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Laurearsi tardi
Apro questo topic ispirata da una conversazione avuta con un mio caro amico.
(Vi giuro che ho cercato topic simili ma non ne ho trovati!)
Ma davvero laurearsi con una Triennale a 25 anni invece che a 23 è così sfavorevole lavorativamente parlando?
Due anni persi sono tanti, e va bene. Era meglio non perderli e va bene.
Personalmente mi sono serviti tantissimo e tornassi indietro probabilmente rifarei le stesse scelte perché mi ritrovo ad oggi con ben chiaro in mente cosa voglio dalla mia vita e cosa amo fare di più al mondo.
O meglio, lo sapevo già ma l'intraprendere scelte sbagliate mi ha fatto da conferma finale.
A livello lavorativo è una cosa così grave, l'aver perso due anni?
Una specialistica a 27 anni è negativa e poco considerata?
Secondo me no, secondo lui sì: secondo voi?
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Secondo me assolutamente no...soprattutto con la crisi che vi è adesso...
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Oddio :lol::lol::lol:
Perchè non mi portavi direttamente a forum? :lol:
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Originariamente inviata da
Bigym
Oddio :lol::lol::lol:
Perchè non mi portavi direttamente a forum? :lol:
Ok, tolgo la citazione.:lolll:
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Il problema non è l'età della laurea ma quanto impieghi per conseguire il titolo. Mi spiego meglio, se hai iniziato l'università a 20 anni e l'hai terminata a 23 nessuno potrà mai farti notare che ti sei grattata la pancia, al contrario di chi magari inizia a 19 e termina il ciclo triennale a 25 (non lavorando o facendo altro fuorchè studiare). L'importante per farsi notare è poter dimostrare di essersi sempre dati da fare.
Tuttavia, in Italia IBM ha condotto una campagna pazzesca per "rubare" i triennalisti ai politecnici perchè non volevano trovarsi ad affrontare persone di 28 anni con due lauree e nessun bagaglio di esperienze. Sarebbe ipocrita da parte mia non dirti che l'ideale è terminare un 3+2 entro i 25 anni, soprattutto in alcuni settori. Ma delle ovvie contingenze non lo permettono e questo mette in difficoltà gli ambiti lavorativi con forte vocazione internazionale. Il mio consiglio, se non si riesce a terminare il percorso 3+2 in tempo, è di impiegare il massimo sforzo per terminare la triennale entro tempi brevi e conseguire la seconda laurea lavorando.
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Grazie per la risposta!
Per quanto riguarda il mio percorso dici che potrei risentirne?
A me sembra così strano, ma sono ignorante in materia di lavoro e opportunità.
Per me, per dirti, specializzarmi a 27 anni mi sembrava una cosa normale, nel senso che questi due anni di troppo non li ho mai visti come un punto a sfavore, ma posso anche sbagliarmi.^^
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Quote:
Originariamente inviata da
Rosemary
Grazie per la risposta!
Per quanto riguarda il mio percorso dici che potrei risentirne?
A me sembra così strano, ma sono ignorante in materia di lavoro e opportunità.
Per me, per dirti, specializzarmi a 27 anni mi sembrava una cosa normale, nel senso che questi due anni di troppo non li ho mai visti come un punto a sfavore, ma posso anche sbagliarmi.^^
Considera solo la prima parte del mio messaggio, la seconda riguarda un ambito più specifico.
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Originariamente inviata da
Eurasia
Considera solo la prima parte del mio messaggio, la seconda riguarda un ambito più specifico.
Io in questo senso la pancia non me la sono mai grattata, ma dubito sia positivo inserire nel CV le mie esperienze di vita/scolastiche, e scrivere che ho cominciato a 21 anni può risultare 'strano', non vorrei perdessero di vista i miei 'meriti' a causa dell'età che attrae l'attenzione su di sé rispetto al resto.
Sembra che fino a quest'anno non abbia fatto niente, ma ho lavorato in un call center e ho studiato.
Per niente se conti il cambio percorso che poi è avvenuto, ma ho comunque studiato.
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Ogni persona ha percorsi diversi ed è assurdo pretendere che nessuno faccia mai errori di scelta...le incertezze, gli inciampi e i percorsi sbagliati possono capitare sempre, a qualunque stadio della vita.
Ciò che però è giusto che risalti nel tuo curriculum (e anche dentro di te...) è che in ogni caso non sei stata con le mani in mano ma hai cercato la tua strada lottando con fervore durante ogni tappa del tuo percorso, accademico o lavorativo che fosse...e che di conseguenza la laurea che conseguirai sarà stata ottenuta nei tempi e non andando fuori corso come la mera età anagrafica potrebbe portare a pensare.
