bene. Come Ernst H. Jaregaard, che trasporta l’arroganza e la misantropia di Uncle Kessler (Europa) nel personaggio di Stig Helmer (il primario neurochirurgo del quale è follemente innamorata l’anestesista Rigmor Mortensen, Rigor Mortis!). O il volto ambiguo di Udo Kier (Europa, Medea), nel ruolo tanto del demoniaco Aage Kruger quanto del figlio (santo e mostruoso) nel quale s’incarna. Von Trier ama creare personaggi e situ azioni toccanti e allo stesso tempo blasfeme come questa: Little Brother nasce come il figlio di Rosemary e si trasforma in Figura Christi (si sacrifica "per togliere i peccati del mondo") e la buona Judith diventa una Madonna accorata che, attraverso il dolore, si affranca dal mondo grottesco che la circonda.
L’idea di disperdere un fantasma in un edificio vasto e caotico, in cui stanze anonime e lunghi corridoi provocano disorientamento, ansia, claustrofobia è semplicemente sublime.

lo so che è un pò lungo però meritava, se riuscite leggetevelo tutto e soprattutto vedetelo!
voto globale: 8,5 (sono molto ristretto di voti considerando che è il mio film preferito )

PS molto simile per storia, montaggio e regia al serial TWIN PEAKS(david lynch)