VERONA - Si chiama Ibrahima Barry, operaio, di origine africana ed è il primo immigrato candidato sindaco a Verona, per il Partito di Alternativa Comunista. La candidatura di Barry, 49 anni, che viene dalla Repubblica di Guinea e dal 1988 vive a Verona, è stata presentata oggi sulle scalinate di Palazzo Barbieri, municipio di Verona.
Il candidato di Alternativa Comunista sarà l'unico a sinistra del Pd, che presenta un proprio candidato sindaco sostenuto anche da Rifondazione Comunista, Sel e Idv. La lista del Pdac è invece sostenuta tra l'altro da Moustapha Wagne, presidente del Coordinamento Migranti di Verona, e vede candidati, insieme a lavoratori e studenti nativi, anche diversi immigrati residenti nel territorio cittadino: 25 candidati in tutto, tra i quali due cittadini originari del Bangladesh e uno del Senegal.
Il Partito di Alternativa Comunista è la sezione italiana della Lit-Lega internazionale dei lavoratori (Quarta Internazionale) ed è un'organizzazione di derivazione trozkista, nata nel 2006 da una scissione di Rifondazione. «Il nostro - ha spiegato Barry - è un programma autenticamente rivoluzionario, rivolto ai lavoratori, alla classe operaia e si contrappone agli schieramenti borghesi di Lega, centrosinistra e centrodestra».
«Siamo impegnati - ha aggiunto il candidato sindaco - per sostenere i lavoratori: quelli veronesi e i tanti che sono arrivati da lontano per cercare una vita migliore. Il nostro programma si rivolge alla fasce più deboli che a Verona sono anche cresciute». «E naturalmente - ha concluso - siamo per una città veramente antirazzista: no al razzismo nelle città dove la Lega ha sempre avuto il massimo consenso».
A Verona spunta Barry, il candidato sindaco operaio e di origine africana