mi hai convinto.Quote:
Originariamente inviata da jack81
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mi hai convinto.Quote:
Originariamente inviata da jack81
si infatti! :PQuote:
Originariamente inviata da Sally
No comment.Quote:
Originariamente inviata da jack81
ke ne sai se nn è merito di budda o manitù o vishnu o kikkessia??Quote:
Originariamente inviata da jack81
Pensi che qualcosa ci debba essere per sè oppure per venire incontro alle tue speranze?Quote:
Originariamente inviata da Sally
Sono molti a dire che pensano che qualcosa ci sia, poi alle prime sofferenze, ai primi lutti, con l'incalzare della paura della morte questi ultimi balzano tutti sul "carro dei credenti".
E non è questione di possedere certezze oppure no, a mio avviso bisogna chiamare in causa il senso critico.
Dio serve per dare un senso alle cose, per colmare i vuoti conoscitivi, per consolare l'uomo sofferente e soprattutto per risolvere il problema della mortalità dell'uomo.
Ciò che veramente mi preoccupa però è la penetrazione della religione nei gangli della sfera pubblica.
Ecco perché sono un fermo assertore della laicità dello Stato.
Propongo inoltre un chiarimento circa il pensiero di Nietzsche:
La morte di Dio, annunciata in piazza a gran voce da un folle, ha un significato che oltrepassa una semplice professione di ateismo. Egli non si domanda se Dio esista o no, perché altrimenti rimarrebbe nell'ambito dell'ideale metafisico della realtà, che, a suo parere, non può essere in alcun modo raggiunta.
Dichiarando ufficialmente la morte di Dio, Nietzsche intende asserire che è tramontato tutto quel sistema di valori trascendenti che la tradizione aveva creato e sul quale aveva costruito per duemila anni la sua fede, la sua morale, la sua certezza della verità.
Tale avvenimento, secondo il nostro filosofo, non è stato compreso dalla maggior parte degli uomini, che si trovano come smarriti e svuotati in una notte profonda senza più alcuna luce, ma gli spiriti liberi e illuminati prevedono le conseguenze che esso produrrà e il loro animo è colmo di gioia e di speranze: si prepara un nuovo mondo, libero dai pregiudizi e dalla schiavitù della morale che rinnega la vita, e si spezzano le vecchie tavole dei valori che mortificano l'esistenza. Si apre una nuova epoca che rifiuta la rinuncia ed esalta la naturalità dell'essere umano nella sua dimensione corporea, il quale diventa Dio di se stesso, e va dissolvendosi definitivamente il nichilismo che dice no alla vita e che ha determinato il corso della civiltà socratico-platonico-cristiana.
Da questa disamina emerge chiaramente che secondo Nietzsche "la morte di Dio" apre nuovi orizzonti per l'uomo, e quindi è da considerare positivamente
Riporto inoltre dei brani antologici di Marx sulla religione, tratti da varie opere.
Di Marx si cita solamente l'abusata frase "la religione è l'oppio del popolo", mentre il suo pensiero è più articolato:
"Il fondamento della critica alla religione é: è l’uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l’uomo. Infatti, la religione è la coscienza di sè e il sentimento di sè dell’uomo che non ha ancora conquistato o ha già di nuovo perduto se stesso. Ma l’uomo non è un'entità astratta posta fuori del mondo. L’uomo è il mondo dell’uomo, lo Stato, la società. Questo Stato, questa società producono la religione, una coscienza capovolta del mondo, poiché essi sono un mondo capovolto. La religione è la teoria generale di questo mondo, il suo compendio enciclopedico, la sua logica in forma popolare, il suo punto d’onore spiritualistico, il suo entusiasmo, la sua sanzione morale, il suo solenne completamento, il suo universale fondamento di consolazione e di giustificazione. Essa è la realizzazione fantastica dell’essenza umana, poiché l’essenza umana non possiede una realtà vera. La lotta contro la religione è dunque, mediatamente, la lotta contro quel mondo, del quale la religione è l’aroma spirituale. La religione è il sospiro della creatura oppressa, è l'anima di un mondo senza cuore, di un mondo che è lo spirito di una condizione senza spirito. Essa è l'oppio del popolo. Eliminare la religione in quanto illusoria felicità del popolo vuol dire esigere la felicità reale. L’esigenza di abbandonare le illusioni sulla sua condizione è l’esigenza di abbandonare una condizione che ha bisogno di illusioni. La critica della religione, dunque, è, in germe, la critica della valle di lacrime, di cui la religione è l'aureola. La critica ha strappato dalla catena i fiori immaginari, non perché l'uomo porti la catena spoglia e sconfortante, ma affinché egli getti via la catena e colga i fiori vivi. La critica della religione disinganna l'uomo affinché egli pensi, operi, dia forma alla sua realtà come un uomo disincantato e giunto alla ragione, affinché egli si muova intorno a se stesso e, perciò, intorno al suo sole reale. La religione è soltanto il sole illusorio che si muove intorno all'uomo, fino a che questi non si muove intorno a se stesso. E' dunque compito della storia, una volta scomparso l'al di la della verità, quello di ristabilire la verità dell'al di qua. E innanzi tutto è compito della filosofia, la quale sta al servizio della storia, una volta smascherata la figura sacra dell'autoestraneazione umana, smascherare l'autoestraneazione nelle sue figure profane. La critica del cielo si trasforma così nella critica della terra, la critica della religione nella critica del diritto, la critica della teologia nella critica della politica. (---) La critica della religione approda alla teoria che l'uomo è per l'uomo l'essere supremo".
