Io non sono riuscito a vederlo tutto, comunque in alcune foto si..
E' un po' forte, fai tu.
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Ho dato uno spunto..
ho trovato questo video e lo volevo condividere,per quanto crudo sia..perchè l'aborto viene spesso usato come metodo contraccettivo.. -.-''
Sono favorevole nel caso in cui il portare avanti una gravidanza possa creare SERI problemi..sia per i genitori che per il nascituro..
Il video che avete postato è artefatto.
C'è un'immagine dove si vedono due piedini microscopici ma perfetti, che escono dalle dita di una mano adulta. Quei piedi sono troppo perfetti per essere di un feto giovane e troppo piccoli per essere di un feto più grande.
Si parla poi del "dolore" patito da un feto sottoposto ad aborto farmacologico: una cazzata, un feto non sente dolore.
Per non parlare del fatto che i feti vengano gettati nel cassonetto, altra assurda cazzata.
In alcuni ospedali chiedono addirittura a chi l'ha generato se vuole dargli sepoltura in prima persona.
Nel filmato si fa volutamente confusione fra aborto anticoncezionale e aborto terapeutico. Si descrivono le tecniche del primo e si propongono immagini di feti più grandi.
Di fatto l'unica pratica realmente utilizzata per l'aborto terapeutico è quella farmacologica, alla quale segue l'autopsia del feto e quindi la sua sepoltura.
Di sicuro un filmato da non prendere in considerazione.
Ah, su questo concordo in pieno, ci mancherebbe ;)
Dicevo solo che non conoscendo il testo esatto della legge sull'aborto non so se può essere interpretato anche in senso "chimico", consentendo quindi a tutti gli effetti l'uso della pillola abortiva, nè la terapia esatta da seguire nell'uso della suddetta pillola :)
Balle, basta che cerchi su google o in qualsiasi sito di medicina o biologia per vedere le foto del feto che raggiunge caratteristiche fisicamente piuttosto distinte, come le manine e piedini. Ma dico, una ricerchina prima di aprire bocca mai eh?
Ma che cavolata. E secondo te un feto che si contorce perchè viene ammazzato lo fa perchè balla la macarena? E quando il medico pratica l'aborto per parto parziale e gli infila le forbici nella nuca per poi risucchiargli la materia cerebrale, secondo te il feto si divincola perchè sta godendo?
S@ve, negare l'evidenza non è da furbi, ti conviene dire che è giusto che un feto muoia e soffra perchè per te non è un individuo, come hai sempre detto.
Altra cavolata. I feti abortiti vengono smaltiti come rifiuti speciali dagli ospedali, non vengono di certo seppelliti. Semmai è chi perde il bimbo per aborto naturale che decide la sepoltura del feto, sennò che diavolo seppellisce una madre che non l'ha voluto? Magari gli fa incidere anche il nome senza cognome sulla lapide ve?
Questa confusione ce la vedi solo te, perchè a me sembra che la logica indichi come un aborto 'terapeutico' o un aborto 'anticoncezionale' sempre aborto sia, ed a differenza dell'Italia in altri paesi l'aborto non ha limiti di tempo.
Di sicuro lì ci sono foto che mostrano la realtà, non sono mica fotomontaggi caro S@ve; qui invece ci sono le solite chiecchiere di chi sarebbe capace di affermare che gli asini volano pur di supportare le proprie idee.
Un feto di 10-11 settimane è lungo circa 7 cm e i piedi non sono delineati con la perfezione di quell'immagine, è più o meno uno sgorbio.
Lo sarebbero al quinto mese, ma avrebbero dimensioni maggiori. C'è poco da fare ricerchine su google, l'ho visto coi miei occhi.
Anche una gallina se gli mozzi il collo, continua a contorcersi, eppure è già evidentemente priva di vita. Son movimenti meccanici derivati dal sistema nervoso. Altro che dolore.
Adesso ci manca solo che gli mandiamo un fax a questo feto e lui ci risponde... :lol:
La differenza fra un aborto anticoncezionale e terapeutico c'è ed è grande. Al di là di tutte le differenze fisiche ce n'è una di carattere mentale sulla quale mi soffermerei: l'aborto anticoncezionale è l'aborto di un feto indesiderato. L'aborto terapeutico è invece l'aborto di un feto voluto, fortemente voluto, un vero e proprio lutto. Tant'è vero che in molti ospedali, dopo l'autopsia del feto, su richiesta dei genitori, viene consentita la sepoltura del feto. Ciò che viene smaltito come rifiuto speciale sono i feti di poche settimane.
La cosa più dolente del tuo intervento è proprio che non capisci (non lo faccio quasi mai di rivolgermi così a un interlocutore :(, scusami) il dramma di un genitore che perde il potenziale figlio per aver deciso un aborto terapeutico. Ci ho provato a fartici partecipare, ma senza successo.
