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TFR - Aliquota errata
Ciao.
Se l'aliquota applicata al TFR è maggiore, e se il commercialista dell'azienda fornisce ai dipendenti una lettera da presentare all'AdE ma qui dicono che non si può fare, e che bisogna aspettare il tempo debito che rifacciano i conti, come si procede?
Il commercialista dovrebbe sapere che non si può fare nulla. Perché ha scritto la lettera?:roll:
Sono previste sanzioni? A carico di chi?
:109: Grazie!
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il commercialista che si occupa di paghe e contributi, o l'ufficio del personale, ha sbagliato a compilare la busta paga con il tfr e la ritenuta sullo stesso?
chi deve rifare i conti, l'ufficio del personale o lo stesso commercialista?
la lettera è una domanda di rimborso?
non so di quali sanzioni tu stia parlando, quelle da parte dell'ordine dei commercialisti avvengono solo per casi gravi, per il resto l'unica sanzione possibile sarebbe quella di scegliere un altro commercialista
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che io sappia si tratta del Commercialista Aziendale e sì sì tratta di una lettera di rimborso
In sostanza vale la pena oppure no fare ricorso? C'è il rischio che blocchino anche i pagamenti del resto del TFR aprendo la pratica?
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innanzitutto non sono stupito che il commercialista (se è come presumo lo stesso soggetto che gestisce anche tutto ciò che riguarda le paghe e contributi dell'azienda) abbia proposto la lettera di rimborso, scaricando le conseguenze dei suoi errori sui dipendenti che dovranno attenderne un esito positivo,
anzichè proporre spontaneamente di impiegare ulteriore tempo ed energie (quindi costi) per correggere gli errori, producendo di nuovo tutta la documentazione in modo esatto
eppure potrebbero permetterselo spesso a livello economico, già non di rado sono furbacchioni che propongono trucchetti per eludere il fisco pur di accaparrarsi nuovi clienti e guadagnare di più
in un altro paese sarebbe conveniente agire in breve tempo in sede civile per chiedere i danni a causa dell'eventuale imperizia rispetto a quella richiesta mediamente dalla specifica professione, e infatti con le future dichiarazioni in parte pre-compilate saranno i commercialisti/intermediari fiscali i diretti responsabili per gli errori
la lettera di rimborso serve solo per avere indietro quella parte di ritenuta in più, non dovuta
poi, visto che vogliono introdurre modifiche radicali fiscali, non so se si potrà in futuro compensare il credito d'imposta pregresso con un qualsiasi debito futuro, ovvero con le ritenute fiscali sulla retribuzione nel successivo lavoro, con un altro sostituto d'imposta
nel frattempo l'azienda può benissimo pagare il tfr netto rimanente, dato che non è lo stato che paga il tfr, anche se la liquidazione è inferiore rispetto a quella spettante
tuttavia se è un fatto recente conviene di più rifare tutte le buste paga con gli importi del tfr corretti, permettendo i pagamenti corretti sia verso i dipendenti che lo stato
e il commercialista non rompa le scatole, lui ha sbagliato e lui si accolla i costi in più per rifare i conti, l'azienda dovrebbe minacciare di cambiare commercialista in caso contrario
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E' successa una cosa simile a noi, ma non essendo uno studio di consulenti del lavoro l'abbiamo solo vista da "fuori", e la parte di studio che si occupa di consulenza del lavoro fondamentalmente ha solo "avvertito" i dipendenti dell'azienda X del loro errore, ma più che altro per avvertire che sarebbero potuti arrivare controlli dall' amministrazione finanziaria aka AE. Nel momento in cui ti arriva, a te dipendente, una lettera per la mia esperienza le cose son due 1) entri nel panico e 2) ti incazzi con il commercialista.
L'avrà girata "male", ma almeno ha fatto si che con un eventuale controllo non foste presi alla sprovvista. Per il resto, errore suo, e lui rimedierà senza alcun problema per i dipendenti dell'azienda.
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se il commercialista aveva proposto la lettera di rimborso, per la ritenuta pagata in più del dovuto, significa che non aveva intenzione di produrre di nuovo tutta la documentazione corretta in tempi brevi
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Originariamente inviata da
Sousuke
innanzitutto non sono stupito che il commercialista (se è come presumo lo stesso soggetto che gestisce anche tutto ciò che riguarda le paghe e contributi dell'azienda) abbia proposto la lettera di rimborso, scaricando le conseguenze dei suoi errori sui dipendenti che dovranno attenderne un esito positivo,
Intanto, non si tratta di "scaricare" le conseguenze. Il commercialista è un INTERMEDIARIO, per cui PROPONE ai suoi clienti di agire in prima persona. La maggior parte delle volte non lo fanno, e chiedono al commercialista di agire per loro conto, con delega tricchebballacche.
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Originariamente inviata da
Sousuke
anzichè proporre spontaneamente di impiegare ulteriore tempo ed energie (quindi costi) per correggere gli errori, producendo di nuovo tutta la documentazione in modo esatto
eppure potrebbero permetterselo spesso a livello economico, già non di rado sono furbacchioni che propongono trucchetti per eludere il fisco pur di accaparrarsi nuovi clienti e guadagnare di più
Vero che siamo furbacchioni, ma è la categoria e lo stato italiano che ce lo impongono. Non è un trucchetto ma è l'iter più corretto ad ogni modo.
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Originariamente inviata da
Sousuke
in un altro paese sarebbe conveniente agire in breve tempo in sede civile per chiedere i danni a causa dell'eventuale imperizia rispetto a quella richiesta mediamente dalla specifica professione, e infatti con le future dichiarazioni in parte pre-compilate saranno i commercialisti/intermediari fiscali i diretti responsabili per gli errori
Guarda caro mio che già SIAMO responsabili per i nostri errori. Se un cliente (la faccio semplice) paga di più per colpa mia, stai sereno che sono IO a pagare.
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Originariamente inviata da
Sousuke
la lettera di rimborso serve solo per avere indietro quella parte di ritenuta in più, non dovuta
poi, visto che vogliono introdurre modifiche radicali fiscali, non so se si potrà in futuro compensare il credito d'imposta pregresso con un qualsiasi debito futuro, ovvero con le ritenute fiscali sulla retribuzione nel successivo lavoro, con un altro sostituto d'imposta
nel frattempo l'azienda può benissimo pagare il tfr netto rimanente, dato che non è lo stato che paga il tfr, anche se la liquidazione è inferiore rispetto a quella spettante
Già oggi è possibile compensare praticamente "tutto con tutto", ovviamente seguendo specifiche regole.
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Originariamente inviata da
Sousuke
tuttavia se è un fatto recente conviene di più rifare tutte le buste paga con gli importi del tfr corretti, permettendo i pagamenti corretti sia verso i dipendenti che lo stato
e il commercialista non rompa le scatole, lui ha sbagliato e lui si accolla i costi in più per rifare i conti, l'azienda dovrebbe minacciare di cambiare commercialista in caso contrario
Qui sono d'accordo, e a quanto pare devo chiamarti "collega"? O stai sparando sentenze?
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Originariamente inviata da
Morgana
Intanto, non si tratta di "scaricare" le conseguenze. Il commercialista è un INTERMEDIARIO, per cui PROPONE ai suoi clienti di agire in prima persona. La maggior parte delle volte non lo fanno, e chiedono al commercialista di agire per loro conto, con delega tricchebballacche.
in tal caso non doveva proporre la lettera di rimborso e rifare in fretta la documentazione
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Vero che siamo furbacchioni, ma è la categoria e lo stato italiano che ce lo impongono. Non è un trucchetto ma è l'iter più corretto ad ogni modo.
non parlo di te, nessuno impone nulla a nessuno, a meno che lo si faccia per sopravvivere
bisogna vedere cosa si intende per corretto, se a favore del cliente sì, se rispettoso dei principi di trasparenza e della ratio della legge fiscale occorre valutare i casi singoli
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Guarda caro mio che già SIAMO responsabili per i nostri errori. Se un cliente (la faccio semplice) paga di più per colpa mia, stai sereno che sono IO a pagare.
Già oggi è possibile compensare praticamente "tutto con tutto", ovviamente seguendo specifiche regole.
seguendo specifiche regole appunto, che possono non consentire qualunque compensazione
a livello tributario possono esserci sanzioni a carico del professionista in caso di norme fiscali violate, ma a livello civilistico l'operato di un professionista è un'obbligazione di mezzi e non di risultato, cioè è sufficiente che lui abbia svolto l'opera con la perizia e diligenza media della sua categoria, risponde solo in caso di dolo o colpa grave per i problemi tecnici più complessi, poi è chiaro che per evitare di perdere un cliente il professionista si offre di intervenire per qualunque errore
è per questo che con le dichiarazioni future pre-compilate in parte il governo vuole mettere il visto di conformità, per tagliare la testa al toro e rendere l'intermediario sempre responsabile in ogni caso
La responsabilità del commercialista per le violazioni commesse nell’attività di consulenza e assistenza professionale :: Diritto & Diritti
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@Morgana; sei commercialista o cos'altro?
@Sousuke;, tu?
Cmq non mi è chiaro se 'sta cosa che ha preparato il commercialista sia il documento RICALCOLATO o una lettera di rimborso.
L'AdE, nel primo caso, sarebbe obbligata ad accettarla.
E cmq il Commercialista DEVE, è obbligato, a fare il ricalcolo.
Giusto ?
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siccome sembra colpa grave, su una questione non complicatissima, lui deve rifare i conti, a prescindere dalla legge per una questione di correttezza e rapporto di fiducia col cliente
se si trattasse del documento già ricalcolato in modo corretto non ci sarebbe motivo di discuterne, lui avrebbe già sistemato tutto
anche la domanda di rimborso sarebbe accettabile, solo che rifare i conti subito permette di riavere tutti i soldi più in fretta
se tu vuoi comunque punirlo per il risarcimento di eventuali danni arrecati (a causa della mancanza della perizia media) fai causa civile, ma questo non conviene se non quando l'errore è macroscopico/intenzionale e riguarda tante persone che possono allearsi, specie se il commercialista ha a sua volta un avvocato di fiducia
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Io lavoro da quattro anni presso uno studio di dottori commercialisti (NO consulenti del lavoro), non sono ancora una commercialista ma è il mio obiettivo.
L'AE è obbligata ad accettarla ovviamente, perché è quella la rappresentazione veritiera e corretta. Ad ogni modo le opzioni sono due solitamente, ossia dare la possibilità di accettare rimborso o far "portare a credito" quanto erroneamente versato, soluzione più pratica, agevole, e a mio parere conveniente (parere personale, non professionale).
Ho lavorato per un tributarista sousuke e so di che stai parlando, ma qui a meno che non scatti un controllo formale (cosa che NON succederà dato che ha pagato in PIU' e non in meno) non arriveranno sanzioni a carico del professionista.
A mio parere già comunque l'intermediario è in ogni caso responsabile. Per lo meno, ma mia politica, quella che mi ha trasmesso il mio insegnante, è questa.
Posso chiederti Rude, come è strutturata la lettera? Che 'oggetto' riporta? Ovviamente anche in pvt ci mancherebbe, così posso darti un parere più "approfondito" se ritieni possa esserti utile.
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io per principio non accetterei di fare la domanda di rimborso nè la compensazione, per il piacere sadico di far rifare subito tutti i conti al commercialista
e perchè sono un moralista e sarebbe più corretto così verso il cliente, spesso i titolari non guadagnano poco, quindi ben venga un ulteriore spreco di energie e tempo da parte loro per rifare il lavoro correttamente
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Quote:
Originariamente inviata da
Sousuke
io per principio non accetterai di fare la domanda di rimborso nè la compensazione, per il piacere sadico di far rifare subito tutti i conti al commercialista
e perchè sono un moralista, spesso i titolari non guadagnano poco, quindi ben venga un ulteriore spreco di energie e tempo da parte loro
Eh si qui però mi sento toccata sul personale :lol: Prima di finire qui (a 22 anni quindi giovanissima) sono stata un anno tra un tributarista e un altro commercialista. Il tributarista in particolare qui a Catania è un colosso. Ti assicuro, tre su tre, che i titolari sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via. Probabilmente sono fortunata, perché so molto più di tanti miei coetanei, perché lavoro in un ambiente meraviglioso dove le cose mi vengono spiegate e per far le fotocopie c'è una persona assunta per questo motivo.