si vede che sei mooolto giovane...Quote:
Originariamente inviata da pukka n°1
...fresca di cresima? :roll: :roll: :roll: :
Tra qualche anno potresti anche cambiare idea, lo sai? :roll:
Il prossimo Nietzsche potresti essere tu! (da immaginarsi come slogan pubblicitario scandito da una ragazza con voce sensuale :nice: 8-) )
Filosofo, mi spieghi bene il senso di questa frase?
"si prepara un nuovo mondo, libero da pregiudizi e dalla schiavitù della morale che rinnega la vita, e si spezzano le vecchie tavole dei valori che mortificano l'esistenza"
Che poi rappresenta in pieno il tuo odio cocente verso il cattolicesimo.
Intendiamoci, dico questo senza malizia, sai in cos'è che credo e quindi sai che nn mi importa molto il fatto che tu odi il cristianesimo, soltanto mi piacerebbe capirne il motivo, tutto qua.
Quote:
Originariamente inviata da Ser Nwanko
Faccio qualche precisazione sulla teologia epicurea:
Epicuro (Samo 341 a.C. – Atene 271/270 a.C.) ammette l’esistenza degli dei.
Nella famosa “Epistola a Meneceo” scrive: “Prima di tutto considera l’essenza del divino materia eterna e felice, come rettamente suggerisce la nozione di divinità che ci è innata. Non attribuire alla divinità niente che sia diverso dal sempre vivente o contrario a tutto ciò che è felice, vedi sempre in essa lo stato eterno congiunto alla felicità. Gli dei esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha. Perciò non è irreligioso chi rifiuta la religione popolare, ma colui che i giudizi del popolo attribuisce alla divinità”.
Secondo Epicuro le divinità non si interessano delle vicende umane, e lo dimostra con un ragionamento simile a quello aristotelico: la divinità è una realtà beata, e se si occupasse delle vicende umane come potrebbe esserlo? Sarebbe una sorta di autodiminuzione.
Questo non significa però che gli dei siano irrilevanti: sono per l’uomo un modello da imitare, giacché essi vivono la migliore delle vite, piena di felicità; l’uomo, imitandoli, può condurre una vita uguale alla loro.
L’unica differenza tra gli uomini e gli dei è che questi ultimi hanno la vita eterna (e di conseguenza la felicità eterna), i
primi no.
Secondo Epicuro la religione tradizionale degenera in superstizione e in atteggiamenti ridicoli dovuti alla paura che l’uomo prova nel confronti dell’intervento divino, e le sue riflessioni mirano proprio a dissipare questo timore.
Un argomento contro la provvidenza divina è quello che fa leva sulla presenza del male nel mondo, che tu hai riportato.
appunto, basta crederci...Quote:
Originariamente inviata da Tomino
Allora potrei benissimo credere di avere un alieno dentro di me :?
certo che dio esiste...Quote:
Originariamente inviata da filosofo
se si continua di questo passo sentiremo dire ke non esiste nemmeno babbo natale l uomo nero e la befana!!
dove arriveremo!!
L'uomo deprivato dei vincoli con un'ipotetica sfera sovrannaturale può autodeterminarsi... non mi pare poco...Quote:
Originariamente inviata da lunarossa
Che l'uomo autodeterminandosi possa commettere errori è pur possibile, ma anche l'uomo religioso ne commette, è sufficiente studiare la storia per comprenderlo.
un ringraziamento sentito per questo importante e denso contributo :|Quote:
Originariamente inviata da miki01
Per due motivazioni fondamentali:Quote:
Originariamente inviata da X-fun
1) amore per il senso critico, che dovrebbe essere patrimonio comune
2) il pericolo della commistione tra sfera pubblica e sfera religiosa, che si tradurrebbe (come già si traduce tuttora) in una serie di divieti e prescrizioni, specialmente per quanto concerne la bioetica, imposte all'intera collettività.
