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se interessa
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Umberto Veronesi: la religione impedisce di ragionare
Il più grande oncologo italiano racconta la sua esperienza: di come è passato dal recitare il rosario tutte le sere ad abbandonare la fede
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La religione? Impedisce di ragionare, è per sua stessa natura altra cosa dalla ragion scientifica. Mentre la scienza vive nella ricerca della verità. Il più grande oncologo italiano, Umberto Veronesi, parla a Sky Tg24 di religione e le sue parole promettono di scatenare un putiferio.
Raccontando la sua esperienza, Veronesi racconta il suo percorso di vita e racconta come è passato dal recitare «il rosario tutte le sere per 14 anni» ad allontanarsi dalla fede.
La base del suo ragionamento è chiara: religione e fede non possono intendersi. Per diverse impostazioni, per differenti modi di intendere la vita. Perché, spiega, la religione è di per sé “integralista” mentre la scienza vive nel dubbio.
Perché, ancora, «la fede presuppone di credere ciecamente in qualcosa di rivelato nel passato, una specie di leggenda che ancora adesso persiste, senza criticarla, senza il diritto di mettere in dubbio i misteri e dogmi che vanno accettati o, meglio, subiti».
Umberto Veronesi: la religione impedisce di ragionare
nell'ultima parte ha pienamente ragione e chi crede veramente dovrebbe esserne d'accordo. altrimenti avete un po' di confusione anche voi :D
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l'ho letto anche io questo articolo ;)
concordo con obo
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Ho appena saputo della morte di un ragazzo di 19 anni. Che fosse mio amico, poco importa. Non è la prima persona cara che se ne va. Ma sto cercando di mantenermi lucida nel porvi questa domanda, e dopo mi lascerò andare a sfoghi e lacrime: perchè?
E vi prego, datemi una risposta il più razionale possibile. Perchè a 19 anni hai ancora tutta la vita davanti. E io sono nel momento in cui entro sulla sua pagina di facebook e leggo tutti quelli che scrivono "addio", quindi ho bisogno che qualcuno mi dia una risposta razionale.
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Originariamente inviata da
Morgana.
Ho appena saputo della morte di un ragazzo di 19 anni. Che fosse mio amico, poco importa. Non è la prima persona cara che se ne va. Ma sto cercando di mantenermi lucida nel porvi questa domanda, e dopo mi lascerò andare a sfoghi e lacrime: perchè?
E vi prego, datemi una risposta il più razionale possibile. Perchè a 19 anni hai ancora tutta la vita davanti. E io sono nel momento in cui entro sulla sua pagina di facebook e leggo tutti quelli che scrivono "addio", quindi ho bisogno che qualcuno mi dia una risposta razionale.
Il credente più moderato ti direbbe Ὃν οἱ θεοὶ φιλοῦσιν, ἀποθνήσκει νέος, muor giovane chi agli Dei è caro;
ma io credo che la risposta più razionale che ti si possa dare è: non c'è un perché. Né va cercato. La nostra sofferenza in casi come questo viene proprio dall'insensatezza. Ma il giorno che potremo porci di fronte a questo nulla di senso senza fremere di terrore, allora potremo dire di essere Grandi.
Non c'è perché. Non esiste un'età per vivere ed una per morire, l'esistenza può cessare anche al suo apice, per quanto ingiusto possa sembrare. Ci pare ingiusto perché non riusciamo a non credere che malgrado tutto non esista una giustizia superiore che vigili sul buon svolgimento delle nostre esistenze. Ecco la mancanza di senso di fronte a cui dobbiamo riuscire a porci: non c'è giustizia, non c'è senso. Per l'economia dell'esistente, che si calcola in ordini di grandezza disumani, la vita di ognuno di noi conta quanto la vita di una mosca, di un batterio.
Ma io trovo proprio in questa assenza di senso una grande consolazione: perché tutto si fa più facile e leggero e vivere o morire diventa un fatto insignificante, a cui non c'è bisogno di dar peso. E' finito: ed è tornato a far parte del nulla. Fuori dallo sporco baratto di dare/avere della felicità in cui ci barcameniamo. Chi non è più è il nulla, e come tale è maestoso, infinito e senza tempo.
A parte queste parole stanche, e per quel che può valere, un abbraccio da parte di uno che si credeva Uomo e s'è scoperto batterio guardando le stelle :056:
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Originariamente inviata da
obo
semplicemente il dio cristiano lascia libertà di scelta all'uomo, di scegliere tra bene e male.
e dimenticate sempre, ogni volta che ne parlate, che per i cristiani la vera vita non è quella terrena, che è di passaggio, ma è quella dopo la morte/rinascita.
ma vabbè, sono tutte credenze :D
Prima cosa non esiste solo il dio cristiano.
