Chi è la dea dell'Amore?

Amore è una dea bellissima, la pelle chiara come se fosse di porcellana, o scura come l'ebano, dipende da chi la guarda. Capelli lunghi e neri, lucenti e soffici sotto le dita. Le sue labbra sono soffici petali di rosa rossa, atteggiati a volte in un dolce sorriso, a volte in bacio. Occhi verdi come smeraldi luminosi, sempre scalza, con una semplice veste di seta.
Amore sembra perfetta, ma non lo è. Le sue labbra si aprono solo per lo scordato mugolio di chi voce non ha più, ma un tempo l'aveva. Le sue orecchie non sentono che silenzio.

Amore non è nata così. Amore è stata una dea bambina, e l'infanzia delle dee dura più a lungo di quella dei mortali. E' stata anche una dea giovinetta, ragazza dolce e spensierata, e fu allora che cominciò i suoi doveri di dea. Salutata la sua sorella maggiore, la Passione, ancora più bella di lei, ma dal cuore più gelido, scendeva tra gli uomini per ispirare un tenero sentimento. L'amore di una madre per un figlio, o di due amanti.

Ma Amore era stanca, sempre più stanca e triste. Chi la invocava, spesso negava di averla mai incontrata, e chi soffriva per causa sua le rivolgeva amare parole. La chiamava cagna, fredda, insensibile. Quante bugie dette in suo nome! E Amore era lì, doveva essere lì, presente, mordendosi le labbra a sangue per non rispondere, in preda al rimorso per aver fatto innamorare quella ragazza gentile di quell'uomo sposato che prometteva di voler ricominciare una vita, ma voleva solo sesso, cercando di spiegare tra le lacrime a quel ragazzo caduto preda di una ragazza che voleva sentirsi pantera per una notte che lei aveva creduto, puntato tutto sul loro amore.

La Passione cercava di rincuorarla, sempre. Le diceva di lasciar fare a lei, avrebbe sistemato tutto: a volte gli uomini avrebbero chiamato Amore, ma è la sua sorella più tosta e bella che volevano.

Amore, di suo, aveva, ed ha un amante, il Silenzio. "Fammi un regalo, solo uno", le chiese un giorno con l'aria seria. Silenzio non avrebbe voluto, ma non poteva negare niente ad occhi così profondi e tristi.

Quel giorno, Passione chiamò Amore a gran voce. Dovevano passeggiare per l'Olimpo. Come aveva fatto a scordarlo? Come non aveva sentito la voce del Padre degli Dei? Amore si toccava le orecchie, la fissò, con un suono tra un mugolio e un sospiro sospeso tra le labbra.

Passione era pietrificata, vide che Amore non rispondeva alle sue parole, ma non sembrava poi così triste. Anzi, mentre Passione piangeva, Amore la rincuorava con un abbraccio.

Amore non ha più parlato, nè sentito. Per i più stupidi, era diventata imperfetta, e Passione ora lavora molto più di lei.

Amore non sente più le menzogne e le falsità dette in suo nome, ma neppure può più benedire le parole che non sente. Amore veglia ancora in silenzio sugli amanti, ma ora va cercata nei baci, nelle carezze e nel tocco di una mano, nel rossore e in uno sguardo che si illumina all'improvviso.

Amore non rimpiange ciò che ha perso, perché è convinta di aver tanto guadagnato, e che la voce dei suoi gesti è più forte della voce che aveva prima, ma ci sono momenti in cui la sua scelta diventa pesante come un macigno.

Amore è maledetta dagli amanti che la pregano di poter avere la persona amata. Ma non puoi pregare una dea sorda, nè lamentarti se ella non risponde. Amore è bella, e sorride come una madre. Il suo silenzio è visto come indifferenza, e viene scacciata, allontanata con forza. In quei momenti Amore, che non sente la tua voce ma conosce il sapore delle tue lacrime, cerca di stringerti per cullarti a sè.

Ma le dee non sono fatte per toccare gli uomini, e le sue mani sono fredde come il ghiaccio, e il suo tocco caldo come il fuoco, congela e ustiona, fa male quando vorrebbe consolare.

Se incontrerai una donna bellissima in un delicato abito da sera che ti fissa coi suoi occhi di smeraldo, non parlarle. Sorridile, e aspetta che con un cenno ti indichi una persona, prima di svanire. E se vuoi ringraziarla, fallo col cuore, non con le parole

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