BABY GANG DELLA DROGA
Ruba alla mamma per comprare la cocaina
"Quella ragazza è mia figlia". Con queste parole si è avviata un'altra inchiesta della squadra mobile di Treviso sullo spaccio e il consumo di droga tra i giovanissimi trevigiani. E' stata la denuncia della mamma di una ragazzina che ha appena 15 anni a portare all'operazione di ieri mattina. Gli agenti della Mobile, coordinati da Riccardo Tumminia, hanno perquisito le abitazioni di quattro ragazzi, due hanno da poco compiuto 18 anni, gli altri due 16 e 17.
L'accusa per tutti e quattro, che abitano nel centro di Treviso, è di spaccio di sostanze stupefacenti, aggravata dal fatto di averla smerciata a una minorenne, ma dovranno rispondere anche del reato di ricettazione. Dopo la perquisizione, avvenuta ieri poco dopo l'alba, i quattro ragazzi tutti studenti, sono stati condotti in questura insieme ai loro genitori. Qui sono stati identificati e gli è stato notificato a tutti l'avviso orale firmato dal questore Carmine Damiano, la stessa misura preventiva adottata poco tempo fa per gli ultras violenti. Una sorta di ultimatum: se commetteranno altri reati scatterà automaticamente la sorveglianza speciale, ossia il divieto di uscire in alcune ore del giorno.
Sconvolti i genitori dei ragazzi che hanno scoperto una vera e propria seconda vita dei loro figli. Consumatori, ma anche spacciatori di ecstasy e chetamina, hashish e perfino cocaina. Ad accusarli una ragazzina che ha raccontato come l'avevano costretta per mesi a consegnarle denaro che rubava alla madre. In cambio di soldi, con cui comperavano la droga, ma anche vestiti firmati ed entrate nelle discoteche di Treviso e Jesolo, le concedevano di rimanere nella comitiva, di non emarginarla, di portarla in giro con loro.
Anche lei ha consumato droga, ma li ha riforniti di soldi arrivando perfino a prendere i gioielli della madre che poi, insieme ad uno di loro, aveva rivenduto in un negozio di Treviso. Una spirale di sballi, di pomeriggi trascorsi a fumare spinelli, di notti nei locali notturni di Jesolo prendendo ecastasy. Il gruppo di adolescenti era arrivato anche a provare la cocaina.
Ma tutto è iniziato a luglio quando una donna si presenta in questura per denunciare la clonazione del suo bancomat: si era ritrovata prelievi di mille euro nel giro di due settimane. L'indagine passa alla Mobile, che ha un gruppo di agenti specializzati in clonazioni e ritrovano il filmato di una ragazza che, a quell'ora e quel giorno, preleva dalla sua banca. Lo sconcerto Š generale quando la donna agli agenti indica che quella ragazza Š sua figlia. A quel punto, la quindicenne viene convocata in questura dal capo della Mobile, Riccardo Tumminia. Ed è davanti a lui che la ragazzina in lacrime confessa non solo il furto del denaro, ma anche dei gioielli del valore di circa 30 mila euro rubati quando la madre non era in casa. Alla donna, che non si era nemmeno resa conto che i gioielli le erano spariti, le crolla il mondo addosso, ma reagisce. Allontana la figlia da Treviso e con coraggio aiuta gli investigatori nelle indagini.
"Questo dimostra che qualcosa sta cambiando" ha spiegato il capo della Mobile, Riccardo Tumminia che ha condotto anche l'indagine Zero in condotta, che ha portato alla scoperta di un altro gruppo di baby spacciatori. Secondo l'investigatore: "I genitori hanno capito che la prima forma di prevenzione deve farla la famiglia".
(24 settembre 2008)
Figli idioti.