confessa ti sei fatta soggiogare dalla sua forte personalità che ti ha reso cosi confusa :lol:
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Abolire l'ergastolo? ma certo lasciamoli tutti liberi..mafiosi e assassini..ma sì!!!!!:109:
Sarà pure un genio nel suo campo, ma quì l'ha sparata proprio grossa il dottore eh -.-
Non c'è molto da dire.. sul discorso scientifico ha ragione, noi ci rinnoviamo puntualmente..
allora sono dei velenosi ( per partito preso) qui sul sito quello che lo contestano per questo discorso ? :roll:
chi ha ragione? quelli che dicono che un tuttologo che non capisce nulla, o al limite lo fa per esibizionismo o un vero innovatore sociale partendo da dati scientifici?
''l’ergastolo è una pena molto più dolorosa e disumana della morte perché l’ergastolano pensa di essere morto pur essendo vivo, perchè vive una vita senza vita. Mentre a ogni persona detenuta dovrebbe essere riconosciuto il diritto a una speranza''
il diritto a una speranza......ma vai a fare in culo
Gli studi su chi sono stati fatti?
Dove sono gli esempi?
Dovrei basarmi su 4 righe...
*Le neuroscienze hanno scoperto che il cervello, come gli altri organi, si rinnova continuamente.
Le cellule cerebrali, per effetto delle staminali, nascono lungo il corso della nostra vita.
Questo significa che cambiamo comportamento per effetto delle influenze ambientali,
delle nostre esperienze positive e negative, ma modifichiamo anche concretamente e strutturalmente la nostra massa cerebrale.*
Questo significa che per 20 anni hai avuto solo esperienze negative e ambienti ostili e questo ti ha portato ad essere la persona che sei, commettendo reati. A 25 te ne vai in carcere, per 20 anni. Ne esci a 45 rinnovato, poi torni alla tua vita che non è detto ti dia esperienze positive.
Quindi è plausibile che avendo altre esperienze negative, e di nuovo ambienti ostili, tu possa tornare a commettere reati.
Già un cittadino regolare , oggi, ha difficoltà a crearsi una posizione .
Figuriamoci un ex galeotto pluriomicida.
Certo dovrebbero avere più aiuti che i comuni cittadini...del resto se lo sono meritato...
con questa frase e con altre precedenti mi sembra evidente che per voi la pena è una vendetta, una punizione atta a sè stessa. Ognuno ha le sue idee e sinceramente non me ne frega un cazzo di star qua a litigare.. Io dico che il carcere dev'essere riabilitativo.. Se una persona non si riabilita? rimane in carcere.. Ma se dimostra di essere nel giusto gli si da una possibilità
Ma infatti. Questo "supporto scientifico" di cui si parla è fuffa. Ci sono studi in proposito? La normale rigenerazione cellulare cambia strutturalmente cosa, e quanto!?? La psicologia e il carattere di una persona? Il suo comportamento? E chi dice che cambi in meglio??
Gli studi su quante persone sono state fatte?? Con che strumenti??
E come avrebbe dimostrato e misurato il cambiamento di queste psico-caratteristiche, cambiamento che si suppone sempre "in meglio"??
Se poi voleva dire che le esperienze di vita ti cambiano, uaaaauu!
Allegato 80631
Mi sembra una piccola-grande montagnetta di sciocchezze, con tutto il rispetto.
Ma secondo me fare disquisizioni scientifiche sulle staminali dei neuroni è scemo xD
Esistono delle staminali, è vero.
Ma a parte che si rigenerano lentissimamente, poi il comportamento e la sfera della personalità di una persona non spno certo limitate alle cellule nuove che abbiamo ogni tanto.
Sicuramente i signori scienziati ne sanno piu di me, pero io non ho mai sentito nulla che provasse che un nuovo neurone ti cambia la personalità.
Secondo me non è QUESTA la motivazione per eliminare qualsiasi pena indeterminata.
Per me il concetto è uno: le persone possono cambiare e di certo il motivo determinante non è la rigenerazione staminale. Non mi sembra che ci sia bisogno di cellule staminali per sapere che il comportamento di una persona cambia.
Le persone cambiano per tanti motivi, sicuramente una base cellulare esiste, ma non è definita.
