IP Arcibaldo Malandrino.
La targa era laconica: scrivere ‘Investigatore Privato’ comportava una spesa eccessiva. Privato lo era; ultimamente, anche del telefono: non pagava le bollette da un paio d’anni. Aveva provato ad intenerire la signorina del 187: “Senta: io sono a bolletta; se il pagamento si risolvesse in un baratto di bollette …?”. Gli aveva risposto di provare con Zelig, che magari lo prendevano, visti i livelli.
Da tempo le cose non andavano bene: casi, gliene toccavano pochi e, più che cruciverba, ormai non risolveva.
I clienti parevano aver perso il suo indirizzo. Ne aveva certo di più la sua ‘amica’ Virginia Chiaroprezzo. Perché si era messo con una mignotta? Orpo: il suo idolo e ideale era Pepe Carvalho!
Delle differenze, c’erano: il Pepe beveva quei vini con i nomi forestieri e le date vecchie; lui si scolava i cartoni di Tavernello. Per il resto, non era mai stato a Barcellona ma in compenso non s’era quasi mai mosso dalla sua città. Si muoveva poco, anche dalla poltroncina.
Quella mattina stava leggendo - tentando di leggere - ‘Il caso e la necessità’ di Monod (1): gliel’aveva suggerito un collega “per prendere ispirazione”. La necessità c’era, di portare a casa un po’ di soldi; era il caso, che non gliene capitava più uno da tempo (ma, forse, è già stato scritto).
La porta s’aprì di botto, entrò un refolo di vento, si avvicinò alla sua scrivania e gli si sedette di fronte. Anzi: proprio di fronte Malandrino rimase perplesso: dall’aria dimessa e dall’alito aglioso pareva un vento dell’Est, solo che era caldo come uno scirocco. L’altro intuì i suoi pensieri, perché gli disse asciutto: “Non è l’alito che fa il vento”.
“Desidera?” biascicò Arcibaldo Malandrino, messo al tappeto da quel gioco di parole.
“Un ….. whisky torbato con poco ghiaccio”
“Se si accontenta del ghiaccio …..”
“Mi scusi, sa, ho un diavolo per capello, due diamanti per gemelli, un bastone di cristallo la gardenia nell'occhiello (2) …. ecco, vede, svolazzo. E’ che ho ucciso un uomo e lei deve scoprire chi è”.
“Chi era …” corresse Malandrino.
“ ’Chi era’ chi?” chiese il refolo, che aveva sempre la testa fra le nuvole
“L’uomo che lei ha ucciso”
“Ma deve scoprirlo lei!”
“Se è morto, devo scoprire ‘chi era’, non ‘chi è’”
“Ne fa una questione di tempo?”
“Non solo: anche di denaro”
“Nel qual caso …”
“Bè, sì, il caso mi pare bello intricato. Facciamo 24.000.”
“Che cosa, baci?”
“Perugina: ne vado matto. Mangio il cioccolato e conservo la nocciolina. Ho una collezione da paura: la vuol vedere?”
“E’ solo uno sporco trucco per fare sesso con me?”
“Il sogno di ogni maschio: trombare via col vento!”
“Porco! Lei crede nella verginità della Madonna?”
“No, però ci vedo il nesso”
“Blasfemo!”
“Parola difficile, quasi come idiosincrasia”
“Lei conosce molte parole difficili”
“Risolvo molte parole crociate”
“Si guadagna bene?”
“Sì, non squilla più il telefono”
In quella, squillò. Arcibaldo Malandrino lo fissò come affascinato; poi lo additò all’ospite e disse ebete:
“Squilla”
“Risponda” suggerì il refolo.
“Pronto, chi è?”
“’Chi era’: l’ha detto lei, non ricorda?”
“Ah già: chi era? Me lo dica lei”
“Arcibaldo Malandrino”.
Il movente del delitto non fu mai appurato: il povero investigatore privato fu trovato con le proprie mani strette intorno al collo. Maldestra simulazione di suicidio per autostrangolamento.
“Strozzato dai debiti” suggerì Virginia Chiaroprezzo.
Il grammofono diffondeva la voce struggente di Adamo intento a cantare “Affida una lagrima al vento”. Le ombre della sera baciavano la malinconia della notte incombente.
In un piccolo cimitero di provincia, una minuscola, sghemba croce di S.Andrea sovrastava una spoglia sepoltura. Su un braccio ‘Arcibaldo’, sull’altro ‘Malandrino’; l’incrocio, tra la seconda ‘a’ dei due nomi.
Fiori di plastica in un cartone del Tavernello.
Il vento prese la lagrima e la mutò in pioggia. Ma erano lagrime di coccodrillo.
Il caso era chiuso.
O ‘è’?
NOTE
1. http://www.ildiogene.it/EncyPages/Ency=Monod.html; http://tecalibri.altervista.org/M/MONOD-J_caso.htm
2. http://www.italica.rai.it/index.php?...o_vecchiofrack