“Dragon Eye” Morrison (Asano Tadanobu), è un ricercatore di rettili urbano, che da bambino ha ricevuto una scarica elettrica da 80,000 V, capace di donargli una bizzarra empatia con i rettili, e una devastante carica energetica. Thunderbolt Buddha (Nagase Masatoshi) è un misterioso esperto di elettronica che si aggira furtivo per le strade di Tokyo. Al loro primo incontro i due destini sono già segnati: la battaglia per decidere il padrone dell’etere è inevitabile…
Commento
Folle, ipercinetico, coinvolgente, questi sono solo alcuni degli aggettivi che si materializzano già dalle prime immagini dell’opera di Ishii Sogo. L’inizio del mediometraggio è semplicemente folgorante (in senso letterale): con un montaggio ritmato, e una rapida successione di immagini, viene mostrata l’infanzia del protagonista, “Dragon Eye” Morrison, e la nascita del suo potere per via di una terribile scarica elettrica ad alta tensione. Il personaggio interpretato da Asano è la perfetta personificazione degli impulsi primordiali dell’uomo primitivo, e per questo solo e isolato all’interno di una società post industriale. La simbologia scelta è precisa e accurata: l’empatia sviluppata da Dragon Eye verso i rettili non è altro che la connessione con la parte più profonda e dimenticata dell’essere umano, soppressa da migliaia d’anni di “evoluzione”. La scarica elettrica, infatti, va proprio ad intaccare l’amigdala, quella misteriosa parte del cervello che ci lega ancestralmente ai rettili, sede delle nostre pulsioni più selvagge e istintive, di paura e rabbia. Per tutto il corso del film, Morrison è in balia di flussi energetici improvvisi e devastanti, che possono essere controllati e incanalati solo attraverso le distorsioni lancinanti della fida chitarra elettrica (cosa c’è di più primordiale e violento del rock?). All’opposto la nemesi: il misterioso Thunderbolt Buddha, perfetta incarnazione dell’uomo moderno, costretto a portare una maschera metallica che spacca in due volto e personalità. Teatro della battaglia, una Tokyo fredda e impersonale dominata da metallo e cemento, palazzi e paraboliche. Strutture che cercano di fuggire dall’ambiente soffocante elevandosi al cielo carico d’elettricità pronta ad esplodere.
Eccessivo, ironico, stordente Electric Dragon 80.000V è la massima espressione dei contrasti della condizione umana, un film costruito su giustapposizioni nette ed evidenti. Girato in bianco e nero per accentuare i conflitti, è un’opera di straordinaria follia visiva e di grande perizia tecnica. Insomma cos’è Electric Dragon 80.000V? Sessanta minuti di purissimo cinema. (Paolo Neginotti)
Lo sto scaricando perchè stamattina un ragazzo lo considerava uno dei film più kitsch della storia del cinema.
"una schifezza assurda che se non la vedi non sei umano" così ne parlava.
Qualcuno lo ha visto? Sapete dirmi cosa ne pensate? :smt003 :smt003
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