NINTE GIORNALI OGGI E DOMANI !!
Qui le ragioni dei lavoratori RAI:
Ricevo questo messaggio e ve lo giro:
Senza LIBERTA” non c’e’ DIGNITÀ DELLA PERSONA
Sono molti anni che la RAI manifesta segni di declino.
Con l’audizione del Direttore Generale, Alfredo Meocci, alla Commissione di Vigilanza, e’ saltato il bluff dei bilanci gonfiati ad arte. Cosi’un anno l’azienda di viale Mazzini “regala” 80 milioni di euro al ministero del Tesoro, l’anno successivo lancia l’allarme per il rosso di bilancio.
L’invasione del palinsesto RAI di format e l’esplosione degli appalti hanno due effetti disastrosi: tolgono al servizio pubblico ogni capacita’ di ideazione e progettazione e impoveriscono le risorse umane interne.
Dilagano fenomeni di censura e autocensura che sono alla base della negazione del pluralismo e della liberta’.
E’ evidente a tutti che da troppo tempo si e’ interrotto un circuito virtuoso di trasmissione del sapere e nessun segno mostra la voglia di cambiare rotta.
Questi segnali appaiono ancor piu’ drammatici se rapportati con i ritardi della RAI su digitale terrestre e new media, rispetto agli altri attori del sistema delle telecomunicazioni.
Per questo, i lavoratori dell’Area Editoriale della Rai (circa 1000 tra produttori, autori, registi, assistenti ai programmi…) manifestano le loro richieste –gia’ avanzate ai vertici aziendali e ai sindacati- per:
- la difesa del ruolo del servizio pubblico attraverso la richiesta di una continua formazione del personale e del rilancio della professionalità e dell’esperienza;
- la loro opposizione all’intreccio perverso tra azienda Rai e società esterne che e’ andata a discapito di qualità, pluralismo e stile e che ha intaccato fortemente la dignità dei lavoratori sia interni (sottoccupazione) che esterni (sfruttamento selvaggio) e dei telespettatori (impoverimento dell’offerta).
La Rai–Radiotelevisione Italiana è obbligata a garantire ai telespettatori in tutte le fasce orarie prodotti attenti alla varietà dell’offerta, alla pluralità dell’informazione, alla qualità del prodotto attraverso:
- palinsesti riconoscibili rispetto alla tv commerciale, consapevoli delle sfide esterne, capaci di sperimentare;
- programmi che coinvolgano liberamente e ampiamente i professionisti senza discriminazioni, senza cioe’ l’accettazione di veti dei politici;
- una diversa utilizzazione del personale, affinche’ venga qualificato e motivato. Alle risorse umane interne oggi la RAI non garantisce dignita’ professionale (non riconoscendo alcuna qualifica contrattuale alle varie professioni utilizzate pragmaticamente nei programmi) ne’ professionale (non preoccupandosi della formazione e delle carriere);
- uno stile riconoscibile che crei il senso di appartenenza dei lavoratori nei confronti dell’azienda e del singolo utente nei confronti della collettività.
UNI.RAI
uni.rai@libero.it