Vodka negli occhi per sballare: l'ultima follia della movida romana Alcol assunto come un collirio: si chiama eyeballing ed è largamente diffuso tra i giovanissimi a Campo de' Fiori
ROMA - Genny, sedici anni. Testa all’indietro, un amico le si avvicina con la bottiglia di vodka in mano. E’ così che ci si prepara alla nuova sbornia. Gocce di alcol dritte negli occhi. «Come on come on», accento inglese. Roma, Campo de’ Fiori. Il rito dello sballo funziona anche in questo modo. Pupille aperte e vodka versata come fosse un collirio. Brucia la vita e la vista. Le ciglia zuppe, il trucco lavato via dallo stordimento. Ridono, trascinano la lingua. Ma sì che male c’è, è un gioco, sembrano dire i giovanissimi che attraversano la piazza. Finisce sempre che qualcuno per provare ci casca.
Perché il gioco perverso, appunto, è semplice. Si fa aderire all’occhio l’imboccatura della bottiglia piena di superalcolico o il bordo del bicchiere colmo versare la vodka direttamente nel bulbo. L’effetto è immediato. Dal momento che l’alcol filtra attraverso le mucose ed entra nel flusso sanguigno. Il divertimento adesso è l’eyeballing. La vodka, appunto, versata negli occhi.
In questo luogo non luogo che è il centro storico di Roma di notte, la farmacia di fronte a Piazza Farnese è un osservatorio eccellente. «Qui il mondo dalle 21 in poi cambia. Noi chiudiamo presto, notiamo solo che molti giovani, soprattutto stranieri nei fine settimana acquistano colliri, ma non chiediamo a cosa servirà poi. Tutto chiuso a Piazza Farnese e bordello massimo a Campo de Fiori» racconta Piermarino Giordani titolare della farmacia.
Chi frequenta la zona in ore notturne per lavoro è Claudio, operatore ecologico Ama. Parlantina a raffica, testa rasata. «Ne vedo di tutti i colori nei fine settimana, se ne inventano di ogni tipo i ragazzi. Per esempio fanno il beer pong, ne sanno qualcosa nei bar qui intorno alla piazza» dice indicando uno dei locali più conosciuti dai giovani. Qui, al Drunken Ship, la nave ubriaca, il nome la dice lunga. Fabio, manager del pub racconta che il gioco è autorizzato e consiste nel mettere due pinte da due litri alle estremità del tavolo e fare centro con una pallina. «A ogni tentativo, chi non azzecca beve» racconta. E poi aggiunge. «Quando non si reggono più in piedi noi non diamo più da bere, e chiediamo sempre i documenti. Non possiamo sgarrare perché di fronte abbiamo un esercito di polizia, è altrove che ci sono i problemi. Purtroppo ci sono bar e distributori meno in vista che anche dopo le 3 vendono tranquillamente alcolici a tutti. Da noi vengono molti americani perché da loro è proibito bere, e le ragazzine sono disinibite. Ma ci sono tanti ragazzi romani dai Parioli alle periferie».
Come ogni sciagurata tendenza, la pratica della vodka negli occhi che arriva dai campus inglesi e francesi scorre velocemente grazie a internet. Basta pensare che su youtube ci sono oltre ottocento video che fanno vede, nei minimi dettagli, come si fa. I ragazzi italiani sono arrivati con ritardo alla masochistica moda ma ci sono arrivati. «Devi essere già ubriaco per farlo e, comunque, è solo un modo per fare più caciara. Per divertirsi di più», spiega Mattia uno studente del Mamiani. Si dà di gomito con gli altri della compagnia. Un codice segreto di gesti e occhiate. Come dire, non raccontare di più. Poi, si scioglie e si mettere a chiacchierare. «Magari sono cose che, per scherzare, si fanno anche a casa» minimizza.
«Noi mica possiamo controllarli al di fuori dei locali» tiene a precisare Giorgio, proprietario della vineria Reggio in Campo de’ Fiori. «Serviamo solo succhi di frutta ai minorenni e dopo le 23 devono comunque stare nei pressi del locale. Comunque, i ragazzi, sanno come fare, sono capaci di tutto», aggiunge. Gli fa eco, a due passi in via dei Giubbonari, il responsabile della drogheria Conti. Una sessantina d’anni: «Stare qui è diventato pericoloso la sera. Di bere è capitato a tutti, anche a me alla loro età, ma non così...». Dave, irlandese, trent’anni, serve ai tavoli al Drunken. «Fanno anche il gioco della tequila, il sale nel naso e il limone negli occhi. Si faceva anche ai miei tempi, adesso è tornato il rito della vodka».
Al di là delle sfide e delle bravate del sabato sera, l’eyeballing è sicuramente il sintomo di un fenomeno più preoccupante. Secondo uno studio promosso dal Ministero della Gioventù dall’Istituto Superiore di sanità e dalla fondazione Ania, il 44% dei giovani in Italia che esce la sera ha un tasso alcolico superiore alla soglia consentita. Sarà anche per questo che, in una piazza ancora piena di gente alle 3 di notte come lo è Campo de’ Fiori, ai piedi della statua di Giordano Bruno, simbolo della lotta contro i limiti e le angustie che stringono l’uomo, rotolano solo bottigliette vuote.
il messaggero