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Mi dispiace.
è morto il più grande esperto di heidegger in italia. un pensiero.
Dispiace anche a me.
:rosa:
R.i.p.
è morto?
Uff! mi dispiace era appena diventato un pezzo importante del festival della filosofia che si tiene a modena ogni anno :(
Franco Volpi, una vita per la filosofia
Addio al grande interprete di Heidegger
http://corrieredelveneto.corriere.it...R--190x130.jpgFranco Volpi in un momento di «libertà» dalle forme accademiche
Franco Volpi, 57 anni, ordinario di Storia della filosofia a Padova, è morto ieri all’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove era ricoverato da lunedì pomeriggio in seguito a un incidente stradale. Era stato travolto da un’auto a San Germano dei Berici, mentre si trovava in sella alla sua bici. La conferma del decesso è giunta in tarda serata dal nosocomio vicentino, che dalle 15 aveva fatto partire le sei ore di osservazione per la dichiarazione di morte cerebrale.
Lungo i dolci pendii di San Germano dei Berici, il professor Franco Volpi amava scendere in sella alla sua bicicletta. Di solito non portava con sé i documenti: corre*va libero, solo. E un po’ era così nella vita. Perché lui, che nel 1972, appena ventenne, aveva av*vicinato il maestro Enrico Berti, per chiedere la tesi — che diede vita, per altro, alla sua prima pub*blicazione: Heidegger e Brentano: l’aristotelismo e il problema del*l’univocità dell’essere nella forma*zione filosofica del giovane Mar*tin Heidegger —-, ormai cammi*nava davanti a tutti: Volpi aveva tradotto e curato le opere di Gada*mer, Schopenauer, Carl Schmitt, Rosa Luxemburg e Heidegger, di cui è stato, probabilmente, il mas*simo interprete italiano. «La no*stra Università perde uno dei suoi pezzi migliori, siamo tutti co*sternati », ha dichiarato il rettore del Bo Vincenzo Milanesi.
http://corrieredelveneto.corriere.it...R--140x180.jpg Leggendo un libro: il modus vivendi di Franco Volpi E nemmeno lunedì, quando po*co dopo l’ora di pranzo un’auto ha travolto la sua bicicletta, il pro*fessore aveva in tasca la carta d’identità: un elemento che nelle prime ore ha reso difficile il rico*noscimento. Una telefonata ha poi avvertito in Germania la mo*glie Otte Ruth, conosciuta a Wurz*burg, e la figlia Laura, 22 anni, lau*reatasi a Ca’ Foscari e ora in Sco*zia. «Era impossibile collocare Volpi all’interno di uno dei due approcci teoretici che ormai han*no fossilizzato la storiografia filo*sofica contemporanea — ha spie*gato commosso il collega e amico Umberto Curi, ordinario di Storia della filosofia moderna —. Volpi si era allontanato dalla sterile con*trapposizione storiografica e si era contraddistinto per la vivaci*tà del suo pensiero. Aveva saputo incidere in modo decisivo sullo sviluppo della filosofia italiana degli ultimi decenni. La perdita di Volpi è davvero irreparabile».
Professore di Storia della Filo*sofia a Padova, visiting professor a Laval in Québec (1989), a Poi*tiers (1990) e a Nizza (1993), Fran*co Volpi aveva tenuto conferenze e seminari in tutto il mondo. Con la camicia arrotolata sulle mani*che e lo sguardo buono e pungen*te, difeso dagli occhiali tondi, Vol*pi aveva saputo imporsi infatti a livello internazionale. Parlava per*fettamente cinque lingue e aveva tradotto dal tedesco l’opera di Heidegger su Nietzsche, in spa*gnolo aveva pubblicato la masto*dontica Enciclopedia delle opere filosofiche. In italiano aveva fir*mato centinaia di articoli, libri, saggi - dal Dizionario delle opere filosofiche di Mondadori, fino al*le ultime opere, come il Manuale di Storia della Filosofia (Laterza) per i licei, scritto assieme al suo maestro, Enrico Berti. Che ieri aveva un filo di voce. «Datemi sue notizie — ha ripetuto incredu*lo il Decano del Bo per tutto il po*meriggio —: Franco era il mio mi*gliore allievo, il migliore. E la sua morte è qualcosa di sconvolgen*te: come quella di un figlio per il padre».
Puntuale e generoso, Volpi ave*va dedicato quest’anno il corso istituzionale a Nietzsche anziché ad Heidegger. «Aveva una cultura e una conoscenza sterminate — ha raccontato sottovoce Pietro Gori, trentaduenne assegnista a Filosofia, uno degli ultimi laurea*ti con Volpi —. E non era un baro*ne: nonostante la sua carriera non era riuscito ad avere nemme*no un ricercatore». Ma lui era co*sì. Venerdì su La Repubblica, quo*tidiano per cui collaborava, è ap*parso il suo ultimo pezzo: un com*mento alle dichiarazioni del Papa su Nietzsche, che ora assume un significato diverso. «Anche se la vita non è bella, sta a noi cercare di renderla tale — scriveva il pro*fessore —. Uno dei problemi del*la Chiesa attuale è che la produ*zione della felicità le è sfuggita di mano. Ma non è colpa di Nietz*sche se la forza dei Vangeli svani*sce e la condizione dell’uomo oc*cidentale è sempre più paganizza*ta».