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a mio parere, come ho giá scritto piú volte, il problema non sono tanto i 3 anni o i 5 ma il fatto che i programmi e i corsi non sono al passo coi tempi.
Cosí io mi trovo a biologia a dover fare un corso di matlab (che non serve a nulla a me e forse nemmeno agli informatici di mestiere) ma non faccio corsi importanti come epidemiologia,che vengono fatti nella specialistica mentre nel nord europa vengono fatti il primo anno.
Credo che adeguando i programmi alle esigenze del mercato attuale e creando dei corsi professionalizzanti (come quelli di pisa riguardanti la biologia marina e ambientale) si possa dare un aiuto a coloro che si vogliono fermare dopo i 3 anni.
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ciao a tutti
ciao killuminato
hai ragione, quello che scrivi è una delle richieste fondamentali avanzate dalle aziende.
Anche se credo, come sostengono molti, che in soli tre anni, si è costretti a "saltare" esami di base generali, che permettono invece di avere una conoscenza più solida, anche in prospettiva di altre specializzazioni o master di secondo livello, che la vita da ricercatore o da lavoratore in azienda potrebbe offrire durante la carriera professionale.
In questo senso trovo limitativo e riduttivo la laurea breve.
Non dimentichiamo che le conscenze di base generalistiche sono una prerogativa e caratteristica che contraddistingue da sempre i nostri scienziati rispetto ad altri di nazioni europee e mondiali.
Io piuttosto mi sarei preoccupato non di creare "nuovi laureati" "brevi",
ma di ricostruire il tessuto industriale e della ricerca ad alto livello, per dare occasioni di inserimento rapido ai nuovi laureati. E' inutile crearne di nuovi, con più facilitazioni in termini di studio e apprendimento, solo per alzare la nostra pessima media internazionale, quando non si danno loro le strutture operativi o i posti di lavoro. Non lamentiamoci se poi lo stato italiano "investe" nella Formazione Scolastica dei giovani, e poi questi sono costretti ad andare a lavorare all'estero!!
ciao, :(