Ma il fatto è che cambiano e si sa.
Se un tizio in carcere cambia deve essere APPURATO da ESPERTI.
Se effettivamente tale persona è CAMBIATA, puo uscire dal carcere ed essere reinserito.
Altrimenti se ne sta in carcere.
MA perchè con ques'uomo sono d'accordo una volta si e una no? Ma matematico proprio...
Il principio di base che si è dimenticato di dire è questo:
- ci rinnoviamo completamente, ma un pezzo alla volta. Cosa significa?
Poniamo di avere 1000 cellule da rinnovare.. Io ne rinnovo una alla volta, dando il tempo a quella nuova di essere "influenzata" dalle altre vecchie.. Quindi di fatto non c'è un cambiamento nel carattere della persona, nel modo di ragionare etc etc..
Il suo ragionamento, forse, avrebbe senso se noi cambiassimo tutte le cellule insieme.. ma a quel punto credo che ci sarebbero altri problemi più gravi..
mah! gli ultimi studi dimostrano come il cervello possa plasmarsi al cambiamento come stupidi o intelligenti se vogliamo perchè non puo cambiare il comportamento?
Siamo stupidi perché viviamo di più
così il progresso danneggia l'intelligenzaStudio dell'università di Stanford: l'uomo ha raggiunto il picco della sua evoluzione cerebrale oltre 2000 anni fa, poi la 'rete di sicurezza' della società ha causato l'impigrimento e la recessione dell'intelletto. Gli li esperti: ma l'essere umano per fortuna ha una straordinaria capacità di adattamento
SIAMO meno intelligenti di 2000 anni fa, l'evoluzione in questo caso ha giocato a nostro sfavore: il nostro cervello, secondo le teorie di Darwin e i principi della genetica, negli ultimi due millenni si è evoluto di pari passo con il nostro stile di vita, ma 'cambiamento' non sempre è stato sinonimo di miglioramento. Il rapporto tra progresso tecnologico ed evoluzione neurologica - secondo Gerald Crabtree, un genetista dell'università di Stanford - ha fatto impigrire le abilità cognitive mano a mano che la vita è diventata più comoda. In poche parole, rendendoci più stupidi.
La tesi, pubblicata su Trends in Genetics, affonda le radici nella madre delle teorie evoluzionistiche, quella della selezione naturale, partendo dal presupposto, semplicissimo, secondo cui un tempo l'essere umano pagava duramente, spesso con la vita, il prezzo della propria stupidità, perché bastava un errore qualsiasi, una distrazione banale, per perdere un'opportunità di sopravvivenza.
La selezione naturale a favore dei soggetti più astuti avveniva dunque in maniera spietata e istantanea, salvo sporadici colpi di fortuna. Oggi, proprio grazie al progresso, tutti abbiamo non una, non due, ma infinite possibilità di sopravvivenza, salvo sporadici colpi di sfortuna. Ma quello che in termini strettamente vitali rappresenta un vantaggio, a livello evoluzionistico si traduce in un progressivo passo indietro, perché
elimina quasi del tutto qualunque tipo di selezione naturale a favore dei soggetti più scaltri.
"Un tempo, se un cacciatore/raccoglitore non riusciva a risolvere il problema di come trovare il cibo, moriva e con lui tutta la sua progenie - spiega Crabtree - mentre oggi un manager di Wall Street che fa un errore riceve un cospicuo bonus e diventa un maschio più attrattivo. La selezione naturale non è più così estrema".
Gli ultimi studi sull'argomento, continua il genetista, hanno individuato dai due ai 5000 geni legati all'intelligenza, rilevando che ogni generazione porta con sé due o tre mutazioni. In assenza di selezione, gli ultimi 3000 anni sono stati dunque un arco di tempo sufficiente per 'inquinare' il Dna umano nel giro di 120 generazioni: "In rapporto al nostro antenato di qualche migliaio di anni fa, la nostra intelligenza è sicuramente più debole - precisa Crabtree - per fortuna la società è abbastanza forte da contrastare l'effetto".
