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Viene il giorno che ti guardi allo specchio e sei diverso da come ti aspettavi. Sì, perché lo specchio è la forma più crudele di verità. Non appari come sei veramente. Vorresti che la tua immagine corrispondesse a chi sei dentro e gli altri, vedendoti, potessero riconoscere subito se sei uno sincero, generoso, simpatico… invece ci vogliono sempre le parole o i fatti. È necessario dimostrare chi sei. Sarebbe bello doversi limitare a mostrarlo. Sarebbe tutto più semplice.
Alessandro D'Avenia- Bianca come il latte, rossa come il sangue
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Le tue dita sono forti. Sei brava ad aprire i barattoli di marmellata. La saracinesca che formano le nostra dita unite è l'ingresso di un castello solo nostro, della fortezza che condividiamo quando il mondo resta fuori. Ma per noi due è una seconda casa.
Guarda la luna, serena e bella, indifferente alla bandiera piantata sulla sua superficie. Non sarà tanto facile colonizzarla, e mi chiedo perché cerchiamo di impossessarci di nuovi mondi, quando ci siamo presi così poco cura del nostro.
Ma non possiamo vivere sulla luna, e possiamo vivere qui sulla terra. Non voglio uno spazio speculativo, voglio stare con te.
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"masturbarsi fa male"
Edward Mani di Forbice
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Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Pedro Salinas
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Quando mi hanno raccontato la parabola della pecorella smarrita, guardavo gli altri entusiasmati dal coraggio del pastore. Quel giorno ho capito che io con gli altri non avevo poi tanto da che spartire. Ero già di mio una pecorella smarrita. Quel giorno ho capito che il pastore non è nulla senza gregge. Ho capito che se sei anticonformista non vai bene.
Sarò smarrito, ma sono autentico.
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@Randy Mellons, smettila di autocitarti e menatela meno u.u
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@Jeggi il mio è un servizio di pubblica utilità :nice:
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Eravamo ragazzi e ci dicevano: “Studiate, sennò non sarete nessuno nella vita”. Studiammo. Dopo aver studiato ci dissero: “Ma non lo sapete che la laurea non serve a niente? Avreste fatto meglio a imparare un mestiere!”. Lo imparammo. Dopo ...averlo imparato ci dissero: “Che peccato però, tutto quello studio per finire a fare un mestiere?”. Ci convinsero e lasciammo perdere. Quando lasciammo perdere, rimanemmo senza un centesimo. Ricominciammo a sperare, disperati. Prima eravamo troppo giovani e senza esperienza. Dopo pochissimo tempo eravamo già troppo grandi, con troppa esperienza e troppi titoli. Finalmente trovammo un lavoro, a contratto, ferie non pagate, zero malattie, zero tredicesime, zero Tfr, zero sindacati, zero diritti. Lottammo per difendere quel non lavoro. Non facemmo figli – per senso di responsabilità – e crescemmo. Così ci dissero, dall’alto dei loro lavori trovati facilmente negli anni ’60, con uno straccio di diploma o la lice
nza media, quando si vinceva facile davvero: “Siete dei bamboccioni, non volete crescere e mettere su famiglia”. E intanto pagavamo le loro pensioni, mentre dicevamo per sempre addio alle nostre. Ci riproducemmo e ci dissero: “Ma come, senza una sicurezza nè un lavoro con un contratto sicuro fate i figli? Siete degli irresponsabili”. A quel punto non potevamo mica ucciderli. Così emigrammo. Andammo altrove, alla ricerca di un angolo sicuro nel mondo, lo trovammo, ci sentimmo bene. Ci sentimmo finalmente a casa. Ma un giorno, quando meno ce lo aspettavamo, il “Sistema Italia” fallì e tutti si ritrovarono col culo per terra. Allora ci dissero: “Ma perchè non avete fatto nulla per impedirlo?”. A quel punto non potemmo che rispondere: “Andatevene affanculo!”.
[Torto, Breve storia di una generazione]
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"L'impressione di piacere può rimanere tale fino a quando non si è certi di piacere soprattutto a sé stessi."
(Giacomo Leopardi)