La giustizia fai da te è come le ciliegie
In Italia va crescendo la violenza:
i rumeni, i musulmani, i negri tutti,
con gli zingari e anche i froci. Farabutti
che minaccian la civile convivenza.
Nelle ville fan rapine con ferocia,
stupran donne, dan fastidio ai tabaccai.
Se la notte vai a spasso, sono guai
ed al buio il terror la gente associa.
Non ti senti più padrone neanche in casa,
l’incertezza ovunque regna ormai sovrana
e la nostra brava gente pia e cristiana,
“Ama il prossimo!” un tantino le si sfasa.
Tutti pronti a far la guerra ai musulmani
perché noi le abbiam cristiane le radici:
sacramenti, santa messa ed altri offici,
carità e volontariato a piene mani.
Se però l’insicurezza la minaccia,
saltan fuori al volo le armi da difesa:
con la Lega che sul ventre sa far presa,
il cristiano prega e la doppietta imbraccia.
“Difendiam la religione,
difendiamo i nostri averi;
musulmani, gialli e neri
mai finiscono in prigione.
Ci facciam da noi giustizia,
non abbiamo più paura:
se la lotta si fa dura
con le ronde e la milizia
con il judo e il karaté,
senza tanti complimenti
spacca il culo ai delinquenti
la giustizia fai da te!”.
C’è chi il nemico lo vede nel diverso,
nei colori degli extràcomunitari
e si butta per difendere i suoi cari
sulla strada trista dél “perso per perso”.
C’è chi invece il suo nemico se lo trova
in chi offende dignità con arroganza,
in chi pensa che sprizzando tracotanza
può virare i fannulloni a vita nuova.
Scatta allora la reazione maledetta
di qualcuno che sentendosi sfruttato
e poi anche vilipeso, esasperato
un bel giorno prende in mano la doppietta.
Chi ha vergato queste rime istiga tanto
a passare alla violenza dell’azione
quanto chi sfruttando la televisione
ci dipinge un mondo tutto sangue e pianto.