Poi non capisco come può un essere "superiore", far fare questo tipo di cose a una sua creatura, lasciare "impuniti" questi fatti.
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Originariamente inviata da
Mr.Goodkat
Prima cosa non esiste solo il dio cristiano.
Poi non capisco come può un essere "superiore", far fare questo tipo di cose a una sua creatura, lasciare "impuniti" questi fatti.
vabbè ma ovvio, ma qui è sempre cattolici vs all over the world, quindi...
per il semplice fatto che per il cattolicesimo la vera vita (lo riscrivo) è dopo la morte e il giudizio "divino" avverrà dopo la morte.
nel libro dell'apocalisse c'è spiegato qualcosa se ti interessa, anche se non è per niente facile leggerlo e capirlo.
poi oh, non sono ne un prete ne altro. alle superiori grazie al prof di religione mi sono appassionato un po' dell'apocalisse e quindi l'ho letto e me lo sono fatto un po' spiegare!
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Originariamente inviata da
obo
vabbè ma ovvio, ma qui è sempre cattolici vs all over the world, quindi...
per il semplice fatto che per il cattolicesimo la vera vita (lo riscrivo) è dopo la morte e il giudizio "divino" avverrà dopo la morte.
nel libro dell'apocalisse c'è spiegato qualcosa se ti interessa, anche se non è per niente facile leggerlo e capirlo.
Se parliamo del dio cristiano non me lo so spiegare, come il cristiano riponga tutto in una vita ultraterrena (non sicura tra l'altro)
Comunque l'apocalisse ce lo devo avere in giro, ci darò poi un occhiata
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Originariamente inviata da
Lucien
Il credente più moderato ti direbbe Ὃν οἱ θεοὶ φιλοῦσιν, ἀποθνήσκει νέος, muor giovane chi agli Dei è caro;
ma io credo che la risposta più razionale che ti si possa dare è: non c'è un perché. Né va cercato. La nostra sofferenza in casi come questo viene proprio dall'insensatezza. Ma il giorno che potremo porci di fronte a questo nulla di senso senza fremere di terrore, allora potremo dire di essere Grandi.
Non c'è perché. Non esiste un'età per vivere ed una per morire, l'esistenza può cessare anche al suo apice, per quanto ingiusto possa sembrare. Ci pare ingiusto perché non riusciamo a non credere che malgrado tutto non esista una giustizia superiore che vigili sul buon svolgimento delle nostre esistenze. Ecco la mancanza di senso di fronte a cui dobbiamo riuscire a porci: non c'è giustizia, non c'è senso. Per l'economia dell'esistente, che si calcola in ordini di grandezza disumani, la vita di ognuno di noi conta quanto la vita di una mosca, di un batterio.
Ma io trovo proprio in questa assenza di senso una grande consolazione: perché tutto si fa più facile e leggero e vivere o morire diventa un fatto insignificante, a cui non c'è bisogno di dar peso. E' finito: ed è tornato a far parte del nulla. Fuori dallo sporco baratto di dare/avere della felicità in cui ci barcameniamo. Chi non è più è il nulla, e come tale è maestoso, infinito e senza tempo.
A parte queste parole stanche, e per quel che può valere, un abbraccio da parte di uno che si credeva Uomo e s'è scoperto batterio guardando le stelle :056:
Ma perche se la realtà che noi conosciamo è qualcosa, fuori da essa dovrebbe esserci il nulla e non qualcos'altro?
La prima parte del tuo post la quoto! però la seconda non mi convince! :D
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Originariamente inviata da
Cimis
Ma perche se la realtà che noi conosciamo è qualcosa, fuori da essa dovrebbe esserci il nulla e non qualcos'altro?
La prima parte del tuo post la quoto! però la seconda non mi convince! :D
E' vero che la fisica ha scoperto la possibilità dell'esistenza di infinite dimensioni estranee alla nostra, però io credo che sia più nobile porsi di fronte al nulla che alla tenue speranza di un'esistenza successiva. Tutto qui, non ho spiegazioni più razionali e convincenti che questa. :oops:
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Originariamente inviata da
Cimis
Ma perche se la realtà che noi conosciamo è qualcosa, fuori da essa dovrebbe esserci il nulla e non qualcos'altro?
La prima parte del tuo post la quoto! però la seconda non mi convince! :D
perchè funge solo da consolazione pensare che ci sia qualcos'altro. pensare che quello che siamo non finisce qua, che non abbiamo sprecato la totalità delle nostre possibilità, non abbiamo vissuto tutte le nostre esperienze, aiuta le persone a non disperarsi per questo schifo di vita.
riuscire a comprendere che la nostra ultima possibilità è il non-essere spaventa troppo. deve esserci uno scopo ulteriore.
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