Ero lì che facevamo un trekking in Tibet. Io e due sgallettate di Senigallia. Intorno al Kailash, la montagna sacra del Tibet. Bella storia, bella gente, giro giusto.
Vedo uno che mi sembra … E’!, il Tronchetti Provera, in carne e Afef. “Ci fai qua, te?” gli dico come si fa tra connazionali quando ci si incontra all’estero. Ha la cera di quello che ti vuol rispondere: “Cassi me!” ma è una personcina educata e mi conta su che è lì per promuovere un prodotto nuovo della Pirelli, fatto su apposta per i pellegrini lamaisti. E’ una scarpetta ultraleggera ma resistente, in gomma e pelle di yak, dotata di tutta una serie di accessori:
1. nel tacco c’è una camera d’aria (Pirelli) che quando picchi giù il tallone butta fuori di dietro un profumo d’incenso, che il pellegrino sente meno la puzza di sudore (sono gente che si lava poco);
2. nella suola c’è la batteria di scorta per il cellulare, che si carica col sole: Il fedele lamaista convinto fa il giro del Kailash un po’ in piedi, un po’ sdraiato sulla pancia, in segno di devozione. Quando va giù per terra lungo e tratto, la suola è girata in alto e prende quel poco di luce che c’è. La batteria si ricarica;
3. nella parte superiore della punta c’è inserito un computerino col display grafico che ti dice: data, ora, distanza percorsa, velocità media e di punta, calorie bruciate, pressione, previsioni del tempo, notizie sul traffico. Ogni tanto viene fuori lo spot della Pirelli: di qualcosa bisogna pur vivere;
4. I lacci delle scarpe c’hanno dentro un filo apposta, che se tu le tiri e le incroci giuste ti fanno da antenna per le FM, tipo RDS o Radio DJ o Radio Maria, che ormai tutti i cellulari hanno la radiolina incorporata.
5. Il cellulare, che funziona solo con la TIM, l’hanno appiccicato piccolo piccolo dietro il tallone. Devi per forza adoperare il blu tuut. Ma pota.
“Un gioiellino della tecnologia italiana!” spara lì il Tronchetti, intanto che io facevo le polveri con gli occhi a quell’altro gioiellino della natura che gli cammina vicino.
“Certo, costa un po’ caro; ma basta che il pellegrino vende un 2/3 yak e se lo può permettere. Oltretutto andiamo a farci la concorrenza in casa ai cinesi: loro hanno tirato in piedi la ferrovia da Xining a Lhasa e noi andiamo incontro alle esigenze non solo spirituali dei pellegrini.”
Tira fuori il suo video-ricevitore satellitare e si sintonizza su Tele Shigatse International: prima si sente uno stacchetto musicale di Pupo, poi salta fuori il Berlusconi intervistato da un monaco del locale monastero. Una roba tipo Gigi Marzullo.
Il Cavaliere gli sta facendo la battuta: “Lo sa lei, reverendo Lama, che se viene in Italia le fanno fare il segretario della CGIL?” E giù a ridere.
Stacchetto con il Quartetto Cetra poi hanno fatto un collegamento in diretta differita con ‘Porta a porta’: c’erano lì due baldraccone che gli si vedevano quasi tutte le tette, che ai monaci tibetani gli veniva l’ernia agli occhi. Il Vespa sembrava proprio una faccia di bonzo.
Poi il Tronchetti mi ha soffiato nell’orecchio: “In confidenza: io sono qui per stringere un accordo commerciale con Pechino: vogliamo esportare la Telecom qui in Tibet. C’ho già pronto lo slogan per la campagna pubblicitaria:
“Una ricetta vincente: la Cina ci mette il riso; l’Italia i Pirelli”. C’abbiamo pronti anche degli spot pubblicitari con Bisio che fa le battute; titolo della campagna: ‘Risi e Bisi’. Figo, no?”
Ho guardato la Afef: c’hai per le mani una gnocca più finita; ma prendi su e vai a godertela nei paradisi fiscali e non romperci le balle a noi con le bollette del telefono!