Morti bianche: reazioni di Confindustria

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CONFIDUSTRIA INSODDISFATTA, PERSA OCCASIONE

"Il nostro giudizio è di insoddisfazione: si è persa una buona occasione per dare un ottimo servizio allo stato". E' quanto sottolinea il responsabile per le relazioni industriali di Confindustria, Giorgio Usai, al termine della riunione tra Governo e parti sociali sul decreto per la sicurezza sul lavoro. Per Usai le sanzioni sono comminate "in modo indifferenziato: non c'é un giusto equilibrio tra mancanze gravi e carenze formali o documentali".
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ANSA.it - MORTI BIANCHE: SOLUZIONE GOVERNO DELUDE INDUSTRIALI

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Tre giorni dopo la strage di Molfetta, ieri i fatti erano questi. A Calvisano, in provincia di Brescia, è spirato Alain Gallina, cinquantenne di Ghedi e operaio in una azienda produttrice di macchinari per la posa di binari. Colpito sul lavoro proprio da una sbarra di ferro schizzata da un tornio e proprio lunedì; lo stesso giorno della falcidie dei cinque nella cittadina pugliese, in quell'autocisterna di zolfo. Intanto a Cerano, nel Novarese, ne veniva ucciso un altro: Cesare Cozzi, di 39 anni, residente a Cerro Maggiore in provincia di Milano. Dipendente della Cf, che è specializzata in demolizioni, ieri stava lavorando ai capannoni di un'altra azienza, la Sisco, chiusa da 6 anni: è morto "recuperando" dei cavi di rame da una cabina elettrica. Il contratto Enel della Sisco non era mai stato disdetto, ma le protezioni non c'erano più. Ancora ieri, la Procura della Repubblica di Imperia ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo sulla morte di Mariano Alcardi, operaio 38enne, travolto e ucciso martedì pomeriggio a Diano Marina da un muro di cinta durante lavori di scavo su strada per realizzare una condotta fognaria. Infine a Milano un edile di 26 anni, G. B., è precipitato sempre ieri in via Altamura dall'impalcatura d'un cantiere di costruzione d'uno stabile: ha subito un trauma cranico, a ieri sera era ricoverato in prognosi riservata.
Questi i principali fatti, perché altri infortuni hanno come ogni giorno costellato il Paese al lavoro. Le risposte sono state due. Migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno manifestato per le strade di Molfetta stessa nel corteo indetto in segno di lutto dai sindacati confederali, lanciando un'invocazione di lotta. Invece il padronato italiano, la Confindustria, ha continuato a fare le barricate. Non contro l'eventuale propria "parte degenere", cui attribuire la responsabilità dell'ecatombe di operai, uccisi dallo sfruttamento, che questo Paese subisce. No: Confindustria le barricate continua a farle contro il varo, da parte del governo in carica e atteso per oggi, del decreto attuativo della delega sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, già da mesi votata dal Parlamento.
Non è uno scherzo. E' proprio così. La posizione è ufficialissima, ribadita ieri da un pezzo grosso, anzi grossisimo dell'organigramma confindustriale. Quasi il numero uno. Infatti è il vice di Montez, Alberto Bombassei. Il quale ha così esternato: «Sono veramente indignato». Lui, è indignato. E da cosa? Dal fatto che «le posizioni espresse in queste ore sono intrise di demagogia». Perché «le tragedie non devono creare divisioni e contrapposizioni»: come tra uccisi e uccisori, per dire.
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[Liberazione]

Certo che anche tu...prendere come fonte "Liberazione" :lol::lol::lol:

Sicuramente bisogna lavorare per aumentare la sicurezza, ma buttare tutte le colpe sugli imprenditori è da cretini :)

Quote:

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Originariamente inviata da lakeofire

Certo che anche tu...prendere come fonte "Liberazione" :lol::lol::lol:

Sicuramente bisogna lavorare per aumentare la sicurezza, ma buttare tutte le colpe sugli imprenditori è da cretini :)

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Scusa leggo quello eh -.- che devo leggere??

E cmq la prima citazione è un articolo dell'ANSA

Noi a Taranto abbiamo una situazione molto critica al riguardo:abbiamo l'ILVA in cui padron Riva non vuole adottare il pugno di ferro contro gli infortuni, anche arrivando alle maniere brute.
Io la vedo così: dato che con la legge 626/94 sono stati definiti adeguatamente le figure lavorative e con esse i relativi diritti e doveri, io non esiterei a licenziare un dipendente, sia esso dirigente o operaio, che dopo diversi richiami su ciò che deve indossare per evitare incidenti continua col suo comportamento scorretto.
Purtroppo all'ILVA di Taranto, secondo me, c'è un concorso di colpe: da una parte gli operai e dirigenti (anche se questi ultimi in maniera minore) alcuni dei quali se ne strafottono di indossare i DPI (Dispositivi di Protezione Individuali) e dall'altra padron Riva che se ne strafotte dei percioli che corrono i suoi dipendenti.
Non so se avete presente la Tissen di Torino............................................ ...ecco, qui a Taranto praticamente è la stessa cosa solo che la frequenza è troppo alta.