Continua a lottare con fiducia e portati a casa questo sospirato titolo senza più girarci attorno, ora che hai capito la tua strada. Un'occasione poi la si può sempre trovare, costruendo il curriculum in maniera da tentare di mettere in secondo piano EVENTUALI (parlo in generale, non di te) periodi considerabili come "fallimentari" e da far risaltare invece i propri successi, accademici o lavorativi.
Vai serena e procedi spedita...
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Personalmente non lo considero un problema però è vero che in alcuni ambiti ci guardano, ti faccio l'esempio di mia sorella, lei è farmacista e si è laureata da poco ed ha 25 anni quindi è a posto, andando in giro a cercare lavoro ha notato che assumono di più una persona che magari si è laureata in tempo e non ha preso 100 e lode piuttosto che una persona che si è laureata a 27/28 anni con il massimo dei voti o con voti molto scarsi, ma perchè reputano il tempo in più come una dimostrazione del fatto che la persona non avesse realmente voglia di fare.
Però questo vale nel suo ambito, magari nel tuo non sarà così...io per ora la vivrei serenamente.
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Io sapevo anche di aziende che più che il voto di uscita guardavano il tempo impiegato a laurearsi, come spunto per capire la perspicacia e la velocità di apprensione dei futuri dipendenti, e non sprecare troppe risorse nella formazione...ma questo indipendentemente che tu l'abbia fatto a 20 o 25...è il totale che conta per loro...
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mah, credo che dipenda anche dal campo in cui ti trovi. ad esempio io preferirei farmi curare da un medico bravo che magari ci ha messo qualche anno in più a laurearsi piuttosto che da uno che si è lauretato in tempo ma è una pippa. d'altro canto, se fossi un dirigente di qualcosa e dovessi assumere un qualcuno per fare un qualcosa ma prima di fargli fare quel qualcosa dovessi investirci dei soldi per completare la sua formazione nel ambito specifico che mi interessa preferirei uno di 24 anni piuttosto di uno di 30. però dall'altra parte se il tizio di 30 fosse un genio nella cosa che mi serve assumerei lui piuttosto che uno di 23 anni ma scarso.. in conclusione nn ti so rispondere.
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Originariamente inviata da
Wolverine
Ogni persona ha percorsi diversi ed è assurdo pretendere che nessuno faccia mai errori di scelta...le incertezze, gli inciampi e i percorsi sbagliati possono capitare sempre, a qualunque stadio della vita.
Ciò che però è giusto che risalti nel tuo curriculum (e anche dentro di te...) è che in ogni caso non sei stata con le mani in mano ma hai cercato la tua strada lottando con fervore durante ogni tappa del tuo percorso, accademico o lavorativo che fosse...e che di conseguenza la laurea che conseguirai sarà stata ottenuta nei tempi e non andando fuori corso come la mera età anagrafica potrebbe portare a pensare.
Continua a lottare con fiducia e portati a casa questo sospirato titolo senza più girarci attorno, ora che hai capito la tua strada. Un'occasione poi la si può sempre trovare, costruendo il curriculum in maniera da tentare di mettere in secondo piano EVENTUALI (parlo in generale, non di te) periodi considerabili come "fallimentari" e da far risaltare invece i propri successi, accademici o lavorativi.
Vai serena e procedi spedita...
Grazie, ti sei rivelato ancora una volta un vero amico:
come sempre riesci a riportarmi sul binario giusto nel momento in cui io m'intorto nei miei stessi pensieri.:058:
Quote:
Originariamente inviata da
*Giu*
Personalmente non lo considero un problema però è vero che in alcuni ambiti ci guardano, ti faccio l'esempio di mia sorella, lei è farmacista e si è laureata da poco ed ha 25 anni quindi è a posto, andando in giro a cercare lavoro ha notato che assumono di più una persona che magari si è laureata in tempo e non ha preso 100 e lode piuttosto che una persona che si è laureata a 27/28 anni con il massimo dei voti o con voti molto scarsi, ma perchè reputano il tempo in più come una dimostrazione del fatto che la persona non avesse realmente voglia di fare.
Però questo vale nel suo ambito, magari nel tuo non sarà così...io per ora la vivrei serenamente.
Ecco, è questa la mia paura.
Io non mi sono iscritta a 19 anni per poi continuare a tempo inoltrato e finire fuori corso.
