Perquisizioni all'alba in provincia di Bergamo per quattro militanti "padani" individuati come i protagonisti dell'aggressione al cameriere albanese a San Marco del 13 settembre scorso.
La Polizia di Stato ha effettuato, nella mattina di giovedì 22, nel Bergamasco quattro perquisizioni domiciliari nei confronti dei presunti responsabili del pestaggio in danno di due camerieri extracomunitari di un ristorante veneziano: si tratta di quattro militanti orobici della Lega Nord, la cui identità non è stata ancora resa nota.
L'episodio è avvenuto in concomitanza del raduno nazionale della Lega Nord dello scorso 13 settembre. Quel giorno un gruppo di persone con abiti e vessilli riconducibili alla Lega Nord, aveva fatto irruzione in un ristorante del centro storico veneziano, messo a soqquadro il locale e aggredito due camerieri di nazionalità algerina ed albanese, provocando lesioni giudicate guaribili rispettivamente in 7 e 30 giorni.
Le perquisizioni in provincia di Bergamo sono state delegate dalla Procura della Repubblica di Venezia, che ha contestato fra l'altro l'aggravante delle finalità di discriminazione o di odio etnico e razziale prevista dalla legge Mancino.
Gli indagati, accusati di lesioni e danneggiamento con l'aggravante di motivi razziali, erano arrivati a Venezia con un altro gruppo di militanti della Lega Nord. Le perquisizioni hanno interessando i comuni bergamaschi di Telgate, Cividate al Piano e Grumello del Monte.
Fra i perquisiti, uomini tra i 20 e i 50 anni le cui generalità non sono state rese note, figurano una persona già indagata per fatti di violenza e un'altra già arrestata dalla Questura di Bergamo per episodi di violenza avvenuti dopo un incontro di calcio. Si tratta dell'uomo che in occasione dell'aggressione a Venezia indossava una maglietta della squadra di calcio della Padania. Ed è stata proprio questa maglietta a portare la Digos lagunare sulla pista giusta dell'indagine, coordinata dalla pm veneziana Emma Rizzato.
Gli agenti hanno infatti visionato migliaia tra video delle televisioni presenti all'adunata veenziana del Carroccio e le immagini dei fotografi: tra le moltitudini di scatti, uno aveva 'immortalato' un uomo con una maglietta identica, particolare che assieme all'accento bergamasco degli aggressori era stato segnalato nella denuncia alla polizia da parte delle vittime e di alcuni testimoni.
Accanto all'uomo, altri militanti presi però di profilo. Così le foto sono state inviate alla Digos di Bergamo che è riuscita a risalire all'identità dei presunti aggressori. Oltre a questi quattro sarebbero coinvolte altre persone, con un ruolo però marginale e nei cui confronti sono ancora in corso accertamenti. Gli indagati saranno interrogati la prossima settimana dalla Procura lagunare con la collaborazione della Digos di Venezia.