Dal sito segnalatomi dal signor Nessuno, che ancora ringrazio,
http://www.vronline.it/default.asp?title=Home+Page
sito in cui egli diceve, erroneamenente, che io avevo copiato alcuni passi del mio post “NIENTE, E’ INNUTILE, … NON TIRA, …” ho trovato questo bel articolo pieno di speranze.
Disarmo, la ricetta di Lula
Fra tanti orrori e tragedie, una buona notizia proveniente dal Brasile: e se nascesse un business del disarmo e della ricostruzione, al posto del business delle armi e della guerra?
di Luca Salvi
Fra le tante atrocità e orrori di questi giorni, dal Brasile arriva una notizia che sembra una boccata d'aria fresca: il Brasile, potenza emergente ma con ancora enormi sacche di povertà, è anche uno dei paesi più armati al mondo, "grazie ai governi pregedenti assogettati alla sudditanza americana" ( la frase virgolettata l'ho aggiunta io )
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite è addirittura al 4° posto per numero di omicidi dovuti ad armi da fuoco.
Contro la proliferazione delle armi, per 5 mesi è stato sperimentato con successo nello Stato di Paranà un programma di acquisto dalla cittadinanza delle armi in suo possesso.
Nel periodo considerato sono state tolte dalla circolazione 20.000 armi e gli omicidi sono diminuiti del 30%.
Forte di questo risultato il governo verdeoro ha deciso di estendere il programma a tutta la Nazione.
Il programma prevede il riacquisto dei fucili al prezzo di 100 dollari e di 33 per una pistola.
Si calcola che fino a dicembre grazie a questo programma 80.000 armi saranno tolte dalla circolazione, con una spesa complessiva che si dovrebbe aggirare intorno ai 3,3 milioni di dollari.
Inoltre dall'inizio di Luglio è iniziato un giro di vite che prevede regole rigidissime per il rilascio delle licenze, la creazione di un registro nazionale e il divieto di detenzione di armi nei luoghi pubblici.
Il piano di Lula terminerà nel prossimo anno quando i cittadini saranno chiamati per referendum ha scegliere se vietare per legge il commercio di armi.
Se l'esempio di Lula fosse stato seguito dalla coalizione americana in Iraq un anno fa, forse oggi l'Iraq sarebbe in una situazioni migliore, se non altro perché le armi del regime non si sarebbero così diffuse tra la popolazione.
E dal business delle armi, in un paese sull'orlo della povertà, si sarebbe passati al business del disarmo.
Non si potrebbe tentare di applicare questa semplice ricetta sia in Iraq che in tutti i paesi teatro di guerre, conflitti, violenze, magari con una grande iniziativa dell'ONU?
Nel mondo si spendono ormai 1000 miliardi di dollari all'anno in armamenti, è ora di invertire la rotta e iniziare a spendere per il disarmo e la ricostruzione.
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X fortuna che al mondo qualche adulto è tornato.
Gabbiano