Da noi bisogna abortire entro la dodicesima settimana di gravidanza, ma ad esempio in Inghilterra si può abortire sino al sesto mese. In altri pesi come in Cina (si era già parlato della condizione degli aborti in altri topic riguardo la Cina, dove i feti vengono addirittura mangiati) si può abortire credo senza limiti di tempo, come anche in India. Questo perchè in Cina la politica del figlio unico obbliga all'aborto, e trallaltro si cercano di tenere solo figli maschi, infatti il 90% degli aborti riguarda feti femminili; mentre in India vale un po' lo stesso discorso, si cerca di controllare il numero delle nascite in questo modo, e sempre i feti femminili ci rimettono dato che sono preferiti figli maschi per varie ragioni.
Non mi risulta quello che affermi.
Non sono sicuro, ma già secondo logica, se in Cina si potesse abortire senza alcun limite di tempo di vita del feto, si abortirebbe al momento che una semplice ecografia o per essere più sicuri una amniocentesi, ci indicasse il sesso del nascituro... anziché abbandonare ragazzine morte sulle strade... non trovi?
Riguardo all'India, ho invece presente un film recente, "Lezioni di volo", dove il ragazzo indiano corrompe l'amico della ginecologa per sapere il sesso di suo figlio a seguito delle analisi fatte, per indurre la moglie all'aborto per essere quello femmina. Informazione che l'ospedale tiene nascosta ai padri proprio per evitare di indurre aborti, quindi deduco che in India siano invece piuttosto restrittivi con queste cose...
E' inutile S@ve, è il solito discorso di sempre, non troveremo maiun punto d'incontro neanche sui dati che dovrebbero essere oggettivi.
Ed il dramma che tu dici per chi decide di abortire, è un discorso che non c'entra molto, sia perchè gli aborti aborti terapeutici sono quasi una nullità rispetto agli aborti 'anticoncezionali' o come li vuoi chiamare, sia perchè se una persona abortisce e poi ci sta male è piuttosto ipocrita.
Una madre che decide di mettere fine alla vita di suo figlio, qualsiasi sia la ragione, comie un atto spregevole, su questo non cambierò mai idea S@ve.
Godel, io non chiedo che tu cambi idea, ma il rispetto del dolore di tali madri (e padri, parli sempre e solo di madri...) .
Ti sembra una cosa illogica, ma la mente umana non è sempre logica (per fortuna!).
Anche tu da cattolico sei illogico allora, tanto per restare in tema di lutti, se piangi per la morte di un tuo caro: andrà alla vita eterna e al paradiso, perché piangere? Se ti definissi ipocrita per questo?
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In India è vietato come dici tu il determinare e comunicare il sesso del nascitura ai genitori, per evitare che decidano di abortire in base al sesso. Ma guardacaso le nascite di bambini maschi è di gran lunga superiore alle nascite di bambine. In Cina è diverso, addirittura l'Onu ha lanciato un allarme affermando che tra pochi anni la Cina si ritroverà ad avere un numero troppo superiore di uomini rispetto al numero delle donne, e si parla persino di infanticidio per i cinesi.
Il punto S@ve è che quando si parla di paesi come la Cina e l'India, non si parla proprio di fari di civiltà, e quello che dici non ricalca quindi la realtà.
Non mi sembra di aver mai scritto che sono cattolico, da nessuna parte. Cos'è, la vogliamo finire con questo sottile anticattolicesimo e con l'etichettare le opinioni degli altri per proprio comodo?
Abbiamo già parlato in ogni topic sull'aborto di questa storia, abbiamo espresso in modo esauriente le nostre opinioni, non mi sembra il caso di ritornare ancora su certi argomenti; visto che poi l'unico risultato che ne ricavo è quello di essere definito arrogante e offensivo. Il dolore che tanto decanti verso le madri che decidono di abortire è un discorso che è stato affrontato a più riprese, non ho cambiato idea sulla questione. Ed il rispetto che ho verso una madre che decide di abortire è molto più grande di quello che ha avuto lei per la vita di suo figlio S@ve.
Allucinante il video :|:| :ehm: :?
Boh, non ti capisco.
Se sei stanco di ritornare su certi argomenti perché partecipi? :lol:
Non ho detto che sei arrogante e offensivo, ho solo chiesto un po' di rispetto per gli altrui lutti. E ti ho dato del cattolico perché non rispetti quei lutti che non rientrano in certi canoni cattolici. Perché, non è vero che sei cattolico? Dico: non vuoi che si bestemmi il tuo Dio, ma bestemmi le altrui convinzioni. Il rapporto che una madre ha col suo feto non sta né a te né a me giudicarlo, quanto meno fin quando non ne siamo il padre.
