COMO - La testa mozzata è stata trovata nel forno di una pizzeria. Il corpo decapitato sul greto di un torrente in Piemonte. La pistola usata per l'omicidio è stata pulita, nettata del sangue e rimessa nella vetrina dell'armeria.
Particolari macabri, da film dell'horror, nella centralissima Como, dove un armiere, Alberto Arrighi, 40 anni, incensurato, sposato, padre di due figlie, rampollo di una delle più note famiglie della zona, stimato professionista, da anni consulente balistico della procura, è stato arrestato per l'omicidio di un imprenditore, Giacomo Brambilla, con cui era in affari. Anche lui ricco e intraprendente, titolari di diversi distributori di benzina Shell (sui siti ci sono le sue foto con la tuta bianca e l'inconfondibile marchio), biondo, un sorriso aperto, 43 anni e una vita piena di progetti. Sui motivi la squadra mobile si è limitata a due parole: movente economico.
Pare che l'imprenditore stesse trattando per acquistare l'armeria di Arrighi. Aveva già versato 100.000 euro. Poi qualcosa è successo, una lite, forse un ripensamento. Brambilla è stato ucciso nell'armeria a colpi di pistola. Il suo corpo fatto a pezzi. La testa portata nella pizzeria del suocero di Arrighi. Probabilmente per essere bruciata nel forno. Anche il congiunto è stato ascoltato per ore dalla polizia, così come la moglie dell'armiere. Per il momento non sembra siano stati presi provvedimenti nei loro confronti.
Arrighi e Brambilla ieri pomeriggio alle 15.30 si erano dati appuntamento nell'armeria di via Garibaldi, centro storico di Como. I due erano in trattativa, perchè Brambilla intendeva acquistare l'armeria, e pare avesse già anticipato una somma, sui centomila euro. Ma qualcosa stava andando storto nella conclusione dell'affare. Forse Arrighi voleva di più, ma Brambilla di recente aveva avuto qualche guaio con la Shell ed era stato costretto a chiudere temporaneamente alcuni distributori. Nel retrobottega del locale chiuso scoppia una lite, poi i due vengono alle mani. Lo dimostrano i segni sul volto di Arrighi. L'armiere perde la testa afferra una pistola e spara diversi colpi contro Brambilla. A questo punto la ricostruzione si basa sulle ammissioni dell'armiere e su quanto gli inquirenti lasciano trapelare. Arrighi ha sparato al volto e i colpi hanno quasi maciullato la testa della vittima. Forse ci vuole poco per decapitarlo completamente. Aspetta la notte, carica i pezzi di cadavere in auto, la Porsche Cayenne della vittima, e raggiunge il greto del torrente a Crevoladossola (Verbania), dove abbandona il corpo mutilato. Quindi si reca a Senna Comasco, nella pizzeria Conca d'Oro, di proprietà del suocero di Arrighi. Lascia la testa in uno dei forni.
Intanto la compagna di Brambilla, preoccupata per la scomparsa dell'imprenditore, avvisa la polizia. E' lei a riferire dell'appuntamento nell'armeria. I poliziotti cominciano le indagini e si recano in via Garibaldi, dove dall'alba Arrighi è al lavoro per ripulire tutto. Lo trovano alle prese con litri di candeggina per togliere le macchie e l'odore del sangue. La pistola l'ha già nettata. "E' la", dice quando capisce che è inutile negare. E indica la vetrina, dove scintilla come nuova, l'arma del delitto.
(Repubblica.it)
---
Sti*****...