Ho cambiato Facoltà perché non rispecchiava i miei gusti e col tempo ho capito cos'è che mi piaceva fare veramente. Ho abbandonato la Traduzione per la Letteratura, ma è passato del tempo.
Ma come fanno le aziende o chi di dovere a capirlo? Non posso mica scriverlo nel mio CV!
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in cosa ti stai laureando??
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Quote:
Originariamente inviata da
Rosemary
Ma come fanno le aziende o chi di dovere a capirlo? Non posso mica scriverlo nel mio CV!
Come sarebbe a dire?! Puoi e DEVI scriverlo! Non c'è mica niente di male a dire (puro esempio) "Iscritta dal 2009 blabla...laureata nell'Ottobre 2012 con voto blabla" :D E questo è ancora più importante proprio per chi come te (o come me) non si è laureato nella canonica fascia d'età di 21-22 anni circa (23-24 con i vecchi ordinamenti quinquennali :D)
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Originariamente inviata da
mortinel639
in cosa ti stai laureando??
Lingue e Letterature straniere.^^
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Originariamente inviata da Wolverine
Come sarebbe a dire?! Puoi e DEVI scriverlo! Non c'è mica niente di male a dire (puro esempio) "Iscritta dal 2009 blabla...laureata nell'Ottobre 2012 con voto blabla" :D E questo è ancora più importante proprio per chi come te (o come me) non si è laureato nella canonica fascia d'età di 21-22 anni circa (23-24 con i vecchi ordinamenti quinquennali :D)
Certo, su questo non ci sono dubbi: se vedono che mi sono laureata in tempo (magari a 25 anni e non a 23 ma comunque senza sforare e senza fuori corso vari) capiranno che ho cominciato e finito nei tempi stabiliti e che non mi sono girata i pollici. Io parlo del prima: potrebbero domandarsi perché io abbia cominciato a 21 e non a 19 anni e lì spiegargli che non sono stata a grattarmi è difficile, specie se vedono che come unica vera esperienza lavorativa ho soltanto quella del Call Center. (Tralascio le ripetizioni e il baby sitting.)
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Ma alla fine loro come fanno a capirlo? Magari uno negli anni prima di iniziare l'università ha lavorato per prendere dei soldi appunto per iniziare a studiare, oppure ha avuto dei problemi, loro che ne sanno? Io fossi te andrei tranquillo..
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Originariamente inviata da
Khumiko
Ma alla fine loro come fanno a capirlo? Magari uno negli anni prima di iniziare l'università ha lavorato per prendere dei soldi appunto per iniziare a studiare, oppure ha avuto dei problemi, loro che ne sanno? Io fossi te andrei tranquillo..
Dici?
Non sono molto convinta! XD
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Originariamente inviata da
Eurasia
Il problema non è l'età della laurea ma quanto impieghi per conseguire il titolo. Mi spiego meglio, se hai iniziato l'università a 20 anni e l'hai terminata a 23 nessuno potrà mai farti notare che ti sei grattata la pancia, al contrario di chi magari inizia a 19 e termina il ciclo triennale a 25 (non lavorando o facendo altro fuorchè studiare). L'importante per farsi notare è poter dimostrare di essersi sempre dati da fare.
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I buchi nel curriculum non sono necessariamente penalizzanti... tuttavia capita abbastanza di frequente che i selezionatori (sia nelle agenzie specializzate che nelle imprese che gestiscono i processi di selezione al proprio interno) chiedan conto dei motivi che hanno causato ritardi, ripensamenti e comunque irregolarità nel percorso di studi. Queste cose possano poi assumere spessore diverso (ai fini della valutazione di una candidatura) in relazione all'esito del processo di formazione: Se aggiustamenti, ripensamenti e anche parziali fallimenti hanno condotto a maturazione il soggetto e a conseguire finalmente risultati brillanti (una laurea con lode, o pubblicazioni interessanti), allora tutto viene visto con un'ottica decisamente più bonaria. Se invece i risultati finali non sono all'altezza, i ritardi nel curriculum studii amplificano la sensazione negativa.
Discorso totalmente diverso se i ritardi sono dovuti a lavori e lavoretti che hanno accompagnato lo studio, a stage, ad altri tipi di impegno più o meno formativo (p. es. servizio civile, attività di volontariato con esperienze all'estero... cose del genere così). In questo caso il ritardo non solo non viene considerato negativamente ma viene tenuto in buona considerazione.
Questa è la mia modesta opinione.
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