Il dato che ci interessava per questo topic, non c'è comunque in nessuna delle tue fonti. Cioé fino a quanti mesi è possibile abortire in Cina e in India, LEGALMENTE of course.
Poi della situazione demografica disastrosa e di tutto ciò che sta portando ne possiamo anche parlare, sulla Cina c'è un topic apposta dove mi sono già espresso.
Resta il fatto che io sono convinto che non è vero che ci siano paesi dove è consentito l'aborto a qualsiasi periodo di gestazione, come qualcuno o proprio tu, non ricordo, ha affermato più sopra...
Comunque potrei sbagliarmi, non ho dati certi, ma mi sembra che neanche tu li abbia forniti... se lo fai, ben vengano, qualunque essi siano.
la politica sulla moratoria si fa dura e quando il gioco si fa duro scende Ferrara
Alle elezioni la nostra lista avrà due milioni di voti» «A Genova aborto per un reality show» Ferrara: «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbero mettere la stessa scritta dei campi di concentramento»
Giuliano Ferrara
ROMA - «Sulle porte delle cliniche abortiste dovrebbe esserci lo slogan: "Abort macht frei", così come all'ingresso del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau c'era scritto "Arbeit macht frei"": lo afferma Giuliano Ferrara, criticando, nel corso di una conferenza stampa, «il collegamento tra la libertà individuale e l’aborto moralmente indifferente».
GENOVA - Ferrara ha poi annunciato che diversi slogan verranno affissi in diverse città italiane con la scritta: «A Genova un bambino è stato abortito per un reality show». «Il ministro Pollastrini - ha affermato Ferrara - ha provato a insinuare che il suicidio del medico dipendesse dal clima della mia campagna, come già era avvenuto a Napoli.Ma non sono io, è l'aborto che crea senso di colpa». «Le stesse cronache genovesi - continua il direttore de 'Il Foglio' - raccontano di una donna che ha abortito perché ha rotto il fidanzamento. Siamo arrivati a un punto in cui l'aborto è moralmente indifferente, sulle cliniche abortiste andrebbe invece scritto 'Abort macht Frei', così come a Birchenau c'era scritto 'Arbeit Macht Frei'».
DUE MILIONI DI VOTO - Ferrara ha poi parlato delle elezioni politiche: «Avremo due milioni di voti e 30 deputati alla Camera - afferma il promotore della lista 'Aborto, no grazie' - con i quali porteremo in Parlamento questioni politiche vere».
fornte corriere della sera del 13.03.08
Due minchiate in una......la faccenda dei due milioni di voti (se realmente riusciranno ad avere LORO due milioni di voti faccio i bagagli ed emigro perchè vuol dire che c'è realmente qualcosa che non va in sto Paese :lol:)....... e l'"Abort macht frei"......
Si va beh che analisi approfondita e dettagliata che ha fatto.
Ipotizziamo che una tipa non abbia più i genitori, convive con un ragazzo e resta incinta. Il tipo la lascia perchè non vuole figli, lei è totalmente sola.
Che fa? Sarebbe praticamente impossibile riuscire a tenere il bambino.. uno stipendio, una casa da mantenere, e il bambino.. e mentre lavora il bambino dove va? Sicuramente non potrà fare un part time xè le servono i soldi, e sicuramente l'asilo non te lo tiene dalla mattina alle 7 alla sera alle 6. Quindi dovrebbe assumere una bambinaia, e dove prende i soldi?
E' facile parlare in questo modo quando hai soldi che ti escono dal buco del culo.
Senza contare che nessuno ha preso in considerazione quello che succederebbe se l'aborto tornasse ad essere illegale.
Da queste tue considerazioni si potrebbe muovere un'ulteriore critica al comportamento della Chiesa Cattolica.
Perché anziché spendere tante e tali energie per intervenire politicamente a contrastare l'aborto nel modo in cui lo fanno, non intervengono politicamente affinché si risolvano certi problemi sociali che a volte spingono una donna ad abortire anche quando non lo vorrebbe?
Se c'è un omicidio schifoso è l'omicidio di un genitore che uccide il proprio figlio. Ma dire schifoso è dire poco. E chi l'accetta deve accettare la condizione di uomo-animale, con tutte le sue implicazioni.
E basta con questa storia dei soldi che mancano, che cazzο vendetevi un rene che con i soldi che vi danno al mercato nero degli organi ce lo mantenete bene un figlio. Oppure un rne è troppo?
