Poesia a Monti

Te le do io le manovre

Pigro, perplesso, anche un po’ scoglionato
son Primo Ministro e mi sento assonnato,
da giorni progetto disegni di legge
per metter ordine, là, in culo al gregge.

Aggiusto ordinanze, decreti, pensioni,
rimetto a nuovo fin anche i coglioni,
fra qualche giorno chiederò la fiducia
è bene fingere che la cosa mi brucia.

Rimuovo leggi di cui fo montagne,
rabbercio di qua, aggiusto magagne,
ti taglio i fondi che sembro un razzo:
non ci son santi, mi fo proprio il mazzo.

Fra qualche giorno l’Europa mi aspetta
è sempre bene un po’ darle retta.
E così, preso da grande esultanza,
urto una casta che si gratta la panza.

Armato di scure son lì che m’affanno
meno di qua, fo grande danno
due colpi di scopa anche giù in Parlamento
son diventato di tutti il tormento.

Ma non c’è tempo per le riflessioni
son cose toste ‘ste situazioni
preso dal peso del tempo crudele
il voler dell’Europa pare di fiele.

Finita la conta degli interventi
a cose fatte lavo anche i denti
son pronto al confronto, signori miei:
peli contati, contati anche i nei.

E mentre aspetto mi fo un bicchierino
contemplo il lavoro con occhio fino
la legge è perfetta, ho sgobbato da mulo
ho fatto un lavoro da rompermi il culo.

Ancora un bicchiere, sognando il confronto
a stenderli tutti mi sento pronto:
signori miei, non è che son balle
se aspetto ancora mi cascan le palle.

Il giorno è arrivato, giorno perfetto
tempi fissati: ci sto proprio stretto.
Son grande, son forte, gente gioite:
brutti evasori, vi avverto, sparite.

Son pronto alla lotta, signori cari
non è questione di vili denari
champagne, melone, prosciutto e caviale
dovete scordarli perché fanno male.

Ora son forte, son Primo Ministro:
la mia manovra pare un sinistro.
Anche se il popolo incazzato ha sgamato:
con ‘sta manovra il maiale è accoppato!

Un ultimo sorso con molto tatto,
Silvio è in arrivo e da giù di matto:
«Tutte ‘ste ciance non portano a nulla!»
I miseri intenti prende e li frulla.

Triste e deluso, anche un po’ scoglionato
da Primo Ministro torno assonnato:
sia alto l’onore, sia alto il vessillo
son davvero poco più di un gingillo.

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