L'umanità, stando al report del genetista, avrebbe dunque già vissuto il suo momento di gloria e, almeno da un punto di vista evoluzionistico, sarebbe sul viale del tramonto. Come sottolinea anche il Guardian, ancor prima dell'invenzione dell'agricoltura e della scrittura, quando l'essere umano viveva di ciò che riusciva a cacciare, chi compiva un passo falso soccombeva alle leggi della natura, e ad andare avanti e a riprodursi erano i più forti e intelligenti.
Poi, con l'invenzione dell'agricoltura e la nascita delle prime comunità stanziali, la forza intellettuale è cominciata a calare in modo progressivo. Non a caso, spiega ancora lo studioso, la Storia incorona il periodo della Grecia classica come uno dei più intellettualmente fecondi. "Siamo una specie sorprendentemente fragile dal punto di vista intellettuale - conclude Crabtree - e probabilmente abbiamo raggiunto il nostro picco di intelligenza tra i 6000 e i 2000 anni fa. È sufficiente che la selezione naturale diventi meno severa, che subito il nostro patrimonio intellettuale si indebolisce".
Malgrado tutto, Crabtree chiude con una nota positiva: anche se il nostro genoma sembra diventare ogni giorno più fragile, la società può contare su un forte sistema di trasmissione delle conoscenze che, diversamente rispetto al passato, riesce a diffondere la cultura velocemente e in modo capillare.
Evoluzione psicologica ed evoluzione genetica però non sono la stessa cosa e l'essere umano, sottolineano gli esperti, è da sempre dotato di una grande capacità adattativa. Studi recenti sulla risposta cerebrale agli stimoli hanno ad esempio dimostrato che, alla somministrazione di un farmaco, il cervello risponde entro 24-48 ore con la produzione di un nuovo tipo di RNA ricombinante, che permette alle cellule di agire sui propri geni, riparandoli o trasformandoli.
"I primi effetti sull'umore o sul comportamento - spiega la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini, presidente della Sipsies, Società internazionale di psichiatria integrativa e salutogenesi di Roma - si vedono dopo qualche settimana e talvolta qualche mese, perché il cervello è un organo complesso come struttura e per le funzioni che svolge. Questo ci fa capire come le persone abbiano potuto sviluppare una capacità adattativa all'ambiente sofisticata come quella attuale".
L'evoluzione ha permesso e permette insomma, spiega la psichiatra, di muoversi in una società complessa come la nostra proprio grazie a questa capacità della mente di trasformarsi e apprendere dall'esperienza. "La selezione - precisa Lucattini - è semmai un danno collaterale che si subisce quando fallisce la solidarietà sociale e umana tra persone e gruppi di appartenenza, a partire dal nucleo familiare".
Anche Elia Stupka, condirettore del Centro di genomica traslazionale e bioinformatica del San Raffaele di Milano, è convinto che la capacità di adattamento dell'essere umano sia più forte dell'indebolimento provocato dalla vita moderna. "La teoria proposta mi pare un po' troppo semplificativa - spiega - e anzi credo che l'aumento della variabilità genetica avvenuto nel corso dei secoli abbia reso il nostro cervello più plastico e funzionale. Le comodità fornite dal progresso hanno sicuramente apportato dei cambiamenti, ma non è detto che siano stati negativi. La mancanza di selezione ha favorito questa variabilità e, dal mio punto di vista, ci ha resi più complessi e completi. Quando si toccano certi argomenti è impossibile stabilire cosa è bene e cosa è male, distinguere il bianco dal nero".
Siamo stupidi perch
Allora mettiamola su questo piano... se sei tanto coglione da meritarti l'ergastolo o i laboratori di ricerca a vita, allora Darwin docet.
Adattarsi significa anche adattarsi alle libertà altrui. Eh. Mica solo alle condizioni per SOPRAVVIVERE alla morte.
Non si tratta più di fare un errore di chissà che tipo. L'errore sta già nel commettere un reato ben sapendo ciò che si corre.
Lo scaltro in questo caso chi è? Chi decide di non commettere il crimine, o chi lo commette senza farsi sgamare?
Sul fatto di aver perso, nel corso dei secoli, potenziali intellettivi, ci può stare.
Ma non è certo essendo clementi con gli assassini che recupereremo il tempo buttato....
Poi non ho ben capito la fase dei medicinali e l'RNA.
O forse ho capito ma mi pare abbastanza strano :roll: