Originariamente inviata da
Abel Balbo
La cena della vigilia di Natale è una cosa bellissima.
Tutti i cattolici, almeno per quella sera, fanno penitenza, non mangiando la carne e così ci si sente tutti più umili e più vicini.
Ci si sacrifica, a tavola, quella sera...
Senza carne, dicevo, per antipasto giusto qualche spiedino di cozze, un insalatina di mare, due ostriche, le cruderie e le verdurine fritte e poi il primo; le linguine allo scoglio o due spaghettini al nero di seppia... la mia vicina quest'anno prova il timballo marino di maccheroni... e poi giusto qualcosetta per secondo: il baccalà ch'è una tradizione anch'esso e qualche mazzancolla, il pesce spada alla ghiottona, la suprema di branzino e code di scampi, il salmone crudo ai sapori di bosco; la mia vicina proverà i rombetti allo champagne... è bello dicevo almeno per una sera fare penitenza e non mangiare carne, proprio come i bambini affamati del Ruanda e Burundi che non la mangiano tutto l'anno; ecco, per una sera almeno, sentirsi come loro, più vicini a loro e alla loro povertà...
Anche io che non sono cattolico mi accosto con piacere a questa tradizione.
Con una cenetta leggera, come descritto negli esempi, riesco quanto meno a digerire tutto, anche i cattolici...