Sono considerazioni nietzscheane...Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
Personalmente registro che omofobia, sessuofobia e altre limitazioni trovano coltura sul terreno della morale religiosa, pur con qualche differenza tra i diversi culti.
Qualsiasi morale di origine religiosa ha una funzione limitante e in un certo senso coercitiva. In altri termini, la religione non è un veicolo per l'emancipazione umana.
è bene, a mio avviso, che l'uomo si sciolga dalle catene e cominci a responsabilizzarsi (giacché, fino a prova contraria, la vita si gioca qua sulla terra, nella dimensione dell'immanenza) e a svezzarsi dalle paure che si trascina appresso.
Ovviamente al riguardo sono pessimista, la morte della religione è stata annunciata da molti, ma a mio avviso le religioni non moriranno mai, giacché i fattori che provocano la generazione del bisogno della religione sono congeniti alla nostra natura.
Io non odio il cattolicesimo, così come non odio alcuna altra religione.
A me sta a cuore la laicità, e in Italia il pericolo maggiore per la laicità è rappresentato dalla Chiesa cattolica.
Se fosse rappresentato dai Raeliani le mie stilettate sarebbero rivolte contro di loro. ;)
Bè, mi pare che dalle tue parti ci siano una sede dei Templari e una dei Raeliani...hai voglia a divertirti! :lol: :lol:
AH-EHM, tornando seri, ho registrato la tua opinione, e da questa nasce un'altra domanda...io ti ho detto, in altra sede, in cos'è che credo...tu in cosa credi invece, considerando che odi i punti fermi e le "regole", come le chiami tu? Avrai pure qualcosa in cui credi, e parlo in senso molto generale.
Vorrei pubblicamente complimentarmi,
e far notare come si possan mantenere dei topic di discussione senza mandarsi a cagare.
Piacevoli da leggere oltrettutto..
Bene. :)
...continuate pure, e scusate l'off topic.. :nice:
Saiph....ma va a ca...!! :lol: :lol: :lol:Quote:
Originariamente inviata da Saiph
Ehi sto scherzando, anzi hai ragione, e oltretutto per quel poco che ti conosco mi piaci :)
Sei sicuro che sia mai nato?Quote:
Originariamente inviata da karlo88
non ti sembra di essere un po' "ottusa" ?Quote:
Originariamente inviata da pukka n°1
1)La fede non per forza priva le persone del senso critico. Le persone prive di senso critico lo sarebbero comunque.Quote:
Originariamente inviata da filosofo
2)La fede non impone nulla alla collettività, tu puoi far a meno di credere in Dio nessuno ti obbliga.
Quali sarebbero queste imposizioni che ti danno così fastidio?
Quoto. La fede non priva le persone di senso critico e non impone nulla alla collettività.Quote:
Originariamente inviata da X-fun
Anzi direi che un uomo di fede è più libero di chi non ce l'ha. Nessuno è obbligato con la forza ad avere fede, quindi la fede è libertà.
:ok:
non ho capito il nesso logico tra le varie frasi :lol: :lol: :lol:Quote:
Originariamente inviata da lunarossa
per me Dio esiste...poi ognuno può pensarla come vuole,e non c'è bisogno che vi offendiate a vicenda...quelli ke nn ci credono nn devono offendere quelli ce ci credono dicendo di aprire gli okki ecc...e viceversa x quelli che ci credono...
in quanto individui diversi non possiamo pensarla tutti allo stesso modo...ok?
x ki nn l'avesse capito mi danno fastidio quelle persone che nn accettano i pensieri altrui...
per esempio pukka che non vuole leggere Nietzsche? :roll:Quote:
Originariamente inviata da klara
O tu quando dici che i fedeli sono solo gente che si fa illusioni e si crea false speranze per non affrontare la realtà...è speculare, la cosa...Quote:
Originariamente inviata da filosofo
e infatti era una provocazione! :nice: :no:Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
Poi io conosco ambedue le posizioni: sono approdato a questi convincimenti con lo studio, la riflessione e le esperienze dirette: il mio cammino è stato tortuoso e intenso.
pukka le ragioni di Nietzsche non le vuole nemmeno ascoltare; io invece le campane le sento tutte e due
Quote:
Originariamente inviata da darkness_creature
Reputo alcune idee più ragionevoli di altre, ma lascio sempre una porta aperta, in quanto potrei sbagliarmi...
Quote:
Originariamente inviata da X-fun
1) Non è la fede a deprivare le persone del senso critico; è la mancanza di senso critico che spinge l’uomo ad abbracciare una fede, sia essa religiosa, politica, sportiva, ecc.
