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Io studio le lingue straniere da tanti anni quindi l'estero l'ho sempre considerato come un'opportunità imperdibile, irripetibile, un'esperienza da fare assolutamente; sono amante dei viaggi, dell'avventura, e sono sicura dopo un inizio un po' turbolento (sono molto legata alla mia famiglia) non avrei problemi ma dovrei anche valutare bene cosa farei... Conosco tantissime persone che sono andate all'estero: Amsterdam, Londra, Canada, Australia, Francia, Spagna, e di tutte queste persone solo due mi sono sembrate da ammirare perché avevano in testa un'idea, un progetto. Ho un'amica in Francia che sta finendo un Master (vive là dai tempi dell'erasmus della triennale) e ha intenzione di fare un concorso per insegnare; l'altra lavora in un negozio a Fuerteventura e si è fatta la sua cerchia di amicizie. Insomma, se devo lasciare tutto e andare a fare la cameriera o la lavapiatti tanto vale io rimanga qui. Ovviamente dipende tutto dal perché uno se ne va: se (come sarebbe nel mio caso) per cercare di farti una carriera e cercare una meritocrazia e delle possibilità che qui non esistono è un conto, se vai via giusto per dire "me ne vado, cambio aria per un po'" è un altro.
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L'ho fatto una volta. Non ho alcun problema a farlo una seconda, anzi.
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Alla mia città non sono mai stato legato fortemente, è pieno di gente che ti guarda dalla testa ai piedi e non è chissà che meraviglia della natura per restarci tutta la vita. C'è tutto per carità, ma a volte mi sembra di stare in gabbia. Alla famiglia ci sono legato, ma loro sarebbero i primi a dirmi che se voglio trasferirmi in un'altra città potrei farlo liberamente; ovvio che devo avere delle idee chiare e non andare solo perchè voglio cambiare aria. Per quello ci sono le vacanze e vari viaggi (sono anni che non viaggio cazzo..voglio viaggiareeeee!), per trasferirimi dovrei prima trovare un lavoro fisso serio e che mi soddisfi. Altrimenti me ne resto qua.
Però non credo che vorrei trasferirmi tanto più in la' della mia città. In Veneto c'è un sacco di roba quindi non credo serva andare tanto oltre.
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Personalmente, ho cambiato dimora 3 volte, e il discorso dell'attaccamento al proprio paese è una cosa che si vive. E' un discorso che difficilmente si affronta da un punto di vista teorico.
Mi spiego meglio.
Nella città dove ho trascorso l'infanzia ho vissuto per 11 anni, nel paesino a 30km di distanza, dai nonni, altri 4, per infine cambiare "residenza" un'ultima volta per spostarmi in un altro paese, a 1000 e passa chilometri.
Al primo cambio, dopo un breve periodo in cui si perde il gusto della novità vengono a galla i primi confronti, i primi "si stava meglio", i primi "non andava bene allora, non va bene nemmeno adesso". Al secondo cambio, dopo un periodo un po' più prolungato pervaso dal senso del nuovo, si cresce dentro, si fa tesoro di ogni passaggio per arrivare, a distanza di anni, a sentire una profonda nostalgia; un po' per gli anni passati, un po' per i luoghi che "non erano così male, alla fine".
A non essersi mai lasciati tutto alle spalle, tali possibilità si contemplano a cuor leggero.
Ad averlo fatto almeno una volta, si tende a dare una seconda occasione all'esperienza.
Ad averlo fatto più di una volta, si finisce per prendere in considerazione il fatto che si lascia un luogo fisico, ma non quello che abbiamo dentro. Nello stesso modo in cui non esiste persona perfetta, non esiste nemmeno luogo perfetto. Fatta la mia espereinza, io sono convinta che ogni luogo è quello che decidiamo che sia, e anche che se si decide di iniziare daccapo non lo si fa mai davvero, e non lo si fa mai "per il verso". Gli errori, i rimpianti, i dispiaceri si possono scordare temporaneamente, ma non dimenticare del tutto. Per di più, un inizio nuovo non è garanzia di infallibilità.
Il mancato attaccamento al proprio paese c'è quando non si è mai stati senza.
Raccomando a chiunque di farlo, almeno una volta nella vita, perché fa crescere.
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Farei le valige in questo momento!
da giugno 2012 a oggi ho passato più o meno 10 mesi lontano da qui.
Il trauma è stato tornare ogni volta..Ogni volta che torno qua mi sento fuori luogo, mi guardo intorno e mi chiedo cosa ci faccio qui, se resto un po' magari mi "ambiento" dinuovo, ma non mi sento a casa.
Quindi si, mollerei tutto e inizierei volentieri la mia vita da un'altra parte.
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Io sono molto attaccata ai luoghi di cui sono originaria. Me ne sono dovuta andare per necessità. E molti dicono di essere meridionali ma "vattelapeschesi di adozione". Ed, ecco, io so semplicemente che la cosa non mi riguarda. Non posso, né voglio, essere adottata da qualsiasi altro luogo. Partendo dal fatto che io ho delle radici, fuori da quelle non mi spaventa muovermi dove mi pare. Anzi, l'idea mi esalta, è sempre bello conoscere dei posti da residenti e non da viaggiatori.
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Originariamente inviata da
Holly
Io sono molto attaccata ai luoghi di cui sono originaria. Me ne sono dovuta andare per necessità. E molti dicono di essere meridionali ma "vattelapeschesi di adozione". Ed, ecco, io so semplicemente che la cosa non mi riguarda. Non posso, né voglio, essere adottata da qualsiasi altro luogo. Partendo dal fatto che io ho delle radici, fuori da quelle non mi spaventa muovermi dove mi pare. Anzi, l'idea mi esalta, è sempre bello conoscere dei posti da residenti e non da viaggiatori.
Io sono una di quei meridionali, sinceramente non trovo niente di male a sentirsi parte di qualcosa di più ampio. Non ho capito la frase sinceramente.. sembrava un po' polemica. Ti diamo fastidio? xD
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Certe volte mi viene la voglia di mollare tutto e tutti ed andarmene. Poi però ci ripenso sempre e resto qui.
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Originariamente inviata da
Sedna
Io sono una di quei meridionali, sinceramente non trovo niente di male a sentirsi parte di qualcosa di più ampio. Non ho capito la frase sinceramente.. sembrava un po' polemica. Ti diamo fastidio? xD
No, parlavo per me :D io non riuscirei a sentirmi di un altro luogo.
Poi sì, ci sono i meridionali che non dicono di essere meridionali che mi dànno fastidissimo, ma quella è un'intolleranza personale. Magari con un accento calabro/pugliese/siculo/partenopeo da far impallidire anche i meridionali più veraci che ti risponde "no, son di Roma/Milano io". Razionalmente penso "contento te", ma con il cuore un "ma va' a mori' ammazzato!" ci sta sempre bene. Questo è perché io non sono stata adottata dalla città in cui ho studiato U.U
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Originariamente inviata da
Holly
No, parlavo per me :D io non riuscirei a sentirmi di un altro luogo.
Poi sì, ci sono i meridionali che non dicono di essere meridionali che mi dànno fastidissimo, ma quella è un'intolleranza personale. Magari con un accento calabro/pugliese/siculo/partenopeo da far impallidire anche i meridionali più veraci che ti risponde "no, son di Roma/Milano io". Razionalmente penso "contento te", ma con il cuore un "ma va' a mori' ammazzato!" ci sta sempre bene. Questo è perché io non sono stata adottata dalla città in cui ho studiato U.U
Io mi incazzo quando mi dicono "ma tu ormai sei genovese..". No, non sono genovese, ci vivo e basta!