Cmq Montezemolo (di cui possiamo dire tutto ma non che sia filo-Berlusca :D ) ha detto chiaramente che non serve nulla inasprire le pene. SI favorisce solo il lavoro nero. Ma i geni che abitano Roma in questi giorni (e speriamo siano veramente gli ultimi) non lo vogliono capire.
Bisogna fare prevenzione, controlli, per non fuorviare nessuna parola cito:

Quote:

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Non si salvano le vite inasprendo le sanzioni. Ci vogliono prevenzione, formazione, controlli e lotta al lavoro sommerso e al lavoro nero. Così si fa demagogia: non sentivo cose del genere neanche a Cuba negli anni '60. E' l'ultimo atto di una sinistra antindustriale, demagogica che ha parlato di imprenditori a pancia piena.

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Mi sembrano parole giustissime :roll:

Quote:

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Originariamente inviata da lakeofire

Cmq Montezemolo (di cui possiamo dire tutto ma non che sia filo-Berlusca :D ) ha detto chiaramente che non serve nulla inasprire le pene. SI favorisce solo il lavoro nero. Ma i geni che abitano Roma in questi giorni (e speriamo siano veramente gli ultimi) non lo vogliono capire.
Bisogna fare prevenzione, controlli, per non fuorviare nessuna parola cito:



Mi sembrano parole giustissime :roll:

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Quoto

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Originariamente inviata da lakeofire

Cmq Montezemolo (di cui possiamo dire tutto ma non che sia filo-Berlusca :D ) ha detto chiaramente che non serve nulla inasprire le pene. SI favorisce solo il lavoro nero. Ma i geni che abitano Roma in questi giorni (e speriamo siano veramente gli ultimi) non lo vogliono capire.
Bisogna fare prevenzione, controlli, per non fuorviare nessuna parola cito:



Mi sembrano parole giustissime :roll:

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Quoto anch'io

Ecco la 626/94: 626/94

A me sembra che la demagogia la stia facendo Montezemolo.
Di fatto muoiono più di mille persone l'anno sul lavoro.
Chi ne è responsabile, di volta in volta, paghi per l'omicidio commesso.
Solo così tali oltre mille morti potranno diminuire, altro che chiacchiere sui controlli...

quoto abel..che siano puniti i responsabili!

Onestamente io credo che non accade solo ed esclusivamente xchè non ci sono abbastanza controlli, ancke perckè sui controlli ci sarebbe molto di cui parlare; è colpa innanzitutto del datore di lavoro che non mette a norma gli impianti lavorativi ma poi non è da sottovalutare la rsponsabilità di tutti i suoi delegati e dei dipendenti. Insomma parte tutto dalla mentalità sul posto di lavoro.

Quote:

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Originariamente inviata da rusticone

Onestamente io credo che non accade solo ed esclusivamente xchè non ci sono abbastanza controlli, ancke perckè sui controlli ci sarebbe molto di cui parlare; è colpa innanzitutto del datore di lavoro che non mette a norma gli impianti lavorativi ma poi non è da sottovalutare la rsponsabilità di tutti i suoi delegati e dei dipendenti. Insomma parte tutto dalla mentalità sul posto di lavoro.

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Sì, qui concordo....dovrebbe esserci collaborazione da parte di TUTTE le figure lavorative, dirigenziali o meno.

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Originariamente inviata da darkness creature

Sì, qui concordo....dovrebbe esserci collaborazione da parte di TUTTE le figure lavorative, dirigenziali o meno.

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appunto. raramente le colpe sono di una sola parte e basta.

Ah vedo con piacere che non sono l'unico a pensarla così

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Originariamente inviata da rusticone

Ah vedo con piacere che non sono l'unico a pensarla così

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La penso allo stesso modo, ognuno ha delle responsabilità.

Ma io dico: ci vuole tanto a fare come negli altri paesi in cui imprenditori e lavoratori sono molto più responsabili e bel caso ci sono controlli ci sono solo due alternative: o sei in regola o ti fanno un culo enorme. In Italia c'è anche una terza possibilità: la commissione di controllo è corrotta e quindi chiude tutti e due gli occhi e chi ne sconta le conseguenze sono i lavoratori.