Ritengo però che dare il proprio consenso a certuni elementi rigorosamente terreni (per esempio un partito, una squadra di calcio) sia in ogni caso più ragionevole rispetto alla credenza in ipotetiche entità ultraterrene.
Per di più, una volta individuati i fattori che provocano il bisogno del sacro, sarebbe buona cosa ricercare dapprima spiegazioni naturali. E le si possono trovare, anche se non sarebbero sicuramente così allettanti come l’ipotesi di un Dio buono e misericordioso pronto ad accoglierci in Paradiso.
2) Le imposizioni fioccano, e dato che non ho intenzione di scrivere tre pagine sull’argomento, mi limiterò a un paio casi eterogenei: il Battesimo e il referendum sulla Procreazione Medicalmente Assistita.
Al bambino che viene battezzato viene di fatto imposta una religione: costui è inconsapevole di ciò che gli accade, non ha ancora una reale possibilità di scelta, eppure…
E passiamo subito al referendum, dove l’imposizione è meno evidente.
Il refendum abrogativo sulla PMA si è tenuto il 12 e il 13 giugno dello scorso anno.
Il comitato referendario era attestato sul Sì mentre la Chiesa, stringendo un patto scellerato con i menefreghisti, aveva deciso di propugnare la linea astensionista, attraverso il comitato prestanome “Scienza e vita”.
Il quorum non è stato raggiunto, e a coloro che si sono recati a votare è stato negato di esprimersi, di poter incidere con la loro presa di posizione.
L’astensione, scelta da molti cattolici anche per via della propaganda fatta all’interno delle parrocchie, ha rappresentato nei fatti una vera e propria imposizione, un imbavagliamento di coloro che volevano effettivamente prender posizione.
E, lo ripeto, si è trattato di un patto scellerato. La Chiesa temeva che i Sì potessero superare i No, e da ciò ebbe scaturigine la perversa (e feconda) alleanza.
Le ragioni che hanno mosso questa scelta affondano le radici nell’egoismo e nella pretesa di esclusività della Chiesa
Cattolica: in sintesi, è stato fatto il seguente ragionamento: “per noi è sbagliato e quindi non si deve fare”, a cui i sostenitori del Sì solevano controbattere “vengono concesse delle possibilità, non viene impartito alcun obbligo. Quel “per noi è sbagliato e quindi non si deve fare” dovrebbe trasformarsi in un “per noi (o “per me”) è sbagliato, ma non nego agli altri che magari con condividono le nostre (o mie) idee di poter usufruire di queste possibilità).
Fortunatamente una fetta cospicua di cattolici liberali si è recata alle urne, ma la stragrande maggioranza si è arroccata su certi principi e ha impedito il confronto.
A differenza dei menefreghisti, costoro volevano confermare i quattro punti sollevati.; è allora perché non andare a votare No, permettendo ai cittadini di esprimersi?
Ce ne sarebbe da discutere, specialmente sulla bioetica, ma sono stanco morto :smt015 …..Facciamo un’altra volta… :smt090
l’uomo di fede non è affatto più libero dell’uomo senza fede. Egli, infatti, deve render conto del proprio comportamento (sotto le tinte dell’obbedienza) a un’ipotetica entità sovrannaturale.Quote:
Originariamente inviata da lunarossa
Per venire incontro a certi precetti rinuncia a una vita pienamente realizzata, alla scelta autonoma, alla libertà (che può estendersi almeno fin quando non si va a scalfire quella altrui).
Certo, l’uomo di fede non è attanagliato dalla paura della morte, può scaricare per gran parte le responsabilità delle sue azioni e della sua condizione sulla divinità, è libero dai dubbi più maceranti, ha sicurezze che gli uomini senza fede non hanno.
Ma, a mio personalissimo avviso, si autoinganna, e in virtù di questo autoinganno si pone in difetto rispetto alla propria volontà, imbrigliato com'è nella grata che si è disegnato intorno.
Su questo nn sono d'accordo. Chi viene battezzato può sempre scegliere una vita da laico, come il sottoscritto, oppure, se vuole, diventare un prete (di certo NON come il sottoscritto... :lol: ). Io sono stato battezzato...e basta, per il resto mi hanno tranquillamente permesso, dato che nn me ne fregava quasi nulla, di non fare il catechismo nè l'ora di religione a scuola.Quote:
Originariamente inviata da filosofo
Non è che ti battezzano e sei marchiato per il resto della vita...
E poi l'uomo di fede non è che DEVE rendere conto a qualcuno...ha precedentemente SCELTO di voler rendere conto a qualcuno e seguirne i principi, così come tu, e alla fin fine anche io, abbiamo scelto di nn affidarci ad alcun' entità soprannaturale...in effetti anche la nostra è una forma di religione, nel senso ampio del termine...
ha ragione lunarossa, secondo me, su questo.