Viziati.
ti rispondo con questo articolo che inidica l'ipocrisia del tuo ragionamento
visto che nella società italiana i diritti vengono grantiti a parole e come sempre i piu deboli ne fanno le spese
Carovita e precarietà spingono le donne ad abortire»
Dossier della Mangiagalli
http://www.dirittiglobali.it/_includ...=80&maxHeight=
(Corriere della Sera, 13 luglio 2006)
Prosegue il calo delle nascite a Milano. Le giovani coppie che decidono di avere un figlio si spostano nell’hinterland dove i costi per la casa sono minori
«Carovita e precarietà spingono le donne ad abortire»
Dossier della Mangiagalli. Il direttore sanitario: serve un assegno di solidarietà, Comune e Regione ci sostengano
Donne che interrompono la gravidanza perché fanno fatica ad arrivare a fine mese. Single, giovani con un lavoro precario, oppure ragazze ancora sedute tra i banchi di scuola che finiscono per diventare neomamme mancate. Italiane ed extracomunitarie con problemi di soldi, spaventate dall’idea di avere un figlio. Su 1.720 aborti all’anno nella sola clinica Mangiagalli, almeno un terzo riguarda pazienti in difficoltà economiche. È il quadro che emerge dai dossier dell’ospedale di via Commenda, il più importante centro nascita della Lombardia con 6.595 parti l’anno. POCA SOLIDARIETÀ - Aborti spesso senza scelta nella Milano dai 23 mila euro di reddito pro capite. Li definisce così Paola Marozzi Bonzi, direttrice del Centro di aiuto alla vita Mangiagalli: «Nella città dal coeur in man c’è solidarietà verso tutti - dice -, ma non per i bambini non ancora nati, le cui mamme devono destreggiarsi tra carovita e contratti precari». Per ogni quattro che partoriscono, ce n’è una che non porta a termine la gravidanza. Dal loro identikit risulta che il 12% è disoccupata, il 3% in cerca di lavoro, il 10% studentessa, il 12% casalinga (senza due redditi un figlio in più può fare sballare il budget familiare). Insomma: 37 pazienti su cento non hanno un’occupazione stabile. E spesso alla difficoltà di far quadrare i conti si aggiunge l’assenza di un compagno accanto con cui condividere il futuro e crescere il bambino in arrivo: il 45% delle donne che interrompono la gravidanza è nubile (contro un 38% di sposate, cui bisogna aggiungere divorziate e separate). LA FOTOGRAFIA - Mentre il dibattito sull’aborto chimico a Milano resta infuocato, con interrogazioni dei Ds presentate al Pirellone e commissioni d’inchiesta al lavoro al Buzzi, i dati della clinica di via Commenda fotografano anche l’altra faccia della medaglia: dal «come abortire» il dibattito si sposta sul «chi» interrompe la gravidanza. «Si parla troppo di tecniche, ma poco di donne e prevenzione», aveva denunciato ieri sul Corriere della Sera Giorgio Pardi, direttore del dipartimento «Donna e bambino» della clinica. «È necessario pensare a un assegno di solidarietà - rincara adesso la dose Basilio Tiso, direttore sanitario della Mangiagalli dal 2003 -. Con una catena di Sant’Antonio tra istituzioni, consultori, ospedale e associazioni di volontariato: oltre che dal punto di vista psicologico, le donne devono essere aiutate sempre più anche concretamente». Tiso pensa a un progetto pilota per la Mangiagalli, con la nascita un’équipe composta da due assistenti sociali e due psicologi: «Bisogna potenziare gli interventi di sostegno alla maternità - spiega -. Problemi economici e difficoltà sul lavoro oggi pesano troppo nella decisione di interrompere la gravidanza». È un fenomeno senza frontiere: un aborto su due riguarda un’italiana. «Al Centro aiuto per la vita distribuiamo 350 borse della spesa a settimana - sottolinea Paola Marozzi Bonzi -. Chi perde il lavoro solo perché è rimasta incinta deve poter mangiare. E nel solo 2005 abbiamo aiutato 780 future mamme con un sussidio economico da 150 a 200 euro al mese a seconda delle necessità di ciascuna. Forniamo anche pannolini e vestitini per i bebè». IL CROLLO DELLE NASCITE - Milano appare una città ostile non solo alle donne in gravidanza, ma anche alle giovani coppie. Lo dimostrano gli ultimi dati Istat elaborati da Italo Farnetani, uno dei più noti pediatri d’Italia: «Nell’ultimo anno c’è stato un crollo di neonati registrati in Comune maggiore a quello riscontrato nella provincia di Milano e nel resto della Lombardia - osserva -. È la prova che chi decide di avere un figlio spesso si trasferisce fuori città». Nel 2005 i nuovi cittadini milanesi sono stati 12.285 contro i 12.620 del 2004. È una diminuzione del 2,6% contro un calo medio dell’1% della Provincia di Milano e una riduzione dello 0,4% a livello lombardo.
e poi se c'e la fai anche l'articolo a pagina 3 di dnews di oggi
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