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No. La legge deve essere al di sopra di qualsiasi sentimento umano istintivo.
Il nostro sistema penale è basato sulla RIEDUCAZIONE non sulla VENDETTA. Il sentimento di vendetta, per quanto sia comprensibile dal punto di vista umano in casi estremi, non è in alcun modo giustificabile dal punto di vista della giustizia.
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Originariamente inviata da
Faster
Abel hai ragione pienamente... Ma se quel pedofilo fosse stata la persona che ha abusato di tuo figlio e se scoprissi che un altro detenuto, magari un ladro che rubava per far vivere la sua famiglia, l'avesse massacrato di botte... Ora le tue parole non suonerebbero un po' ipocrite?
Ripeto non contesto ciò che hai detto e spero di non dovermi mai trovare al bivio che ti ho proposto!
La vita dentro il carcere non funziona come hai ipotizzato tu. C'è un'organizzazione, un'organigramma di carcerati, ci sono quelli che contano e quelli che sono ultima ruota del carro. Lo affermo con certezza per i racconti che mi ha fatto un conoscente che ha avuto l'esperienza di fare la guardia carceraria in sostituzione del servizio di leva anni addietro e per aver letto qualche libro che ne parlava. Ebbene un disgraziato che si improvvisa ladro per sfamare la famiglia e si ritrova in gattabuia, è assai improbabile che possa ergersi a ministro della giustizia alternativa carceraria. E' molto più verosimile che diventi invece oggetto degli sfoghi di violenza di carcerati più avvezzi al crimine. Perché la vera differenza è tra quelli che fanno parte della malavita organizzata e che sono quindi degni di rispetto e i malcapitati, quelli che invece hanno compiuto il loro crimine autonomamente e saranno vittime. Ecco allora che un pefofilo, così come un violentatore, ma anche un assassino occasionale, quello che perde la testa e fa fuori il vicino o l'automobilista che gli ha tagliato la strada, quando entrerà in carcere e per lui sarà la prima volta, si troverà a fare i conti con un ambiente nuovo e non sarà una cosa piacevole. A me questo non sembra giusto. In un paese civile un reato deve essere giudicato e la sua colpa espiata in funzione di quello che decide la società sana che è al di fuori del carcere e non quel surrogato di società e di giustizia che si trova dall'altra parte delle sbarre. Sarà presumibilmente un capomafioso a decidere il destino del pedofilo e a me 'sta cosa rimane indigesta, perché il pedofilo avrà si fatto del male a un bambino che potenzialemente potrebbe essere mio figlio, ma il capomafioso di figli per overdose ne avrà ammazzati a centinaia; con la differenza che il pedofilo alla fine agisce in modo sbagliato perché presumibilmente è un disadattato e non riesce a frenare certi meccanismi interiori che gli scattano, mentre il capomafioso agisce con cognizione di causa ed è benissimo in grado di riconoscere e soppesare le sue azioni.
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So benissimo come funzionano le gerarchie all'interno del carcere e come sono le regole di vita.
Ma carabinieri, pedofili e affini sono alla base della piramide e se non evitano il contatto con i carcerati "comuni" hanno vita breve.
Ripeto, tutto giusto quello che dici e che ti infastidisce... Il problema è che i capimafia non li abbiamo tutti nelle carceri, ne abbiamo di liberi e ne abbiamo anche nei gradini più alti del nostro governo...
Bella merda...