Non so nemmeno perche' lo sto scrivendo qui, e' che negli anni mi sono
sentito sempre a casa mia. Si scherza su tutto ma so che dietro ci
sono persone come me e ora appena riesco a distinguere i tasti della
tastiera, ho il volto pieno di lacrime. E' finita, io e lei non
staremo mai piu' insieme. La nostra storia e' stata bellissima, sembra
uscita da un romanzo di Coelho ed ora e' finita ed io non riesco ad
accettarlo. Nessuno sapeva di noi, era il nostro piccolo segreto. Ci
siamo amati per anni, nel buio della clandestinita', siamo stati
vicini, a tratti una sola cosa. Ed ora e' finita. Ci siamo conosciuti
in ospedale, eravamo nei due letti vicini. Lei era lì gia' da tempo ed
io avevo problemi ben piu' banali ma affrontavo un periodo nero,
difficilissimo. Fu così che sbocciò l'amore. Lei non parlava molto ma
capivo dai suoi piccoli gesti che mi aveva notato. Le stetti vicino
fin da subito, non la abbandonai mai. Fu proprio lì, in quel letto
d'ospedale, negli sprazzi di solitudine che la negligenza degli
infermieri e l'indifferenza dei parenti ci offriva, fu lì che i nostri
corpi si conobbero. Fu la sua prima volta, lo so. E fu anche la mia
prima volta. L'amore si manifesto' in tutta la sua dirompenza e le
confessai di amarla così come non avevo mai amato in vita mia.
Nessuna. Lei non disse nulla, sembrava fissare il vuoto come sempre,
quasi indifferente al mio proclama. Ma sapevo che mi amava, il suo
corpo tremava sotto il mio. Fu così che passarono ben tre anni, i
nostri incontri sempre furtivi, i miei baci rubati, i suoi silenzi che
oggi capisco di aver potuto capire male. E ieri, senza nessun
preavviso, il dio infame! Mi perdoni, mi cada la lingua ma non e'
giusto, non doveva togliermela così. Eppure lei si e' alzata dal letto
e se n'è andata. Senza degnarmi nemmeno di uno sguardo. Stupido io che
non ho capito i suoi silenzi e non ho ascoltato i medici, lo dicevano
sempre che dal coma poteva risvegliarsi.