Ho rapporti in prima persona con gli uffici e credimi che fa molto più schifo l'AE o la CCIAA o qualsivoglia comune piuttosto che dei poveri cristi che ogni tanto, ahimè, sbagliano. E occhio che non sto difendendo la categoria, ma ogni volta che qui si è sbagliato, per mano di chiunque, ne abbiamo pagato le conseguenze. E i moralisti come te io li mando a fanculo di solito, ma il mio capo è molto più diplomatico e ogni volta che sto per partire mi ferma.
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se il moralista è un cliente facoltoso che paga bene sono certo che ci si penserà due volte prima di mandarlo a quel paese, su consiglio del tuo stesso titolare
il fatto che ci sia un assunto solo per fare le fotocopie (sottopagato immagino) è un ulteriore motivo per fare una simile richiesta sulla produzione di tutta la documentazione corretta
io considero poveri cristi altre persone che faticano a campare e a stento riescono a mangiare, non un titolare di uno studio di commercialisti, lo so che i titolari lavorano tanto ma questo non significa che sia tutto fatto in modo trasparente e corretto nel suo studio, anche se non ho dubbi che i grandi studi siano gestiti da persone tecnicamente molto valide, che sanno insegnare il mestiere
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Guarda starei a risponderti tutta la vita...
Non è sottopagato, è Assunto. Proprio il mio posto di lavoro è perfetto sotto questo punto di vista.
I clienti facoltosi scassacazzo in passato sono stati mandati a cagare se eccessivamente scassacazzo perché meglio 10 piccoli clienti da semplice dichiarazione che una s.p.a. con un amministratore con la puzza sotto il naso. Lavoriamo 10 ore al giorno almeno, e i guadagni son quello che sono per chi è "a percentuale", chi ha il fisso sta molto meglio sotto certi punti di vista, ma è il problema della libera professione.
Credimi che ho visto titolari di studi decisamente più poveri cristi di molti.
Io parlo per esperienza e voglio credere che stia facendo lo stesso pure tu.
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un titolare di studio da commercialista ha in media un tenore di vita migliore di quello di un operaio, o di chi va alla caritas, poi magari sfrutta anche i suoi dipendenti o collaboratori, meglio ulteriori clienti semplici poco esigenti rispetto all'altro della spa, ma se si riescono a trovare come sostituti
non si capisce perchè un operaio, se sbaglia, deve rifare il prodotto difettoso con ulteriori ore di lavoro (da sottrarre ad altre lavorazioni) e invece il commercialista deve trovare altre vie per risolvere la questione senza di fatto avere costi aggiuntivi (come nel caso della lettera di rimborso o della compensazione), e senza offrire in breve tempo una nuova documentazione corretta
a maggior ragione perchè il commercialista, mediamente, guadagna più dell'operaio
poi se tu non sei in una condizione differente è un'altra questione
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E siccome sono in tutt'altra condizione gradirei che non ti riferissi alla mia categoria facendo "di tutta l'erba un fascio". Non solo, gradirei anche che ammettessi che stai generalizzando, e se così non fosse ti pregherei di farmi sapere con quanti commercialisti hai avuto a che fare sul serio, in modo da confermarmi che non parli per sentito dire. O forse come ti ho già chiesto, siamo colleghi? Se così fosse mi spiace tu non abbia avuto un buon insegnante, a quanto pare.
Se invece continui a portare avanti le tue tesi, la mia opinione è che hai il paraocchi, sei chiuso e cocciuto, e amen.
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faccio un discorso di principio che prescinde dalle competenze tecniche, prima hai citato un tributarista a catania che è un colosso, sono certo che il titolare non faccia fatica ad arrivare a fine mese e potrà permettersi di rifare la documentazione, anche se poi può scaricare il lavoro su un suo collaboratore/dipendente non pagato adeguatamente (spesso i titolari, pur guadagnando abbastanza avallando anche furberie fiscali opinabili dei clienti e ricorrendo alle loro capacità analitiche, usano ogni cavillo legale e contrattuale per schiavizzare chi lavora nei loro studi)
questo vale in generale per chi lavora in proprio in tale campo gestendo uno studio, che è la classica figura del commercialista, dato che il fisco italiano è una giungla quindi il lavoro di sicuro non manca,
escludendo quindi dal discorso chi lavora come dipendente o collaboratore non associato nel suo studio